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Documenti
Documenti, 15/1996, 01/08/1996, pag. 490

Vita religiosa in Europa (P.-H. Kolvenbach ai superiori generali)

P.-H. Kolvenbach

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Leggi anche

Attualità, 2007-20

Pedro Arrupe e la Compagnia di Gesù: profeta del rinnovamento conciliare

P.-H. Kolvenbach

Fra poche settimane, il 5 gennaio 2008, si aprirà la XXXV Congregazione generale della Compagnia di Gesù, su richiesta del preposito generale p. Peter-Hans Kolvenbach sj accolta da Benedetto XVI. Per la prima volta nel mezzo millennio di vita dell'ordine religioso, i gesuiti potranno discutere e accettare le dimissioni di p. Kolvebach e decidere una nuova normativa per quella specifica carica, che finora era a vita. In vista di questo storico evento, che accade quasi in concomitanza con il centenario della nascita di Pedro Arrupe - il precedente preposito generale, nato a Bilbao il 14 novembre 1907 -, il profilo che p. Kolvenbach traccia del proprio predecessore come profondo rinnovatore della Compagnia nella fedeltà al principio conciliare dell'«aggiornamento» offre una traccia del cammino che a suo avviso attende la Compagnia: è proprio nella ricerca di forme nuove che si manifesta nell'attualità il cambiamento che viene dallo Spirito. E questo si può declinare più in generale in riferimento alla vita consacrata, come lo stesso p. Kolvenbach chiarisce nell'intervista concessa a Il Regno.

Documenti, 2006-9

A tutta la Compagnia

P.-H. Kolvenbach
Con questa lettera inviata a tutti i membri dell’ordine, il preposito generale della Compagnia di Gesù P.H. Kolvenbach convoca la 35° Congregazione generale, chiamata a eleggere il suo successore (stampa da files in nostro possesso; nostra traduzione dallo spagnolo). Cf. Regno-att. 4,2006,95.
Attualità, 2006-2

I gesuiti e l'arte: la gloria di Dio abita tra gli uomini

P.-H. Kolvenbach, A. Dall'Asta
C’è un sorgivo legame tra la Compagnia di Gesù e l’arte, tendente a negare che tra Parola e immagine via sia contrapposizione, e a ricercare una possibile integrazione e complementarietà. Fin da Ignazio di Loyola si può parlare di una riflessione sull’immagine e sulla sua valenza simbolica, sulla sua possibilità di interrogare la vita del credente, sulla sua capacità di porsi come luogo di «rivelazione» tra Dio e il fedele. La Compagnia ha aiutato certamente a portare a compimento anche mediante l’articolazione di un preciso programma iconografico – come accadde nel barocco – le diverse componenti teologiche, antropologiche e politiche di epoche diverse. Lo studio di p. Peter-Hans Kolvenbach, preposito generale della Compagnia di Gesù, ripercorre lo sviluppo del rapporto tra la Compagnia e l’arte. La riflessione si allarga con il testo di Piero Stefani anche al rapporto tra arte, scienza e fede, proprio a partire dal ruolo teologico e culturale svolto dai gesuiti. Ne è un esempio, attraverso l’elaborazione del concetto di «apparenza reale», lo sviluppo dell’adorazione eucaristica.