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Documenti, 13/1996, 01/07/1996, pag. 429

Questa vita perduta (p. Christian)

Christian

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Leggi anche

Attualità, 2020-14

Società - Dopo il COVID-19. poveri eroi

Applaudire il personale medico significa prenderne le distanze

Christian Juri

Vedere le persone che battono le mani dai propri balconi evoca le immagini dei pubblici a teatro che danno la loro approvazione alla performance degli attori dalle loro logge. In effetti andando indietro nell’antichità, l’applauso nasce in teatro ed è stato fortemente standardizzato nel periodo europeo classico per segnare per lo più la fine di uno spettacolo. Questo genere d’applauso è come una forma d’onore resa nei confronti delle conquiste del mondo dello sport. Qui abbiamo già una chiave: l’applauso affonda le radici nello straordinario, nella fiction, nella rappresentazione, nel mondo del gioco. Come applaudiamo i nostri attori, le nostre stelle dello sport, i conduttori e gli artisti teatrali, così rendiamo onore al personale sanitario, tuttavia con una significativa differenza.

 

Attualità, 2013-6

Rileggere la Pacem in terris 50 anni dopo: Utopia in cammino

D. Christiansen
Forse solo a 50 anni di distanza si può apprezzare pienamente la visione profetica dell’enciclica Pacem in terris, pubblicata l’11 aprile 1963 e indirizzata da Giovanni XXIII ai fedeli di tutto il mondo, «nonché a tutti gli uomini di buona volontà, sulla pace fra tutte le genti nella verità, nella giustizia, nell’amore, nella libertà». Mentre all’epoca non fu pienamente capita – come osservava anche questa rivista nel supplemento dedicatole nel maggio 1963, fu accusata di astrattezza o abbassata al rango di una «paterna esortazione del papa buono» –, la Pacem in terris ha nel tempo offerto la struttura portante che ha consentito un impegno diretto della Chiesa nelle questioni globali per gli anni a venire. Questa partecipazione è stata fondamentale per il dispiegarsi di sviluppi quali il movimento per i diritti umani, il concetto di comunità internazionale, il principio della responsabilità di proteggere e l’idea di una governance globale per affrontare problemi globali. L’«utopia» della Pacem in terris è ancora in cammino, con la sua aspirazione alta che dev’essere ulteriormente realizzata.
Attualità, 2012-4

Vaticano II, 50° - Giustizia e pace: la Chiesa che serve. Gli impulsi dello Spirito

D. Christiansen

La prima parte della Gaudium et spes, la costituzione pastorale del concilio Vaticano II sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, ha come sottotitolo «Rispondere agli impulsi dello Spirito». L’introduzione si apre con queste parole: «Il popolo di Dio [è] mosso dalla fede, per cui crede di essere condotto dallo Spirito del Signore che riempie l’universo». Accingendoci a esaminare il servizio che la Chiesa ha reso al mondo in questi ultimi 50 anni faremmo bene, credo, a ricordare a noi stessi la gioiosa fiducia nello Spirito che la Chiesa sperimentò in quei giorni e per molti anni a seguire. Senza la diretta testimonianza di chi partecipò all’universale esperienza dello Spirito di quei giorni sarebbe troppo facile, come fanno certi critici, liquidare il lavoro post-conciliare sulla giustizia e sulla pace come il risultato dello Zeitgeist, il frutto di un vuoto ottimismo mondano. Ma un decennio dopo il Concilio papa Paolo VI diede testimonianza nella Evangelii nuntiandi dell’esperienza pneumatica di quel tempo per la Chiesa intera.