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Documenti, 5/2004, 01/03/2004, pag. 175

La donna nella famiglia di Dio

Mons. E. Jitangar, vescovo di Sarh, Ciad
Una lettera pastorale di una remota diocesi nel deserto del Sahara, quasi al confine con il Centrafrica, che prende posizione contro le mutilazioni genitali femminili: con tono piano e pacato mons. Edmond Jitangar, vescovo di Sahr, invita, infatti, la propria Chiesa a riflettere su come in generale i riti d’iniziazione della donna si possano rapportare positivamente con la fede cristiana. Il problema delle mutilazioni genitali è infatti da collocare nel più ampio tema del ruolo della donna nella Chiesa e nella società. «Il dialogo positivo instaurato con le autorità tradizionali ha riguardato solo l’iniziazione maschile. Esso aveva permesso ai cristiani cattolici di partecipare alle iniziazioni… senza un grave rischio per la loro fede. Ma di anno in anno constatiamo degli slittamenti. … L’iniziazione tradizionale femminile ha perso molto del suo valore educativo, accordando un’eccessiva importanza all’escissione (presa a prestito dalle popolazioni islamiche) alla quale ha finito per ridursi». Questo passaggio è poi ripreso quando il presule afferma che la crisi del ruolo tradizionale della donna si accompagna alla parallela «banalizzazione della sessualità da parte dei mezzi di comunicazione»: «la società tradizionale ha lasciato poco spazio alle donne. Per questo esse si aggrappano alla questione dell’escissione». Si apre qui l’interrogativo su ciò che la Chiesa può fare: «Troveranno maggiori spazi per realizzarsi nelle nostre comunità cristiane? … Come possiamo offrire occasioni di formazione umana e spirituale … soprattutto alle ragazze al di fuori della scuola?».

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