A
Attualità
Attualità, 12/1992, 15/06/1992, pag. 367

Roma: 100 associazioni per evangelizzare

G. R.

Leggi anche

Documenti, 2018-3

Regolamento diocesano per le processioni

Mons. Luigi Renzo, vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea

Tra le Chiese locali dell’Italia meridionale che hanno affrontato la questione della religiosità popolare per purificarla dai suoi elementi spuri e riportarla nell’alveo della vita liturgica della Chiesa (si veda anche in questo numero a p. 110), c’è la diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, dove il 12 febbraio 2015 il vescovo mons. Luigi Renzo ha pubblicato un Regolamento diocesano per le processioni. Prendendo come riferimenti normativi il Direttorio su pietà popolare e liturgia della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti del 2002, la lettera pastorale dello stesso mons. Renzo La pietà popolare da problema a risorsa pastorale (2013-2014) e la nota pastorale della Conferenza episcopale calabra sulla ’ndrangheta Testimoniare la verità del Vangelo (Regno-doc. 2,2015,11), il Regolamento norma rigorosamente la preparazione e lo svolgimento delle processioni religiose, nelle quali non possono avere alcun incarico «persone aderenti ad associazioni condannate dalla Chiesa, che siano sotto processo in corso per associazione mafiosa o che siano incorse in condanna per mafia». In particolare nella processione dell’Affruntata o ’Ncrinata «i fedeli cristiani… non si lascino espropriare di ciò che appartiene al loro patrimonio religioso più genuino, lasciandolo in mano a gente senza scrupoli, che non ha nulla di cristiano e anzi persegue una “religione capovolta”, offensiva del vero cristianesimo popolare», e «i pastori siano più coraggiosi e uniti per dare segni nuovi di presenza e di speranza al popolo di Dio».

Documenti, 2015-3

«Alla tua luce vedremo la luce!»

All'Apertura dell'Anno internazionale della luce

Card. G. Ravasi
«Dio disse: “Sia la luce!” e la luce fu!». Era intitolata «La luce, un simbolo religioso tra immanenza e trascendenza» la relazione con la quale il card. Gianfranco Ravasi è intervenuto – lo scorso 19 gennaio, nella sede dell’UNESCO a Parigi – alla cerimonia di apertura dell’Anno internazionale della luce e delle tecnologie basate sulla luce, che «mira ad accrescere la conoscenza e la consapevolezza» sul modo in cui tali tecnologie «promuovano lo sviluppo sostenibile e forniscano soluzioni alle sfide globali (...) nei campi dell’energia, dell’istruzione, delle comunicazioni, della salute e dell’agricoltura». Il prefetto del Pontificio Consiglio della cultura ha affrontato il tema della simbologia religiosa della luce comune a tante civiltà e culture, dalla teologia dell’Egitto faraonico a quella indiana dei Rig-Veda, dal buddhismo all'islam al «grande codice» della cultura occidentale: la Bibbia. Due gli aspetti su cui la relazione di Ravasi si è concentrata: la qualità «teologica» della luce, ovvero la luce come «analogia per parlare di Dio»; e «la dialettica luce-tenebre nel suo valore morale e spirituale».
Attualità, 2014-12

A. Scola, Il mistero nuziale

G. Richi Alberti
Da alcuni anni il card. Scola, arcivescovo di Milano insiste sull'opportunità di illustrare le "implicazioni dei misteri cristiani".