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Documenti, 3/2001, 01/02/2001, pag. 115

L'abuso di sostanze oggi

Vescovi d'Inghilterra e Galles
In che modo la Chiesa e i credenti possono e devono farsi carico del problema dilagante della dipendenza da sostanze di abuso (non solo le droghe in senso stretto, quindi, ma anche l'alcol, gli eccitanti di ultima generazione, le anfetamine, gli anabolizzanti e altri farmaci)? Occorre sapersi affiancare alle strutture istituzionali preposte, agendo soprattutto a livello educativo e preventivo. Ma occorre soprattutto conoscere il problema da vicino, senza negarlo o ignorarlo, per saper dare consigli e risposte concrete alle persone affette da qualche forma di dipendenza e a chi vive accanto a loro. Questo ampio documento, L'abuso di sostanze oggi. Una riflessione cattolica, è frutto di un gruppo di lavoro multidisciplinare incaricato dal Comitato per gli affari sociali della Conferenza episcopale inglese ed è stato diffuso lo scorso novembre (cf. Regno-att. 22,2000,739). Vi si esaminano le cause sociali e psicologiche all'origine delle varie forme di dipendenza, senza dimenticare il contesto economico e culturale che induce molte persone, in diversi modi e con diversi ruoli, ad alimentare il mercato illecito delle droghe, per non parlare dei risvolti criminali e dei danni inferti alla società da soggetti non più in grado di intendere e di volere. Un'ampia parte del documento prende in esame alcuni metodi riabilitativi che fanno leva sul recupero della dimensione spirituale delle persone affette da dipendenza. Catholic Bishops' Conference of England and Wales - Social Welfare Committee, Substance Misuse Today: A Catholic Reflection, Catholic Bishops Conference of England and Wales, Londra 2000 (nostra traduzione dall'inglese).

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Scegliere il bene comune. Dichiarazione della Conferenza dei vescovi d'inghilterra e Galles

Conferenza dei vescovi d'Inghilterra e Galles
Il bene comune, l’idea di sviluppo umano integrale e il perseguimento delle virtù sono i temi trattati nella dichiarazione dei vescovi cattolici d’Inghilterra e Galles Choosing the Common Good, resa nota il 3 marzo, in vista delle elezioni britanniche (maggio 2010) e della visita di Benedetto XVI in autunno. Dopo una breve analisi sulla situazione attuale della Gran Bretagna in periodo di crisi, i vescovi si soffermano sull’idea di una solidarietà che «riconosce che tutti sono responsabili di tutti». Consapevoli che «la società non può cambiare in meglio senza ristabilire la fiducia», i vescovi rilanciano la ricerca del bene comune che richiede «la coltivazione del carattere morale, lo sviluppo di condotte che riflettono un vero rispetto degli altri e il desiderio di fare il bene», ovvero la pratica delle virtù cristiane. Il documento si chiude con alcune questioni specifiche: il riconoscimento e la difesa della vita, la cura degli anziani, l’immigrazione e le relazioni comunitarie, la comunità mondiale e l’ecologia, il matrimonio e la vita familiare e il ruolo delle comunità di fede.
Documenti, 2005-9

Messaggio dei vescovi d'Inghilterra e Galles

Vescovi d'Inghilterra e Galles
In vista delle elezioni politiche che si sono tenute in Gran Bretagna il 5 maggio, i vescovi di Inghilterra e Galles e di Scozia hanno pubblicato due messaggi, che qui presentiamo, sui temi fondamentali che gli elettori e in particolare i cattolici dovevano tenere in considerazione nel decidere a chi dare il proprio voto. Essi andavano dalla lotta alla povertà alle politiche di sviluppo per il Terzo mondo, dalla giustizia alla sanità fino al tema, il più recepito dai media, della vita e della sua tutela (cf. Regno-att. 6,2005,150). Il dibattito sui giornali si è in un primo tempo concentrato sulla domanda se la Chiesa cattolica appoggiasse i conservatori, condividendone la proposta di restringere i termini di legge entro i quali effettuare un aborto (cf. qui a p. 246 la replica ufficiale del card. Murphy O’Connor). E anche in Scozia i giornali hanno dato spazio al tema. Poi si è allargato al ripensamento dell’aborto in generale, anche grazie a un intervento del primate della Chiesa d’Inghilterra, il rev. Rowan Williams, sul Sunday Times (cf. qui a p. 247) a partire da un caso giudiziario inerente un aborto tardivo.
Documenti, 2002-21

Una soluzione politica

Vescovi d'Inghilterra e Galles
Vi sono «criteri diversi rispetto all’applicazione delle norme della guerra giusta in casi particolari, specialmente quando gli avvenimenti evolvono rapidamente e i fatti non sono del tutto chiari»: in questa affermazione è racchiusa tutta la complessità del lavoro di mediazione tra posizioni contrapposte, affrontato sul tema della possibile guerra dall’assemblea autunnale della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti (11-14.11.2002). Il 13 novembre essa ha approvato una Dichiarazione sull’Iraq, il cui nucleo argomentativo è: «In base alle nostre attuali conoscenze continuiamo a ritenere che sia difficile giustificare il ricorso alla guerra contro l’Iraq, mancando una prova chiara e adeguata di un imminente attacco di grave natura». Questa motivazione è condivisa anche da altri episcopati, come Inghilterra e Francia (cf. riquadri alle p. 708-709) ed esplicitamente richiamata dall’Assemblea generale del Consiglio nazionale delle Chiese di Cristo negli USA, riunita a Tampa (Florida, 14-16.11.2002; cf. anche Regno-att. 18,2002,653). Essa il 16 ha approvato una dichiarazione intitolata Dopo l’11 settembre 2001: considerazioni di politica pubblica per gli Stati Uniti d’America, in cui, oltre a dire il suo «no» alla guerra, rimprovera all’amministrazione statunitense una linea politica, in nome della «guerra al terrorismo», lesiva dei diritti umani per il ricorso a strumenti di controllo che metterebbero a rischio le libertà civili, «nobile patrimonio» del paese.