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Documenti, 19/2002, 01/10/2002, pag. 585

Rosarium virginis Mariae

Lettera apostolica di Giovanni Paolo II
«Il rosario si pone nella migliore e più collaudata tradizione della contemplazione cristiana. Sviluppatosi in Occidente, esso è preghiera tipicamente meditativa e corrisponde, in qualche modo, alla “preghiera del cuore” o “preghiera di Gesù” germogliata sull’humus dell’Oriente cristiano». Ricondurre la recita del rosario al suo vero cuore, la contemplazione di Gesù insieme a Maria: questo è l’obiettivo della lettera apostolica di Giovanni Paolo II Rosarium virginis Mariae, firmata e pubblicata il 16 ottobre 2002. A questo fine, cioè di «potenziare lo spessore cristologico del rosario», risponde l’introduzione di una nuova serie di cinque misteri, detti «della luce», che rivelano il Regno ormai giunto nella persona stessa di Gesù e saranno recitati il giovedì: il battesimo nel Giordano, l’autorivelazione alle nozze di Cana, l’annuncio del regno di Dio, la trasfigurazione e l’istituzione dell’eucaristia. La lettera inoltre, che si rivolge «ai vescovi, al clero e ai fedeli», puntualizza alcuni suggerimenti per rendere la recita sempre più trasparente nel suo cuore cristologico («c’è il rischio che il rosario non solo non produca gli effetti spirituali auspicati, ma persino che la corona... finisca per essere sentita alla stregua di un amuleto o di un oggetto magico»); indice l’«anno del rosario» dall’ottobre 2002 all’ottobre 2003 (25° del pontificato, con un significativo richiamo al motto mariano «Totus tuus» scelto da Giovanni Paolo II); e indica quali intenzioni principali per la recita del rosario la pace e la famiglia. Opuscolo, supplemento a L’Osservatore romano 17.10.2002.

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«Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino» (Lc 24,32). L’icona dei discepoli di Emmaus costituisce il riferimento evangelico della lettera apostolica di Giovanni Paolo II Mane nobiscum Domine, indirizzata all’episcopato, al clero e ai fedeli per l’anno dell’eucaristia ottobre 2004-ottobre 2005. L’iniziativa del pontefice intende proporre questo «come un anno di sintesi, una sorta di vertice di tutto il cammino percorso»: nella preparazione «tutta trinitaria e cristocentrica» del giubileo, nel documento di carattere programmatico Novo millennio ineunte centrato sulla contemplazione del volto di Cristo, attraverso l’anno del rosario e la recente enciclica Ecclesia de eucharistia fino ad arrivare alla prossima assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi sul tema eucaristico (Vaticano, 2-29.10.2005). Presentata l’8 ottobre, la lettera è stata seguita il 14 dal documento della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti Anno dell’eucaristia. Suggerimenti e proposte (cf. in questo numero a p. 591). «Se il frutto di questo anno fosse anche soltanto quello di ravvivare in tutte le comunità cristiane la celebrazione della messa domenicale e di incrementare l’adorazione eucaristica fuori della messa, questo anno di grazia avrebbe conseguito un risultato significativo». Cf. Regno-att. 18,2004,604.
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