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Documenti, 11/1996, 01/06/1996, pag. 340

Proporre oggi la fede (Chiesa in Francia - «Rapporto Dagens»)

Dagens

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C. Dagens
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Risvegliamoci come cristiani!

Mons. Claude Dagens, vescovo di Angouleme
«Dobbiamo risvegliarci come cristiani!». È un appello forte e preoccupato quello lanciato da mons. Dagens, vescovo di Angoulême, nella sua lettera per l’anno pastorale in corso, datata 14 settembre. Forte, perché ne va della fede e della sua trasmissione in quanto relazione col Cristo risorto; preoccupato, per almeno due ragioni. Da un lato, per la rassegnazione che ci ha «rinchiusi nelle nostre paure e nei nostri silenzi, incapaci di uscire da noi stessi e di pensare la vita cristiana al di là degli orari delle messe della domenica»; dall’altro, per il numero crescente «di giovani e adulti, che si qualificano cattolici, e immaginano la loro identità ridotta all’opposizione verso lo stato laico». Per vivere da cristiani «dentro la società», scrive Dagens, occorre risolutamente evitare «la logica fatta di aggressione e di rassegnazione, che non valuta la presenza cattolica che in termini di cifre e di manifestazioni pubbliche». La novità di papa Francesco, il suo invito a essere Chiesa che «riscalda i cuori» e lo stile dell’incontro Diakonia 2013 sono i segni di speranza che accompagnano un anno dedicato al tema: «Creati per la vita e provati dalla morte: presenza nella società e pratiche cattoliche».
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Francia - Riforma liturgica: una rinnovata pastorale. Esigenze e sfide attuali

C. Dagens
Da qualche tempo si è oltrepassata in Francia una soglia importante: si riconosce il posto centrale che occupano la liturgia, la preghiera e i sacramenti della Chiesa nella vita ordinaria delle comunità cristiane. Si è rinunciato quasi ovunque alla contrapposizione fittizia e pericolosa, che si era concepita e praticata in passato, fra il cosiddetto culto e la missione, svalutando il primo e considerandolo secondario dal punto di vista della sua efficacia pastorale. A modo suo, nel 1996, la Lettera ai cattolici di Francia (Regno-doc. 7,1997,219ss) non ha esitato ad affermare il ruolo primario della liturgia per «formare una Chiesa che propone la fede». Quest’affermazione, profondamente fedele alla grande tradizione della Chiesa, può essere giustificata anche da realismo pastorale: infatti, gli atti sacramentali, nel loro svolgimento e nella loro preparazione, partecipano all’attività di evangelizzazione. L’esperienza dimostra che sono spesso persone estranee alla fede cattolica a percepire qualcosa del mistero di Dio, assistendo alla celebrazione di un battesimo, di un matrimonio, di un funerale o all’eucaristia domenicale. Il linguaggio dei segni liturgici le raggiunge o le risveglia al di là del linguaggio delle parole, tanto più che queste persone non dispongono di parole per indicare la loro ricerca di Dio.