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Attualità
Attualità, 22/2008, 15/12/2008, pag. 755

Africa - Somalia: caos. Senza identità né stato. Tra clan, corti e pirati

A. Pozzi
Dopo ventidue anni di dittatura e diciotto di anarchia, quel che resta della Somalia oggi è un paese ridotto a pezzi, totalmente destrutturato e allo sbando. Un paese senza stato, in balìa di clan e trafficanti, di «signori della guerra» e corti islamiche, di terroristi e pirati. Intanto la popolazione, duramente provata dalla povertà e dalla violenza, subisce la crudeltà dell’uomo e quella della natura. Una natura inclemente, che aggiunge sofferenza a sofferenza, infierisce con il susseguirsi di siccità, carestie e inondazioni che contribuiscono a provocare un’incessante allarme umanitario. Nel tempo questa miscela di fattori politici, bellici, economici, sociali e religiosi è diventata talmente complessa ed esplosiva da risultare ormai totalmente ingestibile.

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Somalia: cronaca di un deterioramento

A. Pozzi
I fatti drammatici che hanno riguardato la Somalia in questi ultimi mesi non sono che la conseguenza di un progressivo processo di deterioramento delle istituzioni e di un consolidamento del caos e dell’anarchia. Di fatto, dopo la fine dell’Amministrazione fiduciaria italiana (1950-1960) la storia della Somalia indipendente è un susseguirsi di guerre e guerriglie, instabilità politica e sociale.
Attualità, 2008-22

Somalia: rapimenti e uccisioni

A. Pozzi
Sono state rapite da un gruppo di «banditi» somali nella notte tra il 9 e 10 novembre in Kenya, al confine con la Somalia: suor Caterina Giraudo, 67 anni, e suor Maria Teresa Oliviero, 61 anni, del Movimento contemplativo missionario «Padre de Foucauld» di Cuneo. Erano in Africa da oltre trent’anni, al servizio dei più poveri e degli ultimi, con quella spiritualità semplice e profonda che si ispira proprio a de Foucauld. Sono state sequestrate a Elwak, villaggio isolato del distretto settentrionale di Mandera, a cinque chilometri dalla frontiera con la Somalia. Qui, da molti anni, approdano migliaia di profughi somali assistiti dalle suore. Altri somali, tuttavia, sarebbero responsabili del loro rapimento.