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Attualità
Attualità, 16/2011, 15/09/2011, pag. 528

Benedetto XVI - Madrid-GMG: quando il papa va in Spagna. La GMG e il modello spagnolo

A.M. Valli
Il viaggio di un papa in Spagna non sembra una gran notizia. In fondo, data la tradizione cattolica del paese e la forza della Chiesa spagnola, è un po’ come se andasse nella sua seconda casa. I numeri sono lì a confermarlo. Se Giovanni Paolo II, il papa giramondo, visitò la Spagna ben cinque volte, il più tranquillo Benedetto XVI ha fatto anche meglio: in sei anni di pontificato, già tre visite. Peccato che questa interpretazione sia sbagliata. Perché la Spagna è cambiata, e molto. E quando un papa va da quelle parti non ha propriamente la sensazione di tornare a casa.

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Messico e Cuba - Viaggio di Benedetto XVI: ritornare a Dio. La Chiesa per il rinnovamento

A.M: Valli
Il viaggio apostolico di Benedetto XVI in Messico e a Cuba (23-29 marzo 2012), il numero 23 del pontificato, era carico di attese. Per quanto riguarda il Messico, in primo piano c’erano i rapporti tra stato e Chiesa in un paese segnato da una lunga storia di governi anticlericali e laicisti, le sofferenze della popolazione a causa della guerra fra i cartelli della droga e le forze armate del governo, la difficile situazione ecclesiale in seguito allo scandalo legato alla vicenda del fondatore dei legionari di Cristo, Marcial Maciel Degollado (1920-2008), riconosciuto colpevole di violenze sessuali dopo un’inchiesta ordinata dal card. Ratzinger nel 2005. Quanto a Cuba, in evidenza c’era la situazione della Chiesa cattolica nel rapporto con il regime comunista, la lenta e complessa transizione del sistema economico e sociale cubano verso una maggiore libertà e infine la vicenda personale del vecchio leader malato, il quasi ottantaseienne Fidel Castro, rispetto al quale circolavano voci sul suo desiderio non solo di incontrare il papa, ma addirittura di convertirsi alla fede cattolica.
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A.M. Valli
A poco più di due anni e mezzo dal viaggio in Camerun e in Angola (17- 23.3.2009; cf. Regno-doc. 7,2009,197-210 e Regno-att. 8,2009,235-237) Benedetto XVI è tornato in Africa, questa volta per visitare il Benin (18-20.11.2011). Se la visita a Yaoundé e a Luanda era avvenuta per la consegna dell’Instrumentum laboris della seconda Assemblea speciale per l’Africa del Sinodo dei vescovi (La Chiesa in Africa al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace, 4-25.10.2009; cf. Regno-doc. 21,2009,665-696 e Regno-att. 20,2009,707-720), questo secondo viaggio africano (22° al di fuori dell’Italia) è stato motivato dalla firma e dalla pubblicazione di Africae munus, ovvero L’impegno dell’Africa, l’esortazione apostolica postsinodale che prende il titolo dalle prime parole del documento.
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Benedetto XVI - Libertà religiosa: ostilità e pregiudizio. Le diverse emarginazioni del cristiano

A.M. Valli
Lla libertà religiosa il grande tema che Benedetto XVI ha messo al centro del suo magistero in questa prima parte del 2011. Lo ha fatto con il messaggio per la Giornata mondiale della pace (Libertà religiosa via per la pace) che dal 1968, per volontà di Paolo VI, si celebra il 1° gennaio di ogni anno; lo ha fatto di nuovo con l’omelia nella messa del primo giorno del 2011 nella basilica vaticana e con l’Angelus subito dopo, e infine con il discorso rivolto il 10 gennaio agli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede. Tre interventi decisi, nei quali il pontefice ha ribadito alcuni concetti chiave: la condanna di fondamentalismo e laicismo in quanto volti diversi ma speculari dell’intolleranza, l’idea che anche negare i simboli religiosi sia una forma di ostilità verso la religione e la richiesta che le leggi, a livello sia nazionale sia internazionale, tutelino concretamente, non solo sulla carta, il diritto alla libertà religiosa.