Attualità, 14/2007, 15/07/2007, pag. 505
La pace. Benedizione, mitezza, responsabilità
Il Signore disse a Mosè: “Parla ad Aronne e ai suoi figli e di’ loro: Voi benedirete così i figli d’Israele; direte loro: “Ti benedica il Signore e ti custodisca (...)/ Il Signore illumini il suo volto verso di te e ti faccia grazia./ Il Signore elevi il suo volto verso di te e ponga a te la pace”. Così porranno il mio nome sui figli d’Israele e Io li benedirò» (Nm 6,22-27). Le parole qui trascritte formano la cosiddetta benedizione sacerdotale. Attraverso essa i discendenti di Aronne benedicono il popolo d’Israele. Fino a oggi, per quanto dopo la distruzione del secondo Tempio (70 d.C.) nell’ebraismo tutta l’economia sacrificale-sacerdotale sia stata sospesa, la benedizione può venire recitata solo da un kohen (vale a dire da un appartenente alla stirpe sacerdotale). Eppure in queste righe non domina il sacro.
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