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Attualità

Attualità, 2/2011

Politica - Questione morale: i tranelli delle istituzioni. La Chiesa e il caso Berlusconi

G. Brunelli
Di fronte ai recenti scandali, che hanno coinvolto nuovamente il presidente del Consiglio Berlusconi, è intervenuto finalmente in maniera articolata il presidente della Conferenza episcopale italiana (CEI), Angelo Bagnasco. Lo ha fatto ieri, 24 gennaio, nell’abituale prolusione al Consiglio permanente, tenutosi questa volta ad Ancona in vista della celebrazione del Congresso eucaristico nazionale (3-11.9.2011). Pronunciamenti frammentari ve ne erano già stati nei giorni scorsi. Da parte di esponenti della gerarchia ecclesiastica (dal segretario di stato vaticano Bertone, allo stesso Bagnasco, a singoli vescovi) e da parte di alcuni media cattolici (Avvenire, il SIR e qualche settimanale diocesano, Famiglia cristiana).

Benedetto XVI - Libertà religiosa: ostilità e pregiudizio. Le diverse emarginazioni del cristiano

A.M. Valli
Lla libertà religiosa il grande tema che Benedetto XVI ha messo al centro del suo magistero in questa prima parte del 2011. Lo ha fatto con il messaggio per la Giornata mondiale della pace (Libertà religiosa via per la pace) che dal 1968, per volontà di Paolo VI, si celebra il 1° gennaio di ogni anno; lo ha fatto di nuovo con l’omelia nella messa del primo giorno del 2011 nella basilica vaticana e con l’Angelus subito dopo, e infine con il discorso rivolto il 10 gennaio agli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede. Tre interventi decisi, nei quali il pontefice ha ribadito alcuni concetti chiave: la condanna di fondamentalismo e laicismo in quanto volti diversi ma speculari dell’intolleranza, l’idea che anche negare i simboli religiosi sia una forma di ostilità verso la religione e la richiesta che le leggi, a livello sia nazionale sia internazionale, tutelino concretamente, non solo sulla carta, il diritto alla libertà religiosa.

Pakistan - Libertà religiosa: un problema di democrazia. Legge sulla blasfemia e fondamentalismo

D. Sala
L'8 novembre 2010, per la prima volta da quando è entrata in vigore la legge sulla blasfemia, è stata condannata a morte una donna, Asia Bibi, suscitando in tutto il mondo campagne di mobilitazione in sua difesa, e in Pakistan una prova di forza tra movimenti radicali e liberali, sulla quale si gioca non solo la questione della libertà religiosa ma anche il futuro democratico del paese. Parallelamente al risvegliarsi dell’attenzione internazionale sul caso di Asia Bibi e sulla necessità di una modifica della legge, si è fatta più forte la pressione dei movimenti islamisti sulle istituzioni pakistane, in un momento di profonda debolezza del governo per l’uscita dalla maggioranza di due partiti, il laico Muttahida Qaumi Movement e il Jamiat Ulema-e-Islam. Difficile non mettere in collegamento questa pressione con l’evoluzione della situazione nel confinante Afghanistan e il travaso di estremisti talebani nel Pakistan.

India - Religioni e politica: I terroristi non hanno religione

D. Sala
La recente confessione davanti a un magistrato a Delhi di un leader religioso indù, secondo la quale alcuni attacchi terroristici del passato in India, che erano stati attribuiti a musulmani, sono invece da ricondurre a un gruppo «indù», ha dato una nuova dimensione al discorso sul terrore, anche se naturalmente dovrà ora essere verificata e corroborata con prove certe. Abbiamo rivolto qualche domanda su questo tema ad A.J. Philip, giornalista di New Delhi e collaboratore dell’agenzia UCA News.

Turchia - L'età di Erdogan: il neo-ottomano. I rapporti con USA ed Europa

B.L. Zekiyan
È difficile capire e giudicare il corso attuale della Turchia di Recep Tayip Erdogan, che per tanti versi sembra segnare un netto distacco dalle fasi precedenti della Repubblica, senza una chiara visione dei capisaldi ideologici e delle dinamiche essenziali che di questa hanno tessuto la storia. Purtroppo, una simile visione è stata un fenomeno raro in Occidente, inizialmente per il fascino delle «riforme» occidentalizzanti attuate dal fondatore della Turchia, Mustafa Kemal Atatürk, e dopo la Seconda guerra mondiale per il dettame della Guerra fredda di considerare la Turchia come il baluardo militare dell’Occidente contro il Soviet. Perciò è necessario, credo, richiamare brevemente i processi di formazione della Repubblica di Turchia e alcuni aspetti fondamentali della sua successiva politica interna ed estera, durante quasi otto decenni, per capire un po’ meglio, se possibile, cosa ora stia succedendo.

Turchia: Laicità alla turca

B.L. Zekiyan
Laicità» è un termine, come quasi l’intera terminologia politica, di per sé abbastanza elastico. Sostanzialmente dovrebbe significare le aree di competenza distinte del potere religioso e politico e, quindi, la gestione distinta dei rispettivi affari. Tale distinzione richiederebbe un equilibrio tra i due poteri in modo che nessuno dei due abbia una prevalenza sull’altro. Ma questo concetto resta probabilmente solo un ideale per cui si vedono differenze, anche notevoli, nella pratica della laicità degli stessi paesi dell’Europa occidentale e dell’America del Nord, i quali offrono in ogni caso i modelli concretamente esistenti che più si avvicinano all’ideale descritto. Quale è stata la pratica della laicità in Turchia?

Africa - Tunisia: lo slancio e i rischi. Una prima lettura degli avvenimenti tunisini

M. Haddad
La Tunisia, grazie alla «rivoluzione del cactus e del gelsomino», è entrata in una nuova fase della sua storia moderna. È successo per la prima volta nel mondo arabo che il popolo abbia fatto cadere il suo governo senza restare impigliato nell’odiosa triade: o colpo di stato militare o ingerenza straniera o estremismo religioso. Questa peculiarità tunisina si aggiungerà al Codice dello statuto personale che si fonda sul principio dell’uguaglianza dei sessi dal 1956, oltre al fatto che la prima Costituzione araba fu promulgata a Tunisi nel 1861. Sembra che il secondo cambiamento dopo l’indipendenza possa continuare in modo ragionevole, che non persegua l’espulsione radicale di tutti i volti dell’epoca precedente, e che al tempo stesso le personalità dell’opposizione autentica saranno fondamentalmente rappresentate nel governo di transizione. Si persegue un profondo cambiamento nel quadro di una pacifica continuità.

Africa - Sudan: Due stati

M.E. Gandolfi
Vi sono due dati positivi nel referendum del 9 gennaio sulla secessione del Sud Sudan dal Nord: il primo, che il sì all’indipendenza, come appare dallo spoglio delle schede effettuato sino al 19 gennaio, è passato con un’amplissima maggioranza: attualmente il 97-99%. A conferma che l’ipotesi di un Sudan unito e democratico è morta nell’incidente aereo di cui è stato vittima il leader dell’esercito di liberazione del Sud, John Garang nello stesso anno, il 2005, in cui è stato firmato l’accordo di pace tra Nord e Sud. Il secondo è che, nonostante le più funeste previsioni, la consultazione si è svolta in un clima di pace sostanziale e regolarità. Solo nel distretto di Abyei si sono avuti degli scontri per il fatto che il territorio, ricco di giacimenti petroliferi, doveva scegliere, anch’esso per referendum, se far parte del Nord o del Sud del paese. Vi è stato quindi un accordo, firmato il 17 gennaio tra governo sudanese e Sud Sudan, per garantire ai gruppi nomadi del territorio libertà di movimento e alla popolazione rifugiata un sicuro ritorno a casa. Ma la data di questo secondo referendum non è stata stabilita.

Europa - Miklós Tomka: la Chiesa e il cristianesimo. Una memoria e una proposta

M. Tomka
Il 25 novembre 2010 si è spento all’età di 69 anni Miklós Tomka, ungherese, uno tra i principali studiosi contemporanei di sociologia della religione nell’Europa centrale e orientale e collaboratore di questa rivista dagli anni Novanta. A partire dagli anni Settanta aveva iniziato ad applicare nuovi metodi nella misurazione della religiosità in Ungheria, estendendo in seguito le sue ricerche a tutta l’area dell’Europa centro-orientale e giungendo a dipingere sulla base di esse un accurato quadro delle trasformazioni delle società interessate dalla transizione post-comunista. Tra le sue conclusioni più ragguardevoli si possono annoverare quella della divisione delle società europee centro-orientali in sub-regioni e la creazione di tipologie di religiosità differenti per i diversi paesi. Vogliamo ricordarlo e rendere omaggio alla sua qualità di studioso e di credente, proponendo in una nostra traduzione dal tedesco un suo testo inedito del 2004 che presenta la sua visione dello sviluppo del cristianesimo e dell’attuale missione della Chiesa.

Irlanda - Aborto: Nelle mani degli irlandesi

M.E. Gandolfi
Vi è un «profondo valore morale attribuito dagli irlandesi al diritto alla vita del bambino non nato» che persino la Corte europea dei diritti dell’uomo deve rispettare, tanto più che già in altri casi inerenti l’aborto la Corte ha stabilito che «la questione su quando la vita abbia inizio ricade nei margini discrezionali dei singoli stati». E «poiché non esiste un consenso a livello europeo sulla definizione scientifica e legale dell’inizio della vita ed essendo il diritto del feto e della madre legati inestricabilmente, il margine di discrezione di uno stato su quando abbia inizio la vita implica un analogo margine su come risolvere il conflitto di interessi tra il feto e la madre».

Belgio - Mons. Luc Van Looy: Vangelo e società secolare. Cronache da una Chiesa viva

L. Van Looy
La Chiesa cattolica in Belgio non è riducibile alla vicenda delle violenze sessuali ai danni di minori o agli effetti della secolarizzazione. È viva, libera e presente. Questo testo che il vescovo di Gand – Gent, mons. Luc Van Looy (cf. Regno-att. 22,2010,741), ci ha trasmesso, lo mostra. Si tratta della presentazione di alcuni elementi della pastorale diocesana. Esempio di una vitalità che i media non sempre lasciano trapelare.

Mosca - Patriarcato: Aggiornamento teologico

M. Scarpa
La vivacità della ricerca teologica, o almeno del desiderio di un suo approfondimento, è testimoniata nel mondo ortodosso russo dalla molteplicità di convegni, sia nella diaspora (molte parrocchie ortodosse russe della diaspora promuovono giornate di studio su diversi temi) sia in terra russa. Si tratta il più delle volte di incontri di carattere divulgativo, ma spesso di buon livello. Vi sono poi alcuni momenti di più alto tenore organizzati da strutture come l’Università ortodossa S. Tichon di Mosca, che da alcuni anni propone momenti di approfondimento, con la presenza di studiosi di fama da diverse parti del mondo.

Cina - VIII Assemblea dei cattolici: Una testimonianza

Redazione e Un partecipante al Congresso
Preoccupazione e vicinanza «alla comunità cattolica della Cina continentale e ai suoi pastori, che vivono un momento di difficoltà e di prova» è stata espressa da Benedetto XVI nei suoi interventi pubblici durante le ultime festività natalizie. Nel messaggio Urbi et orbi (25.12.2010) ha detto: «La celebrazione della nascita del Redentore rafforzi lo spirito di fede, di pazienza e di coraggio nei fedeli della Chiesa nella Cina continentale, affinché non si perdano d’animo per le limitazioni alla loro libertà di religione e di coscienza e, perseverando nella fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa, mantengano viva la fiamma della speranza». Parole ugualmente significative nel discorso al corpo diplomatico (10.1.2011): «Domando in particolare che sia garantita dovunque alle comunità cattoliche la piena autonomia di organizzazione e la libertà di compiere la loro missione, in conformità alle norme e agli standard internazionali in questo campo. In questo momento, il mio pensiero si rivolge di nuovo verso la comunità cattolica della Cina continentale e i suoi pastori, che vivono un momento di difficoltà e di prova». Sullo svolgimento dell’VIII Assemblea dei cattolici cinesi (cf. Regno-att. 22,2010, 737; Regno-doc. 1,2011,1-7) non si hanno molte notizie. Solo una testimonianza diretta, seppur anonima, è stata ripresa da alcuni siti web e agenzie di stampa (Union of Catholic Asian News [UCA News] del 16.12.2010; Eglise d’Asie 1.1.2011, 21) e la riproponiamo qui in una nostra traduzione dall’inglese.

Giappone - Neocatecumenali: A una svolta

L. Prezzi; M.E. Gandolfi
Il 13 dicembre scorso quattro vescovi ordinari di altrettante diocesi in Giappone, fra cui il presidente della conferenza episcopale, mons. Leo Ikenaga Jun, vescovo di Osaka, sono stati a colloquio per un paio d’ore con Benedetto XVI e sei cardinali sul problema della presenza dei neocatecumenali in Giappone. Al colloquio ha preso parte anche mons. Peter Hirayama Takaaki, vescovo emerito di Oita e ora residente a Roma presso il seminario Redemptoris mater. Non vi è stato nessun comunicato ufficiale sulla riunione. Tuttavia è trapelato abbastanza per poter capire che la decisione della Conferenza episcopale giapponese di sospendere ogni attività dei neocatecumenali in Giappone per cinque anni non è stata condivisa a Roma.

Neocatecumenali: Direttorio catechistico

L. Prezzi
N egli ultimi anni «è stato percorso con profitto il processo di redazione dello statuto del Cammino neocatecumenale che, dopo un congruo periodo di validità ad experimentum, ha avuto la sua approvazione definitiva nel giugno 2008. Un altro passo significativo si è compiuto in questi giorni, con l’approvazione, a opera dei competenti dicasteri della Santa Sede, del Direttorio catechetico del Cammino neocatecumenale. Con questi sigilli ecclesiali, il Signore conferma oggi e vi affida nuovamente questo strumento prezioso che è il Cammino, in modo che possiate, in filiale obbedienza alla Santa Sede e ai pastori della Chiesa, contribuire, con nuovo slancio e ardore, alla riscoperta radicale e gioiosa del dono del battesimo e offrire il vostro originale contributo alla causa della nuova evangelizzazione».

Perù - Pastorale andina: Assolto Bartolini

M. Castagnaro
Assoluzione dall’accusa di incitamento alla ribellione per p. Mario Bartolini e per Geovanni Acate, direttore dell’emittente cattolica Radio Oriente; condanne a quattro anni di carcere (con la condizionale) per cinque dirigenti delle comunità indigene. Questa la sentenza emessa il 21 dicembre scorso al termine del processo di primo grado per le proteste contro la decisione dell’esecutivo di permettere alle multinazionali di sfruttare le risorse naturali delle terre indigene, proteste culminate nella strage di Bagua del giugno 2009 (ufficialmente 33 vittime, per tre quarti poliziotti, ma il bilancio è messo in discussione dai nativi).

A partire da ciò che resta. Funzione politica e poetica di alcuni memoriali italiani

P. Stefani
Le catastrofi senza precedenti del Novecento hanno imposto – e in parte ancora impongono – d’inventare forme inedite di ricordo. Alcune spontanee, altre frutto di lunghe riflessioni, ma tutte, consapevolmente o inconsapevolmente, contraddistinte da un tratto inedito. Ben presto ci si accorse che le modalità consuete alle società precedenti dovevano subire profonde mutazioni. A volte si sono imposte da sé, al di là dell’intenzione di coloro che le avviarono. È comune contraddistinguere i luoghi segnati dalla morte. Ai nostri giorni, a chi percorre strade suburbane, è offerto lo spettacolo, un tempo infrequente, di vedere contrassegnati cigli, alberi e parapetti da mazzi di fiori, foto ingiallite, magliette o sciarpe o da più stabili cippi. Ognuno sa che si tratta di indicazioni luttuose. Evidente è anche il fatto che, non di rado, sono ricordi di giovani vite sacrificate non sull’altare del «dovere», ma su quello, oggi assai più cogente, dell’«evasione». Questi «non luoghi» stradali, intrinsecamente anonimi, vengono personalizzati dalle mani dei genitori o degli amici delle vittime. Perché si connota in modo memoriale l’oggetto fisico, la cui impenetrabile solidità è stata concausa della distruzione di una giovane esistenza?

Libri del mese Gennaio 2011 - Schede

M.E. Gandolfi
I «Libri del mese» si possono ordinare indicando il numero ISBN a 12 cifre: - per telefono, chiamando lo 049.8805313; - per fax, scrivendo allo 049.686168; - per e-mail, all'indirizzo vendite.dirette@dehoniane.it - per posta, scrivendo a Centro Editoriale Dehoniano, via Nosadella 6, 40123 Bologna.

R. Chiaberge, Lo scisma. Cattolici senza papa

L. Prezzi

D. MacCulloch, Riforma - W.G. Naphy, La rivoluzione protestante

D. Segna

A. Di Berardino, G. Pilara, Atlante storico del cristianesimo antico

F. Ruggiero

Aspettando l'indignazione

M.E. Gandolfi

Ambiente - Conferenza di Cancun: più propositi che impegni. Consenso su linee guida non vincolanti

M.P. Veladiano
Bisogna avere ben presente le attese (nessuna) che hanno aperto e accompagnato la XVI Conferenza delle parti (COP 16) e la VI Conferenza delle parti del Protocollo di Kyoto (CMP 6)1 di Cancun (Messico) per poter chiamare i risultati finali (in realtà più propositi che impegni) un successo. Eppure. Eppure si deve credere che qualcosa è davvero accaduto. E lo riconoscono in molti, con il sollievo di chi non ci confidava, fino all’ultimo minuto. L’incontro di Cancun sui cambiamenti climatici è stato preceduto infatti dall’ombra cupa del fallimento dell’abbagliante COP 15 di Copenaghen, lo scorso anno, e non c’era chi intendesse spendere la propria credibilità politica su un appuntamento che cadeva dentro il prolungarsi di una crisi economica mondiale aggravata dalla disillusione intorno alla sua imminente fine (cf. Regno-att. 20,2009,674).

Dibattito - «Chiesa, che fare?»: pertire dalla vita. Inventare un linguaggio

L. Bruni
Ho letto con piacere l’importante articolo del prof. Severino Dianich sulla rivista (Regno-att. 20,2010,714), uno studioso che considero tra i migliori e più originali teologi europei. La lettura dell’articolo è stata coinvolgente e avvincente, sia per i temi che tratta sia per il modo aperto e innovativo con cui li tratta. Sono aspetti cruciali per il presente e per il futuro della Chiesa, e quindi anche per la società e la cultura. La lettura mi ha suscitato alcuni pensieri, due direttamente legati alle tesi dell’articolo e altri più generali ma connessi alle questioni affrontate nel testo. Cerco di procedere con ordine.

Australia e America – Presto gli ordinariati anglicani

D. Sala

Russia – La Chiesa ortodossa riavrà le proprietà nazionalizzate

D. Sala

Visite ecumeniche in Vaticano: Tveit e Younan

D. Sala

Chiesa ortodossa russa – Nuovo vescovo per Francia e Italia

D. Sala

Kosovo – Intronizzazione di Teodosije a Prizren

D. Sala

Rotterdam – Incontro europeo di Taizé

D. Sala

Alessandria – Strage di cristiani copti

D. Sala

Cristianofobia

L. Accattoli

Crocifisso. Il papa ringrazia il governo

L. Accattoli

Cina. Protesta per Assemblea

L. Accattoli

Pedofilia. Cercare «che cosa era sbagliato

L. Accattoli

Profilattico e prostituzione

L. Accattoli

Cina. Nomina di curia

L. Accattoli

Cina. Appelli del papa

L. Accattoli

Ratzinger a tavola con i poveri

L. Accattoli

IOR. Autorità di controllo

L. Accattoli

Estetica del divino: Si è fatto carne

P. Sequeri
Il nucleo dell’intelligenza cristiana di Dio e dell’essere è radicato nel sentimento dell’«amore», ed è ormai maturo per la teologia il momento di portare il tema degli affetti di Dio al centro di una revisione ontologica (P. Sequeri). E l’arte – come elaborazione culturale simbolica che rende evidenza fenomenologica dell’ordine degli affetti – può essere nel postmoderno il luogo di una nuova alleanza nel segno del gesto anti-gnostico del cristianesimo delle origini a favore della dignità dell’uomo nella sua carne e nei suoi affetti. «Nella misura in cui nell’attualità l’arte oltrepassa il proprio quadro attraverso l’unione e la compenetrazione delle diverse tecniche e dei diversi generi e compie trasgressioni in orizzonti scientifici, rilevanti per la creazione dell’immagine del mondo ma non ancora osservati, e in questioni etiche di frontiera o in prospettive di senso mistiche, è anche un magnifico sismografo per la rilevazione di possibili tendenze di apertura della religione nel nostro presente» (G. Larcher).

Arte e fede: Nell'orizzonte dei media e della medialità

G. Larcher
Il nucleo dell’intelligenza cristiana di Dio e dell’essere è radicato nel sentimento dell’«amore», ed è ormai maturo per la teologia il momento di portare il tema degli affetti di Dio al centro di una revisione ontologica (P. Sequeri). E l’arte – come elaborazione culturale simbolica che rende evidenza fenomenologica dell’ordine degli affetti – può essere nel postmoderno il luogo di una nuova alleanza nel segno del gesto anti-gnostico del cristianesimo delle origini a favore della dignità dell’uomo nella sua carne e nei suoi affetti. «Nella misura in cui nell’attualità l’arte oltrepassa il proprio quadro attraverso l’unione e la compenetrazione delle diverse tecniche e dei diversi generi e compie trasgressioni in orizzonti scientifici, rilevanti per la creazione dell’immagine del mondo ma non ancora osservati, e in questioni etiche di frontiera o in prospettive di senso mistiche, è anche un magnifico sismografo per la rilevazione di possibili tendenze di apertura della religione nel nostro presente» (G. Larcher).

Inattese risorse. La forza dei bambini

P. Stefani
Un detto attribuito a Buddha afferma che il potere dei bimbi piccoli è il pianto.1 Come sanno molti genitori, esso può assumere un aspetto paragonabile a quello della vedova di cui parla il Vangelo, la cui insistenza mosse a intervenire anche il giudice iniquo (cf. Lc 18,1-8). Il martellante ripetersi del pianto smuove dalle coltri anche la persona più avvinghiata dal sonno. Tuttavia sarebbe inadeguato declinare l’aforisma antico solo in questo modo. La forza dei più piccoli sta anche nel loro bisogno esigente e inerme. La loro totale dipendenza ha la capacità di muovere gli altri a prendersi cura di loro. Così è, o così dovrebbe essere.

Chiesa, che fare 1

O. Bolzon

Chiesa, che fare 2

G. Morlin

Chiesa, che fare 3

G. Pianta

Chiesa, che fare 4

G. Cavazzuti

Sul «caso Battisti»

G. Staccone

Serve una banca vaticana? Non è la pedofilia, ma anche per lo IOR ci vorrebbe un poco di penitenza

L. Accattoli
Questa è una puntata penitenziale e – insieme – una richiesta di aiuto. Penitenza per gli scandali in re oeconomica che travagliano la Chiesa e richiesta di aiuto a chi ne sa di più per riaffrontare domani l’argomento. Ma intanto l’affronto come posso, perché altrimenti – aspettando i saggi e i competenti – finisce che nessuno si muove. Ho sempre evitato, per quanto potevo, di occuparmi di finanze della Santa Sede a motivo del pregiudizio dei laici e dell’ipocrisia dei chierici che sequestrano a doppia mandata l’intera materia. Essendoci tanto da raccontare sulla Chiesa, occuparsi del denaro mi è sempre parsa una scelta al ribasso, come se uno potendo accostare i Dodici che vanno di villaggio in villaggio scegliesse di conversare con Giuda sulle spese di una giornata in Samaria.

Regno Attualità 2 2011. La rivista completa

Redazione
A disposizione dei nostri abbonati la possibilità di scaricare il numero completo in un unico file pdf. Buona lettura!