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Documenti, 15/2001, 01/08/2001, pag. 476

Santa Sede e Conferenza di Durban

Pontificio consiglio della giustizia e della pace
In vista della Conferenza mondiale contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l'intolleranza che vi è associata, organizzata dall'ONU a Durban in Sudafrica (31.8-7.9.2001), il Pontificio consiglio della giustizia e della pace ha curato una seconda edizione del documento La Chiesa di fronte al razzismo. Per una società più fraterna, edito per la prima volta nel 1988 (cf. EV 11/1439ss), inserendovi come "aggiornamento introduttivo" il Contributo della Santa Sede alla Conferenza. A causa dell'accelerazione imposta nei rapporti tra gruppi umani dalla "globalizzazione", sempre più frequentemente si assiste a contrasti e violenze di tipo etnico. Il testo vede nei processi di riconciliazione la strada maestra per la soluzione dei conflitti. Così le "richieste di perdono" formulate dal papa nell'anno giubilare 2000 "affinché la memoria della Chiesa fosse purificata da "ogni forma di antitestimonianza e di scandalo"" possono costituire un modello anche al di fuori della Chiesa. Il perdono, però, "ha le sue esigenze": innanzitutto la verità e poi la giustizia. Su questo secondo aspetto, che si traduce nell'"esigenza di riparazione", è ancora aspro il dibattito tra i paesi membri dell'ONU. Perciò, pur non spettando "alla Chiesa proporre una soluzione tecnica", il documento indica alcuni metodi concreti di riconciliazione, sottolineando d'altro lato il ruolo decisivo dell'educazione ai diritti dell'uomo. L’Eglise face au racisme, opuscolo, Città del Vaticano 2001, 9-24. Nostra traduzione dal francese.

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Documenti, 2012-7

Acqua, un elemento essenziale per la vita. Nota Pontificio consiglio della giustizia e della pace

Pontificio consiglio della giustizia e della pace
L’acqua «va custodita come un bene uni versale che è indispensabile per lo sviluppo integrale dei popoli e per la pace». La nota, che rappresenta «il contributo della Santa Sede al VI Forum mondiale dell’acqua» (Marsiglia, 12-17.3.2012), si propone due obiettivi. Da un lato, richiamare l’urgenza di un problema preoccupante e sottostimato: nel mondo «l’ac cesso all’acqua potabile non solo è gravemente insufficiente sul piano della quantità ma lo è anche dal punto di vista della qualità. Le cifre reali sono davvero allarmanti», se come confermano studi recenti «l’accesso all’acqua potabile non verrebbe garantito a circa la metà della popolazione mondiale». Dall’altro – di fronte alla crisi di un bene essenziale, destinato a tutti e disegualmente distribuito – si invita a ricercare subito «soluzioni sostenibili». La nota sottolinea la necessità di superare «una visione e un comportamento eccessivamente mercantili» e l’esigenza di tutelare e promuovere «il diritto all’acqua per tutti», aspetto che sembra raggiungibile attra verso «un apposito inquadramento giuridico» e una struttura di governance internazionale in grado di «promuovere legislazioni nazionali compatibili col diritto all’acqua» e di monitorare «gli stati rispetto agli impegni presi in ambito internazionale».
Documenti, 2011-19

Per una riforma del sistema finanziario internazionale. Nota

Pontificio consiglio della giustizia e della pace
«La Santa Sede come gli indignados: tassare le transazioni finanziarie» (La Stampa); «Serve un’autorità finanziaria mondiale» (Avvenire); «Vaticano molto liberal e anti finanza globale» (Il Foglio). Presentata il 24 ottobre in vista della riunione dei capi di stato e di governo del G20 (Cannes, 3-4 novembre), ma anche nel bel mezzo della crisi finanziaria che ha investito l’Italia, questa nota del Pontificio consiglio della giustizia e della pace, intitolata Per una riforma del sistema finanziario e monetario internazionale nella prospettiva di un’autorità pubblica a competenza universale, ha attratto l’attenzione dell’opinione pubblica italiana in misura maggiore di quanto non accada di solito per questo genere di testi. Il documento analizza l’attuale emergenza economica e finanziaria globale alla luce di alcuni capisaldi della dottrina sociale della Chiesa, in particolare le due encicliche sullo sviluppo umano Populorum progressio di Paolo VI (1967) e Caritas in veritate di Benedetto XVI (2009), al fine di offrire un «contributo che può essere utile per le deliberazioni» del G20, condiviso in «spirito di discernimento» (card. P.K.A. Turkson, presidente del Pontificio consiglio della giustizia e della pace).
Documenti, 2009-3

Finanza, crisi, sviluppo. Nota del Pontificio consiglio della giustizia e della pace

Pontificio consiglio della giustizia e della pace
«La dimensione etica dell’economia e della finanza non è un qualcosa di accessorio, ma di essenziale ... se s’intende perseguire dinamiche economiche e finanziarie corrette, lungimiranti e feconde di progresso». È ciò che afferma la nota Finanziamento e sviluppo alla vigilia della conferenza promossa dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite a Doha (29.11- 2.12.2008; cf. qui a p. 85), elaborata dal Pontificio consiglio della giustizia e della pace e approvata dalla Segreteria di stato. Il documento vuole offrire alcuni spunti di riflessione sulla crisi finanziaria mondiale e sulle sue ripercussioni sul finanziamento allo sviluppo: «In questa prospettiva, la dottrina sociale della Chiesa, con la ricca varietà dei suoi principi morali, può e deve dare un contributo di realismo e di speranza». Sono pertanto necessari: «un nuovo pat to per rifondare il sistema finanziario internazionale»; analizzare attentamente «la questione dei centri finanziari offshore e del nesso fra fi nan ziamento dello sviluppo e fiscalità»; una nuova regolamentazione del mercato finanziario; e una ridefinizione «del ruolo della società civile nel finanziamento dello sviluppo».