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Documenti, 1/2007

La persona umana, cuore della pace. Messaggio per la XL giornata mondiale della pace

Benedetto XVI
Dopo Nella verità, la pace, La persona umana, cuore della pace. Il secondo messaggio di Benedetto XVI per la giornata mondiale della pace del 1° gennaio 2007, 40° nella serie inaugurata da Paolo VI nel 1968, declina il tema in rapporto alla questione del rispetto della legge naturale, cioè «l’universale progetto divino iscritto nella natura dell’essere umano». Questa è «la grande base per il dialogo tra i credenti delle diverse religioni e tra i credenti e gli stessi non credenti». È «sul rispetto dei diritti di tutti che si fonda la pace. Consapevole di ciò, la Chiesa si fa paladina dei diritti fondamentali di ogni persona», quelli indisponibili e non negoziabili, in particolare il diritto alla vita e alla libertà religiosa. Si configura così un’«ecologia umana» che insieme a quella della natura è fattore di una crescita autentica della pace. «Non perdere di vista il fondamento naturale dei diritti dell’uomo» è anche per gli organismi internazionali la condizione per non «scivolare verso una loro interpretazione solo positivistica». Sul rapporto tra pace e diritti umani si veda anche il messaggio di Giovanni Paolo II per la giornata della pace 1999, in Regno-doc. 1,1999,1ss.

La morte di Saddam Hussein

F. Lombardi, Card. R.R. Martino
Il 30 dicembre scorso, all’alba a Baghdad, è avvenuta l’esecuzione capitale di Saddam Hussein. L’ex presidente e dittatore iracheno, catturato nel dicembre 2003 da soldati americani in un bunker nelle vicinanze di Tikrit, è stato processato da un tribunale iracheno per crimini contro l’umanità. Il 5 novembre 2006 la corte lo ha condannato a morte per impiccagione. Riportiamo qui la dichiarazione rilasciata dalla Santa Sede attraverso il direttore della Sala stampa vaticana, p. Federico Lombardi, e le parole pronunciate alla Radio vaticana dal card. Renato R. Martino, presidente del Pontificio consiglio della giustizia e della pace, a seguito dell’avvenuta esecuzione dell’ex rais (www.vatican.va; www.radiovaticana.org; 30.12.2006).

Ai cattolici del Medio Oriente. Messaggio in occasione del Natale 2006

Benedetto XVI
«Mi rivolgo con affetto alle comunità che sono e si sentono “piccolo gregge” sia per il ridotto numero…, sia perché immerse in società composte in larga maggioranza da credenti di altre religioni, sia per le circostanze presenti che vedono alcune nazioni in seri disagi e difficoltà». È rivolto ai cattolici del Medio Oriente il messaggio del papa reso noto il 21 dicembre (pochi giorni dopo, il 30, è stata eseguita la condanna a morte di Saddam Hussein; cf. qui a p. 4). Ricordando la ricchezza spirituale e liturgica di terre oggi tanto martoriate, Benedetto XVI invita i cattolici a non coltivare «propositi di rivalsa e di vendetta» a fronte di «un crescendo di situazioni drammatiche, quasi senza via d’uscita», ma di condividere nel dialogo la condizione di sofferenza che ormai abbraccia trasversalmente tutte le comunità. «In attesa dell’avveramento del desiderio» di un «mio pellegrinaggio nella Terra santa» – dice il papa – «vi incoraggio a proseguire sulla via della fiducia, compiendo… sia gesti semplici e quotidiani,… sia gesti in qualche modo eroici…: la pace è un bene così grande e urgente da giustificare sacrifici anche grandi da parte di tutti».

Lo statuto di Gerusalemme

I patriarchi e i capi delle Chiese cristiane di Gerusalemme
I patriarchi e i capi delle Chiese cristiane di Gerusalemme hanno reso nota nel settembre scorso una dichiarazione nella quale rinnovano la richiesta di uno statuto speciale per Gerusalemme. Già nel novembre 1994 era stato elaborato un memorandum intitolato Il significato di Gerusalemme per i cristiani (Regno-doc. 1,1995,19ss), che andava nella medesima direzione, tuttavia in un contesto politico maggiormente promettente. Nella dichiarazione che pubblichiamo, a poco più di due mesi dal conflitto nel Sud del Libano (cf. Regno-doc. 15,2006,533ss), la proposta di statuto per la Città santa deve innanzitutto garantire ai due popoli e alle tre religioni che lì vivono un bene fondamentale: la pace (www.lpj.org; nostra traduzione dal francese).

Il pericolo di uno scontro. Discorso alla curia romana

Benedetto XVI
I quattro viaggi apostolici svolti nel corso del 2006 sono il filo conduttore della panoramica sull’attività pastorale della Santa Sede, che Benedetto XVI ha svolto in occasione del tradizionale scambio degli auguri natalizi con i membri della curia romana, il 22 dicembre 2006. La rievocazione delle visite in Polonia, Spagna, Baviera e Turchia è l’occasione per tornare sui temi del pontificato: il rapporto tra fede e ragione, piattaforma fondamentale anche per il dialogo tra cristianesimo e islam; la mancanza di orientamento dello «spirito moderno»; il riferimento al predecessore Giovanni Paolo II e il significato del ministero petrino; il senso del sacerdozio e del celibato. Nella retrospettiva del papa, la «correlazione del tema “Dio” col tema “pace” è stato l’aspetto determinante dei quattro viaggi apostolici di quest’anno»: in un momento storico nel quale «incombe tuttora minaccioso» il «pericolo di uno scontro tra culture e religioni... la pace sulla terra non può trovarsi senza la riconciliazione con Dio, senza l’armonia tra cielo e terra».

La questione centrale secondo papa Ratzinger. Relazione al clero di Roma

Card. C. Ruini
Al cuore dell’insegnamento di Benedetto XVI si trova «la questione centrale dell’apologetica o – come si preferisce dire oggi – della teologia fondamentale»: quella «della verità della fede cristiana nell’attuale situazione storica e in rapporto alle forme di razionalità oggi prevalenti». È quanto il card. Ruini, vicario del papa per la città di Roma e presidente della Conferenza episcopale italiana, mostra nella relazione che ha tenuto il 14 dicembre scorso al clero di Roma, presso la Pontificia università lateranense. La sua analisi, fondata su un’attenta rilettura di volumi e discorsi – dall’Introduzione al cristianesimo alla lectio di Regensburg – ha come presupposto la profonda corrispondenza tra il magistero di pontefice di Benedetto XVI e il lavoro di teologo di Joseph Ratzinger, e costituisce pertanto l’orizzonte nel quale collocare il libro del papa su Gesù di Nazaret, atteso per la primavera prossima e di cui nelle scorse settimane l’editore ha diffuso alcune anticipazioni.

La "recognitio": natura giuridica ed estensione

Pontificio consiglio per i testi legislativi
Qual è la natura giuridica della recognitio della Santa Sede? È da condiderarsi obbligatoria? «Alcune domande di un vescovo» hanno dato occasione al Pontificio consiglio per i testi legislativi di rispondere, il 28 aprile scorso, con questa nota chiarificatrice. La questione della recognitio («revisione», come il documento esige che si traduca) dei testi giuridici, liturgici e – in alcuni casi – dottrinali delle conferenze dei vescovi (atti dei concili particolari, decreti generali, traduzioni dei libri liturgici, documenti dottrinali non approvati all’unanimità) si è riproposta all’attualità ecclesiale in seguito in particolare al motu proprio di Giovanni Paolo II Apostolos suos (1998) e all’istruzione Liturgiam authenticam (2001). La nota ricapitola i casi in cui la legislazione ecclesiastica richiede la recognitio della Santa Sede, riporta i commenti di diversi autori (Chiappetta, Ghirlanda, Arrieta, Ramos, Feliciani e Manzanares) e infine conclude: «Se non si ottiene la recognitio della Sede apostolica non si possono promulgare legittimamente i decreti, i quali, senza la recognitio, sono privi della forza obbligante».

La traduzione dell'espressione "pro multis"

Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti
L’espressione «per tutti» contenuta nella formula consacratoria del vino-sangue durante il canone della messa, «versato per voi e per tutti», dovrà essere modificata in «per molti», secondo una traduzione più fedele al latino «pro multis». La di-sposizione è contenuta e motivata in una lettera del card. Francis Arinze, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, del 17 ottobre 2006. La formula finora in uso corrisponde «a una corretta interpretazione dell’intenzione del Signore espressa nel testo», ma la fedeltà al testo greco e latino, il parallelo nelle anafore dei riti orientali e la cura per un maggior rigore di traduzione impone di passare, là dove sia necessario, alla formula «per molti». La lettera, condivisa dalla Congregazione per la dottrina della fede, è indirizzata ai presidenti delle conferenze episcopali e si pone sulla scia delle istruzioni Liturgiam authenticam (cf. Regno-doc. 13,2001,408) sulle traduzioni liturgiche e Redemptionis sacramentum (cf. Regno-doc. 9,2003,268) sugli abusi liturgici.

Accettare la sfida della morte

Vescovi di Friburgo, Strasburgo e Basilea
Dietro all’ipotesi di un’«autorizzazione legale a dare la morte su richiesta o a prestare assistenza medica al suicidio… c’è una visione dell’essere umano fondata unilateralmente sull’ideale dell’indipendenza, della capacità di riuscita, della salute. Da questo punto di vista la presenza della persona malata, sofferente e morente viene percepita esclusivamente come un peso, di cui bisogna sapersi sbarazzare». A quattro anni da un documento analogo sul tema della genetica e della biomedicina che ha suscitato un ampio dibattito, i vescovi della regione dell’Oberrhein – a confine tra Germania, Svizzera e Francia – hanno pubblicato lo scorso giugno una lettera pastorale comune su Accettare la sfida della morte. Viene dato molto rilievo al ruolo del personale sanitario e alla sua visione in tema di cura, malattia e fine della vita: «Il compito del medico è di facilitare al morente l’accettazione della morte, non quello di collaborare alla sua realizzazione. È un aiuto nel morire, non un aiuto per morire».

La vita in abbondanza. Sintesi dei contributi della Chiesa in Brasile alla Conferenza di Aparecida

Chiesa in Brasile
Le direttive fondamentali del concilio Vaticano II, il cammino della Chiesa latinoamericana nelle precedenti conferenze generali e in particolare l’opzione per i poveri, l’importanza delle Chiese locali e della collegialità episcopale: è a partire da questi «punti di riferimento irrinunciabili» che la Chiesa brasiliana (diocesi, religiosi, movimenti, teologi e organismi pastorali) ha risposto al Documento di partecipazione diffuso dal CELAM in vista della V Conferenza generale dell’episcopato latinoamericano, che si terrà ad Aparecida (Brasile) nel maggio prossimo (cf. Regno-att. 20,2005,697). Il gruppo di lavoro incaricato dalla Conferenza episcopale (CNBB) ha riassunto i numerosissimi contributi in una «sintesi qualitativa» presentata ai vescovi nel corso del Consiglio permanente della CNBB (Brasilia, 24-27.10.2006). Organizzata secondo il trinomio «vedere-giudicare-agire» caro alla tradizione teologica del continente, essa è centrata sulla declinazione del tema «Discepoli e missionari di Gesù Cristo perché i nostri popoli abbiano vita in lui. “Io sono la via, la verità e la vita” (Gv 14,6)» in termini di «pienezza di vita», «vita in abbondanza» (cf. Gv 10,10).

La rinascita della vita monastica in Russia

Alessio di Orechov e Zujevsk, Germano Marani si
Straordinario affresco della vita monastica russa: l’insieme dei testi qui proposti illumina sia la storia, sia la situazione attuale, sia le prospettive per il futuro. L’attuale condizione degli oltre 650 monasteri in Russia è narrata con grande realismo e simpatia dell’arcivescovo Alessio di Orechov e Zujevsk in occasione del Sinodo dei vescovi della Chiesa russa del 2004. La storia del monachesimo russo è sintetizzata da Germano Marani si, padre spirituale al Russicum e professore al Pontifico istituto orientale e all’Università gregoriana. Le quattro tappe maggiori sono: le origini; il periodo della crisi e della Tebaide del Nord; i tentativi di riforma (Nil Sorskij e Giuseppe di Volokolamsk); il rinnovamento filocalico. Uno sguardo sul futuro è invece quello del metropolita Cirillo di Smolensk (cf. riquadro a p. 58). Modelli, tensioni, attese e scuole di una testimonianza cristiana che sta riprendendo il suo ruolo centrale nella vita della Chiesa.

La vita monastica nella Russia di oggi

Alessio di Orechov e Zujevsk
Studi e commenti - Monachesimo russo Studi e commenti La rinascita della vita monastica in Russia Alessio di Orechov e Zujevsk Germano Marani si Straordinario affresco della vita monastica russa: l�insieme dei testi qui proposti illumina sia la storia, sia la situazione attuale, sia le prospettive per il futuro. L�attuale condizione degli oltre 650 monasteri in Russia...

L'azione e la contemplazione

Germano Marani si
Studi e commenti - Monachesimo russo Studi e commenti La rinascita della vita monastica in Russia Alessio di Orechov e Zujevsk Germano Marani si Straordinario affresco della vita monastica russa: l�insieme dei testi qui proposti illumina sia la storia, sia la situazione attuale, sia le prospettive per il futuro. L�attuale condizione degli oltre 650 monasteri in Russia...

Monachesimo russo: un'eredità viva

Cirillo di Smolensk
In una recente intervista, il metropolita Cirillo di Smolensk e Kaliningrad, responsabile del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, ha espresso l’importanza della tradizione monastica e della sua rinascita nella Chiesa ortodossa russa di oggi. Pubblichiamo in una nostra traduzione dal francese il testo, tratto dal vol. CYRILLE DE SMOLENSK, L’Evangile et la liberté. Les valeurs de la tradition dans la società laique, Cerf, Paris 2006, 50-54.