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Attualità
Attualità, 18/2006, 15/10/2006, pag. 641

Fede, ragione e dialogo interreligioso: Dio fra monoteismo e monismo

K. Müller
Negli ultimi anni contro le religioni monoteistiche e la loro pretesa di assolutezza è stata ripresa l’accusa – già sollevata in epoca moderna – di essere fomentatrici di violenza, contrariamente alle religioni monistiche, secondo cui Dio è «uno e tutto», portatrici di pace e di armonia tra l’uomo e il cosmo. Ma un’analisi epistemologica approfondita – come quella del filosofo Klaus Müller – rivela che il cristianesimo non solo non ha rimosso il cosmoteismo, bensì ne ha accolto in sé elementi fondamentali per la propria rivelazione. Tuttavia questa critica mossa al monoteismo va presa sul serio per impostare correttamente il rapporto tra fede e ragione: la posizione consequenziale della questione della verità non genera intolleranza, ma anzi preserva da essa. Con ricadute importanti sia per l’autocomprensione delle religioni, sia per i loro rapporti reciproci, sia per il loro contributo a un avanzamento in umanità. È quanto propone di fare il card. Karl Lehmann, che a livello teologico mostra come il problema della violenza debba essere posto all’ordine del giorno del dialogo interreligioso.

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K. Müller
L'omelia del card. Joseph Ratzinger durante la celebrazione delle esequie di Giovanni Paolo II in piazza San Pietro è stato un momento di profonda rivelazione della sua auto-comprensione teologica e spirituale. In quel momento parlava un parroco di campagna, umile, che usava termini semplici e comprensibili dalla gente, con emozioni misurate; ma anche estremamente preciso nell'eloquio e nei pochi gesti compiuti. Questa forma rappresenta il suo ideale, e il suo auto-ritratto, fin dagli inizi della sua biografia teologica: essere servitore della verità; di una verità più grande dei pensieri umani, per cui essere un intellettuale non significa mai agire come giudice verso questa verità. Ratzinger ha cominciato i suoi studi di filosofia e teologia nel seminario di Freising (la vecchia sede vescovile e del seminario maggiore della diocesi di Monaco). Il suo maestro più importante, che fu poi anche il direttore sia della sua tesi di dottorato sia di quella di abilitazione, è stato il prof. Gottlieb Soehngen. Il pensiero di Soehngen era caratterizzato da una forma sapienziale della teologia e dava grande importanza alla dimensione estetica del discorso su Dio. Caratteri, questi, che sono diventati un principio normativo anche per il suo discepolo Joseph Ratzinger. …
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