Documenti, 5/2001, 01/03/2001, pag. 185
Lettera per il giubileo
Vescovi polacchi
"Chiediamo perdono a coloro che, in qualunque circostanza, abbiano dovuto subire da parte nostra incomprensione, rifiuto, indifferenza e ingiustizia, che ci derivano dall'aver dimenticato una verità fondamentale: siamo tutti figli dell'unico Dio". Alla fine dello scorso mese di agosto, in linea con lo spirito più genuino e sostanziale del grande giubileo della redenzione, anche la Chiesa polacca ha voluto compiere formalmente un atto di confessione delle proprie colpe passate, in uno spirito di purificazione della memoria e di riconciliazione. La Lettera del Consiglio episcopale polacco per il dialogo religioso in occasione del grande giubileo dell’anno 2000, approvata dalla 307a Assemblea plenaria della Conferenza episcopale polacca, si concentra soprattutto sui peccati commessi ai tempi della Shoah ("l'indifferenza o l'ostilità verso gli ebrei"), sulla necessità del dialogo tra la Chiesa e le altre confessioni religiose e sui rapporti con i non credenti, molti dei quali sono il risultato di "una secolarizzazione, un indottrinamento e un ateismo che hanno prodotto molti danni nei cuori, nelle menti e nelle coscienze del nostro popolo". Ma la Chiesa non può fingere di ignorare che molti non credenti sono diventati tali perché delusi o respinti da persone e ambienti della Chiesa stessa. I vescovi polacchi auspicano che le loro iniziative e i loro gesti "siano adeguatamente compresi e accolti come un appello rivolto a Dio e agli uomini per la riconciliazione e la collaborazione in tutto ciò che unisce gli uomini di buona volontà".
Stampa da supporto magnetico. Nostra traduzione dall’inglese.
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