Attualità, 20/2012, 15/11/2012, pag. 700
Africa - Repubblica Democratica del Congo: Ancora in guerra
L'appello inviato a fine maggio dai presuli della regione di Bukavu, nella Repubblica democratica del Congo (Regno-att. 12,2012,366), che si aggiungeva a una lunga serie di allarmi sul rischio che l’Est del paese ripiombasse in uno stato permanente di violenza e di depredazione del territorio, aveva purtroppo ragione. E infatti era stato seguito da numerosi altri, espressi da soggetti anche molto diversi tra loro: il 9 luglio il segretario della Conferenza episcopale nazionale del Congo (CENCO) esprimeva il timore che il paese scivolasse in una «balcanizzazione» tra gruppi armati; il 26 settembre un gruppo di vescovi della regione dei Grandi laghi, a seguito di una visita condotta assieme a una delegazione della CENCO nell’Est del paese, condannava il clima di violenza che vi aveva constatato, in particolar modo a Bukavu; Benedetto XVI il 1o ottobre chiedeva che il vertice sulla regione riunito presso l’ONU garantisse stabilità e sicurezza per la popolazione locale; il rapporto dei primi d’ottobre a firma della missione dell’ONU nella regione (la Missione ONU per la stabilizzazione del Congo, MONUSCO, istituita il 1o luglio 2010) – una delle più grandi missioni dell’ONU, forte di 17.000 militari – individuava nel Ruanda e nell’Uganda i sostenitori materiali dei gruppi attualmente attivi nella regione, che sono circa una trentina; poi erano seguiti gli appelli per la liberazione di tre religiosi rapiti il 19 ottobre vicino a Beni (Kivu del Nord) e quelli del Jesuit refugee service (14 novembre) per le violenze subite dalla popolazione della regione di Masisi…
La lettura dell'articolo è riservata agli abbonati a Il Regno - attualità e documenti o a Il Regno digitale.
Gli abbonati possono autenticarsi con il proprio codice abbonato. Accedi.