Attualità, 14/2011, 15/07/2011, pag. 503
L’accanimento medico… e i santi che invoco contro di esso. Tra di loro c'è il medico Lucio Raffa
Stavolta parlo dell’accanimento dei medici: non in chiave medica o giuridica, che non sono miei campi, ma narrando storie come si addice a un giornalista e la storia di partenza è quella di un amico pediatra di Reggio Calabria che è morto di tumore a 70 anni nel gennaio del 2008, lasciando un caro ricordo in un vasto ambiente del volontariato e della Chiesa reggina. Il ricordo di Lucio ravviva in me quello di altre tre storie che alla sua si legano e che riguardano il patriarca Athenagoras, il card. Benelli, la terziaria domenicana Leletta. Storie che invitano a guardare con cautela ai «protocolli» medici ma prima ancora a ciò che da essi noi ci attendiamo. Parto da una parola detta a me da Lucio più di vent’anni addietro, dovendo egli fare accertamenti per un’ipotetica cirrosi epatica: «In questi casi noi medici siamo più disarmati degli altri. Come chiunque teme un secondo ricovero più del primo, così il medico teme per sé anche a motivo dei ricoveri degli altri che magari è stato lui a decidere. Il medico somatizza i mali di tutti».
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