A
Attualità
Attualità, 2/2013, 15/01/2013, pag. 47

Vaticano II - Chiesa e poveri: ritorno alle origini. Monumento di Paolo VI e patto delle catacombe

K. Appel, S. Pittl
Nel 1978, con la morte di uno dei più grandi e forse più fraintesi papi della storia della Chiesa, ossia Paolo VI, si è conclusa un’epoca: un’epoca svoltasi all’insegna di un concilio ecumenico che ha insegnato alla Chiesa – riportandola non solo alle sue radici, ma anche a quelle tradizioni genuine che l’hanno sempre influenzata – a percepire se stessa e il mondo in modo nuovo. Due chiavi simboliche nascoste? Questo cambiamento di paradigma è percepibile anche senza un diretto riferimento ai documenti conciliari, ma esaminando due avvenimenti poco considerati, che in maniera diversa si collegano al Concilio e che possono illuminarlo con una luce particolare: la sepoltura di Paolo VI, avvenuta secondo la volontà espressa nel suo testamento nel 1978, e una riunione di vescovi «ai margini» del Concilio nel 1965, che ha trovato una propria concretizzazione nella firma del cosiddetto Patto delle catacombe.

La lettura dell'articolo è riservata agli abbonati a Il Regno - attualità e documenti o a Il Regno digitale.
Gli abbonati possono autenticarsi con il proprio codice abbonato. Accedi.