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Uno spazio di amicizia social(e). Un anno con Moralia

I bilanci sono sempre fastidiosi. Nonostante la precisione contabile, l’imponderabile sfugge alla quadratura della partita doppia. Talvolta sorprendendoci in positivo, più spesso con la confusione di cifre che non tornano. Non solo per gli strateghi delle finanze nazionali, ma anche per le dinamiche più ordinarie della vita.

L’imponderabile che è accaduto

L’imponderabile, che non ha fatto ritornare i conti di quest’anno, ormai lo conosciamo. E non è stata una metafora informatica, ma la dura realtà che aveva imprestato il nome agli inceppamenti e ai blocchi dei sistemi operativi dei nostri computer: l’invisibile pervasività del virus che ci è toccato di vivere e patire.

Ha toccato le vite (troppe) danneggiandole irreparabilmente; ha attraversato le coscienze riaprendo paure e angosce di altri tempi; ha intaccato il sistema paese portando a galla difetti politico-economici strutturali e mali sociali sui quali (forse) non avremo la pazienza e la lungimiranza di lavorare con assiduità per la loro riparazione.

Parole grandi

Il nostro Moralia è stato una piccola, ma significativa, membrana di rifrazione. L’angolo di incidenza degli eventi ha subito una deviazione, un cambiamento di direzione e di intensità per introdurre interpretazioni in grado di raggiungere e di aggiungere elementi che sapessero andare oltre l’emergenza.

Senza rivestirsi di inopportuni moralismi, per dare voce ed eco agli affetti sinceri, ma anche senza rinunciare a quella criticità che consente di leggere con acutezza il presente per non cadere nella trappola dell’immediato. Senza ricorrere troppo rapidamente alle grandi parole (e quante ne abbiamo sentite e dette: responsabilità, fragilità, solidarietà, cura, prossimità…), quando si difetta nel dare un nome preciso alle cose e alle cause.

Ma senza dimenticare che le nostre grandi parole, quelle care all’etica umana e cristiana, ci aiutano, quando non semplicemente richiamate come mantra anti-ansia, scavando nella loro portanza semantica, a individuare la res e la causa del problema. Talvolta rivestendo tali parole di accostamenti audaci, talvolta riportandole alla misura della quotidianità.

Polifonia di pensieri

Ciascuno dei 118 post pubblicati in questo 2020 può essere compreso e ripreso, oltre la sua attualità, come un atto di rifrazione sul nostro tempo, componendo una trama unificata (e polifonica) degli eventi.

Non a caso si tratta del numero più alto di testi proposti in un anno. Un numero a tre cifre che ha consentito di superare i 500 contributi pubblicati dalla sua nascita, sei anni fa, nella rubrica gestita dall’Associazione Teologica Italiana per lo Studio della Morale.

Non possiamo che essere grati ai 41 autori, amici e amiche, che ci hanno donato nel 2020 scampoli della loro riflessione e dei loro pensieri per interpretare il nostro tempo. Scampoli preziosi per la qualità dei contributi e per l’impatto di insieme, grazie al lavoro della redazione interna, sempre attenta a non perdere il disegno del tutto, e della redazione de Il Regno, fondamentale nel lavoro di rifinitura di ciascun testo, anche sotto il profilo iconologico.

Il sogno mancato della modernità adulta

Senza cadere nella trappola delle grandi parole, ma individuandone il nucleo profondo, il migliore augurio per il nuovo anno con Moralia è di essere uno spazio disponibile per dilatare l’amicizia social(e), riprendendo il titolo integrale dell’ultima enciclica di Francesco, assumendo della Fratelli tutti, più che i contenuti, la dinamica profonda che l’attraversa.

Sì, la fraternità è certamente il sogno mancato della modernità adulta e razionale, occultato con la dilatazione della libertà individuale (fino a farla diventare autarchia dell’io) e con l’affermazione astratta dell’uguaglianza (fino a non percepire che essa si costruisce nella piena coscienza delle differenze patite e vissute).

La parola fraternità può essere troppo impegnativa, pur lasciando sprigionare l’inedito cristiano della «prossimità disponibile di Dio» (P. Sequeri) grazie a cui comprendere la forma umana del vivere.

Rinascere dall’amicizia

Allora il (semplice) appello all’amicizia sociale, che ne è il profilo più dimesso, ma altrettanto impegnativo, può aiutarci a vincere il cinismo indifferente e la dialettica competitiva, e, nei tempi e nelle forme consentite nei prossimi mesi, innestare dinamiche di rinascita personale, intersoggettiva e civile.

Moralia ci sarà, con la sua opera di rifrazione, grazie al contributo dei suoi amici e amiche, di lettori e di lettrici, vecchi e nuovi, offrendo il proprio contributo artigianale in questo compito indifferibile.

 

Pier Davide Guenzi è presidente dell’ATISM e insegna Teologia morale ed Etica sociale alla Facoltà teologica dell'Italia settentrionale.

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