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Attualità
Attualità, 4/1993, 15/02/1993, pag. 70

Preoccupazione oltre le parole

A. F.

Leggi anche

Documenti, 2023-13

Due commiati

Mons. Mario Delpini alle esequie di Silvio Berlusconi; card. Matteo Maria Zuppi al funerale di Flavia Franzoni Prodi

«Faccio mie le parole di papa Francesco: “Sono certo che dopo più di 50 anni di matrimonio saprai raccogliere l’eredità di fede e di fortezza di Flavia, continuando a testimoniare, nel suo vivo ricordo, la bellezza del vincolo di amore che vi ha tenuto uniti, mano nella mano, fino all’ultima passeggiata insieme”». Con questo augurio il card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, ha concluso il 16 giugno 2023 nella chiesa di San Giovanni in Monte a Bologna l’omelia al funerale della prof. Flavia Franzoni, moglie dell’ex presidente del Consiglio e della Commissione europea Romano Prodi, scomparsa per un malore mentre stava percorrendo con il marito e alcuni amici un tratto del Cammino di san Francesco tra Gubbio e Assisi. Due giorni prima, il 14 giugno, l’arcivescovo di Milano Mario Enrico Delpini aveva celebrato nel duomo di Milano le esequie del senatore ed ex premier Silvio Berlusconi, morto all’età di 86 anni: «È stato certo un uomo politico, è stato certo un uomo d’affari, è stato certo un personaggio alla ribalta della notorietà. Ma in questo momento di congedo e di preghiera, che cosa possiamo dire di Silvio Berlusconi? È stato un uomo: un desiderio di vita, un desiderio di amore, un desiderio di gioia. E ora celebriamo il mistero del compimento. Ecco che cosa posso dire di Silvio Berlusconi. È un uomo e ora incontra Dio».

 

Attualità, 2023-8

Europa orientale: la lunga de-sovietizzazione. Moldavia: guerra al confine, proteste in patria

William Fleeson
In una luminosa domenica pomeriggio dello scorso ottobre, i manifestanti hanno marciato (e non era la prima volta) lungo il viale principale della capitale moldava, Chisinu. Altri si sono sparpagliati sul marciapiede, reggendo cartelli e unendosi ai manifestanti che gridavano slogan come «Dimissioni!» e «Abbasso Maia Sandu!», riferendosi al presidente moldavo. Un altro cartello...
Attualità, 2022-16

Europa - Totalitarismi: perché raccontare un’amicizia

La storia di 4 amici (tra cui Karol Wojtyła) e il senso di riproporla oggi

Gian Franco Svidercoschi

Quattro giovani polacchi – tre ragazzi e una ragazza, tre ebrei e un cattolico – passano di colpo, dalla spensieratezza dei vent’anni, a dover vivere sulla loro pelle gli orrori della Seconda guerra mondiale, la mostruosità della Shoah, la violenza repressiva di due totalitarismi, nazismo e comunismo. Ma ecco che alla fine, incredibilmente, i loro destini tornano a incrociarsi, i quattro amici si ritrovano. Segno, e non solo simbolico, di quella fratellanza che esiste nel cuore di ogni donna e di ogni uomo, e che niente o nessuno potrà mai cancellare. È una storia del secolo passato, ma con dentro un messaggio fortissimo e di estrema attualità, in riferimento alle vicende del nostro tempo, che vede un nuovo conflitto che ha sconvolto l’Ucraina e l’Europa, con il rischio di un’altra catastrofe mondiale.