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Documenti, 5/2001, 01/03/2001, pag. 185

Lettera per il giubileo

Vescovi polacchi
"Chiediamo perdono a coloro che, in qualunque circostanza, abbiano dovuto subire da parte nostra incomprensione, rifiuto, indifferenza e ingiustizia, che ci derivano dall'aver dimenticato una verità fondamentale: siamo tutti figli dell'unico Dio". Alla fine dello scorso mese di agosto, in linea con lo spirito più genuino e sostanziale del grande giubileo della redenzione, anche la Chiesa polacca ha voluto compiere formalmente un atto di confessione delle proprie colpe passate, in uno spirito di purificazione della memoria e di riconciliazione. La Lettera del Consiglio episcopale polacco per il dialogo religioso in occasione del grande giubileo dell’anno 2000, approvata dalla 307a Assemblea plenaria della Conferenza episcopale polacca, si concentra soprattutto sui peccati commessi ai tempi della Shoah ("l'indifferenza o l'ostilità verso gli ebrei"), sulla necessità del dialogo tra la Chiesa e le altre confessioni religiose e sui rapporti con i non credenti, molti dei quali sono il risultato di "una secolarizzazione, un indottrinamento e un ateismo che hanno prodotto molti danni nei cuori, nelle menti e nelle coscienze del nostro popolo". Ma la Chiesa non può fingere di ignorare che molti non credenti sono diventati tali perché delusi o respinti da persone e ambienti della Chiesa stessa. I vescovi polacchi auspicano che le loro iniziative e i loro gesti "siano adeguatamente compresi e accolti come un appello rivolto a Dio e agli uomini per la riconciliazione e la collaborazione in tutto ciò che unisce gli uomini di buona volontà". Stampa da supporto magnetico. Nostra traduzione dall’inglese.

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Documenti, 2022-5

Preoccupazione per il Cammino sinodale

Lettera al presidente dei vescovi tedeschi

Mons. Stanislaw Gadecki, presidente dei vescovi polacchi

Alla luce della «comunione di fede e di storia tra la Polonia e la Germania, vorrei esprimere la mia profonda preoccupazione per le informazioni che si sono apprese di recente da alcuni ambienti della Chiesa cattolica in Germania». Lo ha scritto il presidente della Conferenza episcopale polacca, l’arcivescovo Stanisław Gdecki, in una lettera al presidente della Conferenza episcopale tedesca, il vescovo Georg Bätzing, in relazione al «Cammino sinodale» tedesco (cf. recentemente Regno-att. 4,2022,76). La lettera è stata pubblicata il 22 febbraio sul sito della Conferenza episcopale polacca.

Il presidente dell’episcopato polacco riconosce che «la Chiesa cattolica in Germania è importante sulla mappa dell’Europa, e sono convinto che irradierà il suo credere o meno in tutto il continente». Per questo vede «con preoccupazione l’approccio del “Cammino sinodale” tedesco perseguito finora. Guardando i suoi frutti, si può avere l’impressione che la base della riflessione non sia sempre il Vangelo». E chiede di evitare «di ripetere slogan triti e ritriti e richieste standard come l’abolizione del celibato, il sacerdozio delle donne, la comunione ai divorziati risposati o la benedizione delle coppie dello stesso sesso».

 

Documenti, 2011-9

I vescovi polacchi: amico di Dio

Vescovi polacchi
L'8 marzo i vescovi polacchi hanno reso nota una Lettera pastorale in vista della beatificazione del servo di Dio Giovanni Paolo II, datata 22 febbraio, che riproponiamo in una nostra traduzione dal polacco (www.episkopat.pl).
Documenti, 2007-3

Polonia: il caso Wielgus

Messaggio dell'arcivescovo Wielgus e lettera dei vescovi polacchi
«Sperimentiamo ancora una volta che il tenebroso passato del periodo del sistema totalitario... continua a farsi sentire» (vescovi polacchi). «Col fatto stesso di essermi reso complice in questo modo, ho arrecato danno alla Chiesa... accetterò qualsiasi decisione del santo padre» (mons. Wielgus). Nei primi giorni di gennaio, tra Varsavia e Roma, in un drammatico crescendo di rivelazioni e di prese di posizione, si è consumato il «caso Wielgus»: nominato da Benedetto XVI arcivescovo di Varsavia – e quindi potenzialmente primate di Polonia – il 6 dicembre 2006, alla vigilia della presa di possesso della diocesi, avvenuta il 5 gennaio, la stampa polacca ha diffuso dei documenti che provavano la sua collaborazione con la polizia segreta del passato regime. «Nonostante la sua umile e commovente richiesta di perdono, la rinuncia alla sede di Varsavia e la sua pronta accettazione da parte del santo padre è apparsa come una soluzione adeguata per far fronte alla situazione di disorientamento venutasi a creare in quella nazione» (p. Lombardi, Sala stampa vaticana; cf. Regno-att. 2,2007,1-2). Stampa (5.2.2007) da siti Internet www.chiesa.espressonline.it (con nostra revisione redazionale); www.episkopat.pl. Sottotitoli redazionali