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Documenti, 9/2004, 01/05/2004, pag. 299

Povertà materiale e spirituale

Caritas Serbia-Catholic Relief Service
«Una volta preso spazio nella società, la cultura della povertà tende a riproporsi alle nuove generazioni perché influisce molto sui bambini, creando così un circolo vizioso»: per paesi passati in pochi anni da un tasso di povertà al 2% a un tasso del 21% si tratta quindi di una vera emergenza. Questa analisi, relativa alla situazione della Serbia e del Montenegro, è dei delegati della Caritas e del Catholic Relief Service, ed è stata presentata e argomentata all’incontro dei presidenti di sette Conferenze episcopali del Sudest Europa svoltosi a Belgrado dal 20 al 22 febbraio 2004 su iniziativa del Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa (CCEE). Come altri paesi dell’ex Iugoslavia, al crollo del totalitarismo «Serbia e Montenegro hanno sperimentato… un vero e proprio collasso economico, sociale e civile e anche una regressione nello sviluppo della democrazia e dei diritti umani», che ha colpito persone già «svuotate dentro» dal regime. Bisogna fare i conti anche con «la diffusione della povertà spirituale, che spesso assume un carattere permanente ed è sia causa, sia conseguenza della povertà materiale». Perciò «lo sviluppo della spiritualità si pone come un compito prioritario che la nostra Chiesa locale, insieme alle altre confessioni, dovrebbe far suo e promuovere», impegnandosi per la «realizzazione del vero progresso della persona umana nella società».

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