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Attualità
Attualità, 6/2015, 15/06/2015, pag. 413

Verso il Sinodo 2015 - Dibattito: indissolubile, in che senso?

Giuseppe Angelini

Perché il Sinodo ordinario del prossimo ottobre possa attuare gli obiettivi di riforma pastorale che si propone, è necessario affrontare una questione teorica molto precisa, che sinora non è stata adeguatamente istruita, ma sta alla base delle scelte che si deciderà di compiere sull’ammissione dei divorziati risposati ai sacramenti. È l’idea cristiana d’indissolubilità del matrimonio, che di fronte ai cambiamenti antropologico-culturali d’oggi deve passare da una concezione «fisica», con un’ipostatizzazione del vincolo coniugale al di là dell’amore dei coniugi, a una «morale», previo lo sviluppo di una concezione teologica della coscienza morale (Giuseppe Angelini). Passando dal livello teorico alla prassi pastorale, per contribuire al dibattito preparatorio è utile rivisitare i criteri tradizionali in base ai quali la Chiesa cattolica non ammette i divorziati risposati alla comunione eucaristica, perché a partire dalla distinzione tra responsabilità soggettiva e situazione oggettiva è possibile individuare una strada che salvaguardi l’indissolubilità del matrimonio sacramentale, ma anche l’esigenza pastorale di riconoscere la testimonianza di unità fedele e feconda di alcune seconde unioni (Aristide Fumagalli).

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