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Documenti, 5/2002, 01/03/2002, pag. 190

Charta islamica

Comitato centrale dei musulmani in Germania
Stato di diritto; ripartizione dei poteri; diritto di voto attivo e passivo per le donne musulmane; libertà religiosa inclusa la possibilità di cambiare religione, insieme al rifiuto di ogni forma di violenza e di coartazione in materie che riguardano la scelta personale di fede; pluralismo culturale e partitico; accettazione del diritto penale, di quello matrimoniale e di successione tedesco. Si tratta di alcune delle affermazioni di principio fatte nei 21 punti che costituiscono la Charta islamica, redatta dal «Comitato centrale dei musulmani in Germania» (ZMD) e presentata il 20 febbraio a Berlino dal presidente Nadeem Elyas. Siamo perciò in presenza di una «dichiarazione d’intenti» in cui il mondo islamico rappresentato dal ZMD riconosce e fa proprio l’ordinamento democratico della Repubblica federale di Germania, sancito e garantito dalla sua Legge fondamentale. Originale: stampa (26.2.2002) da sito Internet www.zentralrat.de. Nostra traduzione dal tedesco. Il ZMD è stato costituito nel 1994 a partire dall’esperienza del «Gruppo di lavoro islamico» sorto nel 1986; ne fanno parte 19 soggetti, tra cui associazioni impegnate in ambito culturale-formativo e socio-lavorativo, raggruppamenti legati al territorio d’insediamento in Germania e alle nazioni di provenienza, comunità islamiche diffuse sull’intero territorio della Repubblica federale, e tre centri culturali islamici (di Aachen, di Amburgo e di Monaco di Baviera). Scopo fondamentale del ZMD è quello di «servire le varie comunità islamiche in Germania, di sostenere e favorire il dialogo culturale e interreligioso, d’impegnarsi in una cooperazione costruttiva per il bene della comunità islamica e di tutta la società».

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