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Documenti, 13/2005, 01/07/2005, pag. 324

Introduzione al Compendio

Card. J. Ratzinger
«Il Compendio, che ora presento alla Chiesa universale, è una sintesi fedele e sicura del Catechismo della Chiesa cattolica… per la sua brevità, chiarezza e integrità, si rivolge a ogni persona, che, vivendo in un mondo dispersivo e dai molteplici messaggi, desidera conoscere la Via della Vita, la Verità, affidata da Dio alla Chiesa» (Benedetto XVI). Il Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica, presentato lo scorso 28 giugno a conclusione del lavoro di un’apposita commissione (presieduta dal card. Ratzinger) istituita da Giovanni Paolo II nel 2003, si presenta come risposta all’esigenza di «un testo autorevole, sicuro, completo circa gli aspetti essenziali della fede della Chiesa…, approvato dal papa e destinato a tutta la Chiesa». Una richiesta in tal senso era emersa nel 2002, al Congresso catechistico internazionale celebrato nel decimo anniversario della promulgazione del Catechismo (cf. Regno-doc. 19,2002,600ss). Come sottolinea l’allora card. Ratzinger nell’Introduzione al Compendio – che pubblichiamo insieme al motu proprio per l’approvazione e la pubblicazione e al discorso di Benedetto XVI alla conferenza stampa di presentazione –, tra le sue caratteristiche principali vi è «la forma dialogica, che riprende un antico genere letterario catechistico, fatto di domande e di risposte… (e) potrebbe favorire l’assimilazione e l’eventuale memorizzazione dei contenuti».

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Documenti, 2005-19

Il ministro dell'unzione degli infermi. Lettera accompagnatoria

Card. J. Ratzinger
«Soltanto i sacerdoti (vescovi e presbiteri) sono ministri del sacramento dell’unzione degli infermi». La brevissima Nota della Congregazione per la dottrina della fede circa il ministro del sacramento dell’unzione degli infermi, che pubblichiamo insieme alla lettera accompagnatoria firmata dall’allora prefetto card. Joseph Ratzinger, porta la data dell’11 febbraio ma è stata pubblicata lo scorso 22 ottobre; accanto, un Commento ufficiale offre delucidazioni storiche e giuridiche. La Nota ribadisce che «questa dottrina è definitive tenenda» tale è il grado di certezza teologica di cui gode. Come si coglie dal Commento, la necessità d’intervenire sul tema nasce dal fatto che «in questi ultimi decenni si sono manifestate delle tendenze teologiche che mettono in dubbio la dottrina della Chiesa secondo cui il ministro del sacramento dell’unzione degli infermi “est omnis et solus sacerdos”. Il tema viene affrontato in prevalenza dal punto di vista pastorale, specialmente tenendo conto di quelle regioni in cui la scarsità di sacerdoti rende difficile l’amministrazione tempestiva del sacramento», per cui è stata formulata l’ipotesi che il ministro possa essere un diacono permanente o un laico qualificato. Un’ipotesi che la Nota esclude categoricamente.
Documenti, 2005-19

Il ministro dell'unzione degli infermi. Nota

Card. J. Ratzinger, mons. A. Amato
«Soltanto i sacerdoti (vescovi e presbiteri) sono ministri del sacramento dell’unzione degli infermi». La brevissima Nota della Congregazione per la dottrina della fede circa il ministro del sacramento dell’unzione degli infermi, che pubblichiamo insieme alla lettera accompagnatoria firmata dall’allora prefetto card. Joseph Ratzinger, porta la data dell’11 febbraio ma è stata pubblicata lo scorso 22 ottobre; accanto, un Commento ufficiale offre delucidazioni storiche e giuridiche. La Nota ribadisce che «questa dottrina è definitive tenenda» tale è il grado di certezza teologica di cui gode. Come si coglie dal Commento, la necessità d’intervenire sul tema nasce dal fatto che «in questi ultimi decenni si sono manifestate delle tendenze teologiche che mettono in dubbio la dottrina della Chiesa secondo cui il ministro del sacramento dell’unzione degli infermi “est omnis et solus sacerdos”. Il tema viene affrontato in prevalenza dal punto di vista pastorale, specialmente tenendo conto di quelle regioni in cui la scarsità di sacerdoti rende difficile l’amministrazione tempestiva del sacramento», per cui è stata formulata l’ipotesi che il ministro possa essere un diacono permanente o un laico qualificato. Un’ipotesi che la Nota esclude categoricamente.
Documenti, 2005-9

Pro eligendo romano pontifice

Omelia del card. J. Ratzinger
«Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero (...). Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie. Noi invece abbiamo un’altra misura: il Figlio di Dio, il vero uomo». Le ultime parole pubbliche del card. Ratzinger prima di essere eletto papa, pronunciate nell’omelia della messa «pro eligendo romano pontifice» che ha preceduto, il 18 aprile 2005, l’ingresso dei cardinali elettori in conclave, hanno colpito gli osservatori di tutto il mondo per la nettezza con cui egli ha difeso dall’accusa di «fondamentalismo» coloro che hanno «una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa». Ritmata dai riferimenti alle letture appena proclamate, l’omelia del card. Ratzinger, che presiedeva la celebrazione in qualità di decano del Collegio cardinalizio, si è conclusa con un riferimento diretto al conclave imminente: «Il nostro ministero è un dono di Cristo agli uomini, per costruire il suo corpo, il mondo nuovo. Viviamo il nostro ministero così, come dono di Cristo agli uomini! Ma in questa ora, soprattutto, preghiamo con insistenza il Signore, perché dopo il grande dono di papa Giovanni Paolo II ci doni di nuovo un pastore secondo il suo cuore, un pastore che ci guidi alla conoscenza di Cristo, al suo amore, alla vera gioia. Amen».