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Attualità
Attualità, 10/2012, 15/05/2012, pag. 339

Turchia - Stato e Chiesa: invitati, riconosciuti. A colloquio con mons. Louis Pelatre

F. Strazzari
In vista della stesura del progetto della nuova Costituzione turca, annunciato dal premier Erdogan all’indomani della vittoria elettorale del 12 giugno 2011, la Conferenza episcopale turca (CET) è stata invitata, grazie all’intervento dell’ambasciatore della Turchia presso la Santa Sede, a un’audizione presso la Grande assemblea nazionale. Era rappresentata dal presidente mons. Ruggero Franceschini, da mons. Louis Pelâtre per i latini cattolici, da mons. Yusuf Sag per i siri cattolici e dal portavoce Rinaldo Marmara, storico, già direttore dell’Archivio del vicariato apostolico di Istanbul. La visita è avvenuta il 16 aprile scorso, è durata una quarantina di minuti e si è svolta in un clima disteso. Gli esponenti della CET sono stati accolti da una Commissione parlamentare di una quindicina di persone, di tutti gli schieramenti politici. Osserva il prof. Marmara: «Si percepivano la volontà di dialogo, di apertura e il desiderio di trovare una soluzione alle vecchie questioni spinose». Il portavoce ha letto un documento da lui preparato con mons. Franceschini, che faceva la storia della presenza della Chiesa cattolica di rito latino in Turchia, ricordando le diverse tradizioni cristiane nate dai primi concili, celebrati sul territorio dell’odierna Turchia: armeni-ortodossi, siro-cattolici, ariani, nestoriani.

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