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Documenti, 17/2008, 01/10/2008, pag. 546

Che cos'è la CEI: storia e identità. Relazione di mons. Giuseppe Betori

G. Betori
«Non è semplice riassumere oltre mezzo secolo di vita e di storia della Conferenza episcopale italiana (CEI)». Sono queste le prime parole di mons. Betori – che di tale storia è stato negli ultimi anni un protagonista – in occasione della relazione introduttiva al II Seminario di aggiornamento giuridico-amministrativo, organizzato dalla CEI per i vescovi di recente nomina il 26-28 novembre 2007 a Roma. A partire dall’iniziale «necessità di coordinare l’azione pastorale e d’individuare un soggetto pubblico in grado di rappresentare la Chiesa italiana» (1952-1954), mons. Betori racconta come si è fatta strada la necessità di formare la Conferenza episcopale italiana così come la conosciamo oggi, attraverso l’avvicendarsi dei programmi pastorali decennali e dei convegni ecclesiali nazionali che, a partire dagli anni settanta, hanno contribuito a definirne l’identità. Mons. Giuseppe Betori è stato promosso il 9 settembre scorso arcivescovo di Firenze; lascia l’incarico di segretario generale della CEI al vescovo siciliano Mariano Crociata (cf. riquadro a p. 551).

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Leggi anche

Documenti, 2011-11

Nel silenzio la Parola. Lettera pastorale di mons. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze

G. Betori
«Il silenzio come mistero gravido di futuro e la parola come rivelazione sono l’intreccio della nostra esperienza di Dio». Sul rapporto tra la parola e il silenzio e sul valore teologale della loro relazione è intessuta la prima lettera pastorale da arcivescovo di Firenze di mons. Giuseppe Betori. Nella lettera, datata significativamente all’ultimo Sabato santo (23.4.2011) e diffusa agli inizi di maggio, si sottolinea come il frastuono, che soffoca oggi ogni spazio di silenzio, renda urgente rieducarsi a «nutrire la parola», compresa quella di verità del Vangelo, «del dovuto silenzio», spazio nella cui potenza – «che vuole quasi garantirci che c’è un ineffabile» – si affaccia l’inesauribile mistero dell’esistenza. «Il silenzio è anche il vertice della comunicazione stessa di Dio. Egli – prosegue Betori – non solo ci parla nel silenzio, ma anche attraverso il silenzio», come nel mistero, così vicino alla spiritualità contemporanea, del Sabato santo, giorno del nascondimento di Dio e insieme «grembo fecondo della sua nuova creazione». E conclude: «La fiducia nel silenzio e, al tempo stesso, nella parola (…) apre l’accesso al potere salvifico del colloquio di Dio con l’umanità».
Documenti, 2007-9

Sulla libertà religiosa: la CEI in Parlamento

Mons. G. Betori
L’«audizione informale» di mons. G. Betori (con il prof. V. Marano) alla commissione Affari costituzionali della Camera dei deputati, il 9 gennaio scorso, relativa alle proposte di legge C. 36 (Boato) e C. 134 (Spini) recanti «Norme sulla libertà religiosa e abrogazione della legislazione sui culti ammessi», conteneva valutazioni di fondo che interessano anche alcune materie (segnatamente i nn. 20-26) oggetto della Carta dei valori della cittadinanza e dell’integrazione. Esse erano contenute prevalentemente nella prima parte dell’intervento, che pertanto qui riproduciamo. Nella stessa giornata, la commissione parlamentare aveva ascoltato anche i rappresentanti delle confessioni religiose che hanno stipulato un’intesa con lo stato o per le quali è in corso la relativa procedura.
Documenti, 2004-7

Verso Verona

Mons. G. Betori
«Lavorare per un’unione sempre più stretta tra cultura e missionarietà»: questa espressione di mons. Betori si presta bene a focalizzare l’intento e lo svolgimento del III Incontro nazionale del progetto culturale, svoltosi a Roma dall’11 al 13 marzo scorso col titolo «Nel cantiere del progetto culturale» e che radunava i vari soggetti locali – referenti diocesani, centri culturali cattolici, aggregazioni laicali, facoltà e istituti teologici, riviste, associazioni – impegnati a vario titolo in tale itinerario. Nella prolusione iniziale, «L’impegno culturale della Chiesa in Italia», il card. Ruini ha ripercorso lo sviluppo ormai decennale del progetto culturale, in particolare segnalando la dinamica che esso patisce tra frammentarietà e convergenza; a mons. Betori è invece toccato, nella relazione conclusiva «Verso il Convegno ecclesiale di Verona», descrivere il raccordo tra il progetto culturale e gli orientamenti pastorali per il decennio, che sarà al centro dei lavori del Convegno ecclesiale di Verona 2006. Tra le relazioni e gli interventi pronunciati, segnaliamo qui «Quale persona per quale futuro? Quale impegno nel cambiamento in atto?», di Adriano Fabris (ordinario di filosofia morale a Pisa), centrata sulla descrizione di tre fenomeni caratteristici del nostro tempo: «La progressiva spettacolarizzazione del mondo; le radicali trasformazioni del comunicare, in un’ottica sempre più strumentale; il predominio del consumo come forma di assimilazione e di annientamento della realtà».