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Attualità
Attualità, 8/2016, 15/04/2016, pag. 213

Confessione - Chiese bizantine: il rituale

Marcello Panzanini
Come per i latini, anche per gli orientali la liturgia del sacramento della penitenza si è definita nel corso dei secoli, con significative variazioni della prassi.1 All’inizio era prevista la forma pubblica, che prevedeva, in base ai peccati, un cammino di penitenza anche di anni, con l’esclusione dalla celebrazione eucaristica e la graduale riammissione fino alla comunione eucaristica. Questa dimensione pubblica ed ecclesiale è rimasta.

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Sin dalla risurrezione di Gesù – «La sera di quel giorno (…) venne Gesù (…) e disse loro: “Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati”» (Gv 20,19-21) – inizia la storia del sacramento della penitenza, che porterà a riflessioni, prassi e riti comuni, ma anche differenti fra le Chiese d’Oriente e d’Occidente (sulla storia del rito occidentale cf. Regno-att. 6,2016,177). Per comprendere il rito e il significato teologico-sacramentale della confessione per le Chiese bizantine,1 bisogna riflettere sui presupposti biblici e teologici del peccato e della riconciliazione.