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Documenti, 7/2000, 01/04/2000, pag. 258

Un ruolo reale per le religioni

G. Carey

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Documenti, 2006-17

La croce e la mezzaluna

G. Carey, già arcivescovo di Canterbury
Stiamo davvero assistendo a un nuovo scontro di civiltà agito attraverso le religioni? All’indomani della lezione di Benedetto XVI all’Università di Regensburg e del dibattito che ne è scaturito (cf. qui a p. 540), George Carey, arcivescovo emerito di Canterbury, nella conferenza tenuta il 18 settembre al Newbold College di Bracknell (Gran Bretagna) su «La croce e la mezzaluna. Lo scontro tra le religioni in un’epoca di secolarizzazione» parla del confronto tra cristianesimo e islam proponendo alcuni percorsi. Posto che «oggi domina la regola del politically correct», in base alla quale «non possiamo porre domande scomode … senza che la gente concluda che stiamo attaccando un’altra religione», il dialogo con l’islam deve rispettare «il sentimento religioso» dell’altra fede, per giungere a «quello che papa Giovanni Paolo II chiamava "il dialogo dello spirito"». Poi occorre «sfidare il mondo laico a considerare la fede religiosa con un partner nella soluzione dei problemi del mondo». Infine il dialogo non può prescindere né dall’emarginazione che l’islam vive nelle periferie del mondo, né dalle difficoltà vissute dalle minoranze religiose in terra islamica. Stampa (20.9.2006) da sito Internet glcarey.co.uk; nostra traduzione dall’inglese. Sottotitoli redazionali.
Documenti, 2002-3

Testimonianza dell'arcivescovo di Canterbury

G. Carey
Card. Kasper: pace nel mondo, dialogo fra i cristiani e fra le religioni Card. Kasper: pace nel mondo, dialogo fra i cristiani e fra le religioni Questo articolo, firmato dal card. W. Kasper in qualità di presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani, è comparso su L'Osservatore romano il 5 gennaio, in prima pagina, a commento dell'annuale Messaggio...
Documenti, 2001-17

Risposte a Dabru Emet

George Carey e vescovi USA
Il dialogo ebraico cristiano ha conosciuto una tappa importante con la pubblicazione di Dabru Emet (Regno-doc. 21,2000,695), la dichiarazione di un gruppo di intellettuali ebrei statunitensi sui cristiani e il cristianesimo, resa nota il 10 settembre 2000. Essa è stata definita dall'arcivescovo di Canterbury e primate anglicano George Carey «un'iniziativa entusiasmante e carica di speranza». L'apprezzamento della sincera apertura compiuta dal documento verso un franco confronto in campo teologico oltre che storico e politico è stato espresso nel corso di una conferenza tenuta da Carey a Washington lo scorso 24 aprile, intitolata «Dall'Olocausto alla speranza». Per parte cattolica la prima reazione ufficiale a Dabru Emet è stata quella della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti, per bocca del moderatore per i rapporti ebraico-cattolici, card. William Keeler, e del presidente del Comitato per gli affari ecumenici e interreligiosi, mons. Tod Brown. Ne «Il potere delle parole. Risposta cattolica a Dabru Emet», del settembre 2000, il documento viene ritenuto un «risultato di notevole valore... un gesto di riconciliazione... nello spirito di penitenza e umiltà portato a modello per noi da papa Giovanni Paolo II durante le sue storiche visite alla Grande sinagoga di Roma e alla stessa Gerusalemme». Per quanto riguarda la controversia sull'atteggiamento di Pio XII e della Santa Sede durante la Shoah è da registrare la definitiva sospensione del Gruppo cattolico-ebraico di storici che indagava sui dodici volumi sinora pubblicati di Atti e documenti della Santa Sede durante la seconda guerra mondiale (cf. riquadro a p. 585). Originali: stampe (27.4.2001 e 16.5.2001) da siti Internet www.archbishopofcanterbury.org e www.nccbuscc.org. Nostre traduzioni dall'inglese.