Attualità, 4/2010, 15/02/2010, pag. 83
Germania - I religiosi e le violenze: Risposte responsabili
Vari ex studenti e studentesse, negli anni passati alcuni di voi si sono rivolti a me per farsi riconoscere come vittime di violenze sessuali da parte di singoli gesuiti al Collegio Canisio. La traccia delle violenze attraversa gli anni Settanta fino agli anni Ottanta. Ho appreso con profondo sconvolgimento e vergogna di queste violenze non episodiche, ma sistematiche e protratte nel tempo per anni. Fa parte delle esperienze delle vittime il ricordo che tra coloro che avrebbero avuto propriamente un compito di protezione dei coinvolti, tanto nel Collegio quanto nell’Ordine, si è agito come se non si vedesse ciò che accadeva. Già solo per questa ragione le violenze non riguardano unicamente gli artefici e le vittime, ma tutto il Collegio – sia la scuola, sia il lavoro associazionistico giovanile». Queste le parole iniziali di una lettera con cui p. Klaus Mertes, gesuita e attuale rettore del Collegio Canisio di Berlino, si rivolge agli ex allievi degli anni Settanta e Ottanta. I fatti sono divenuti di dominio pubblico perché alcune fra le vittime, dopo essere entrate in contatto con la Compagnia, hanno ritenuto opportuno renderli noti in tale forma.
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