E. Hillesum, Il gelsomino e la pozzanghera
Curato da Beatrice Iacopini, che da anni frequenta le stanze della Hillesum, il volume ha, senza mai scadere nel didascalico, una finalità pedagogica nel voler condurre il lettore tra le pagine scelte della perseguitata ebrea, tutta racchiusa nel poetico titolo che accosta, mettendoli in tensione fra loro, un fiore, il gelsomino, con la pozzanghera, rappresentazione plastica dell’odio, della violenza che proprio quel particolare fiore, assurto a simbolo della vita colto nella sua intrinseca bellezza, vuole annientare. Dietro quel titolo, dunque, c’è la Shoah ma, al contempo, anche l’amore così naturale da sembrare innaturale se si pensa al filo spinato che cinse un campo di concentramento.
La lettura dell'articolo è riservata agli abbonati a Il Regno - attualità e documenti o a Il Regno digitale.
Gli abbonati possono autenticarsi con il proprio codice abbonato. Accedi.