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Documenti, 11/2000, 01/06/2000, pag. 357

La Chiesa e l'aldilà

Conferenza episcopale dell'Emilia Romagna
"Il silenzio dei credenti sulla morte, sulla vita dopo la morte, sul mistero dell’aldilà è tanto più ingiustificato e inopportuno quanto più si incontrano persone che si interrogano sulla morte, su ciò che ci attende dopo, sulla possibilità di vedere davvero il volto di Dio e di rivedere il volto dei propri cari. Tale richiesta è particolarmente diffusa oggi nelle famiglie provate dalla morte violenta di un proprio congiunto". A partire da questo silenzio, afferma l’episcopato dell’Emilia Romagna in questa nota pastorale, datata 23 aprile e presentata il 19 maggio, si può comprendere come mai "si vanno moltiplicando comportamenti e movimenti di pensiero, che prospettano la possibilità di un contatto con i propri defunti e che trovano accoglienza anche fra i cristiani", un fenomeno "molto diffuso in Italia e che sta interessando anche la nostra regione emiliano-romagnola". La Chiesa deve ritornare nella predicazione alle "verità […] riguardanti la speranza cristiana e la visione cristiana dell’aldilà" che un tempo "bastavano a sostenere la fede e a dare ragione della speranza". Deve valorizzare "le forme della pastorale ordinaria", tra cui la stessa celebrazione funebre e accompagnare le persone colpite da lutti "nei giorni e i mesi che seguono immediatamente dopo il funerale", che rappresentano "i momenti dello sconforto, del dubbio, della solitudine. […] È quindi urgente, nelle nostre comunità, la presenza di un nuovo ministero: il ministero della consolazione". Opuscolo, EDB, Bologna 2000.

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