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Documenti, 19/2005, 01/11/2005, pag. 577

La natura e lo scopo del dialogo

Gruppo misto di lavoro cattolici-CEC
La natura e scopo del dialogo ecumenico costituiscono l’«Appendice D» dell’Ottavo rapporto del Gruppo misto di lavoro tra Consiglio ecumenico delle Chiese e Chiesa cattolica (cf. Regno-doc. 13,2005,374ss) pubblicato all’inizio del 2005. Il testo «segnala l’importanza della cultura del dialogo nelle Chiese, offre una riflessione teologica sulla natura del dialogo e suggerisce una spiritualità che possa guidare i cristiani e le loro comunità nel reciproco avvicinamento», in un momento in cui si sente bisogno del dialogo ma emergono «confessionalismi esclusivisti» e in cui, a fronte di risultati «considerevoli» nel cammino verso l’unità, si registrano «frammentazioni e fratture» specialmente «all’interno delle Chiese». Tra le numerose attenzioni che il testo suggerisce, va colta quella rispetto agli evangelicali e ai pentecostali – «tra le comunità cristiane che crescono più in fretta –, molto attenti al tema della «missione» che però non è perseguita collaborando con le «altre Chiese… nemmeno dove tali Chiese sono radicate da secoli»; e quella della cura del momento della «recezione», perché «gli accordi raggiunti col dialogo ecumenico» abbiano un effettivo «impatto sulla vita e la testimonianza delle Chiese» e conducano «a un nuovo livello di comunione».

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Ispirati dalla stessa visione

Gruppo misto di lavoro cattolici-CEC
Il fuoco dell’«Appendice E» all’Ottavo rapporto del Gruppo misto di lavoro fra la Chiesa cattolica romana e il Consiglio ecumenico delle Chiese, dal titolo Ispirati dalla stessa visione, è costituito dalla partecipazione cattolica a consigli regionali e nazionali di Chiese: quelle associazioni volontarie di Chiese, cioè, che entro un’area geografica definita e senza compromettere l’identità e l’autorità dei membri si propongono di condividere una riflessione e un’azione comune sui temi dell’unità e della testimonianza cristiane. La partecipazione della Chiesa cattolica romana, che attualmente aderisce a 70 dei 120 consigli di Chiese esistenti (cf. riquadro a p. 000), è successiva alla svolta portata dal concilio Vaticano II nell’atteggiamento cattolico verso l’ecumenismo. Con 40 anni di esperienza alle spalle, dunque, il Gruppo misto propone alle Chiese questo studio come un documento di lavoro per tracciare un bilancio delle difficoltà che permangono in queste esperienze e dei problemi nuovi che si vanno affacciando, e raccomanda la convocazione di una nuova consultazione internazionale sul tema (l’ultima risale al 1993).
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Il battesimo comune

Gruppo misto di lavoro cattolici-CEC
La crescente convergenza ecumenica sul battesimo è «uno dei principali frutti del movimento ecumenico moderno», e la comune comprensione finora raggiunta è già servita «a promuovere importanti nuove relazioni fra le Chiese cristiane». Il Gruppo misto di lavoro cattolici-CEC (GML) vi ha dedicato lo studio Implicazioni ecclesiologiche ed ecumeniche del battesimo comune, che figura come «Appendice C» dell’Ottavo rapporto del GML, e va letto nella prospettiva della IX Assemblea del Consiglio ecumenico delle Chiese (Porto Alegre, Brasile, 14-23.2.2006). La ricerca mostra che, a partire dalla recezione del documento Battesimo, eucaristia, ministero (1982), le Chiese cristiane hanno davanti «delle strade per consolidare e recepire» nella loro vita «la convergenza raggiunta sul battesimo, in modo da basare su solidi fondamenti gli ulteriori passi verso l’unità», ma anche che «le convergenze sul battesimo rinviano ad altri temi ai quali bisogna prestare attenzione nella continuazione del dialogo se si vogliono fare ulteriori passi verso l’unità visibile» (n. 112).