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Documenti, 7/2008, 01/04/2008, pag. 197

Chiara, dimora in Dio. Un'intrepida e profetica fede: lettera di Benedetto XVI

Benedetto XVI, T. card. Bertone
«Chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui». Il 14 marzo scorso si è spenta a 88 anni Chiara Lubich, fondatrice del movimento dei Focolari (cf. Regno-att. 6,2008,209s). La commossa omelia funebre, pronunciata dal card. Tarcisio Bertone assieme al messaggio di Benedetto XVI il 18 marzo, ha riportato le oltre 20 mila persone riunite a Roma per le esequie al fecondo impegno della «generosa testimone di Cristo, che si è spesa senza riserve per la diffusione del messaggio evangelico in ogni ambito della società contemporanea, sempre attenta ai “segni dei tempi”». La Lubich, donna generatrice di amore, si è sempre dedicata «ad accendere il fuoco dell’amore di Dio nei cuori» e a suscitare «persone che siano esse stesse amore, che vivano il carisma dell’unità e della comunione con Dio e con il prossimo; persone che diffondano “l’amore – unità” facendo di sé stessi, delle loro case, del loro lavoro un “focolare” dove ardendo l’amore diventa contagioso e incendia quanto sta accanto ». Il suo profilo è stato così tratteggiato grazie alla sua opera di accoglimento del Vangelo, di «coraggiosa apertura ecumenica» e di «ricerca di dialogo con le religioni».

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Documenti, 2011-7

Dal Risorgimento al Concilio. La Chiesa cattolica e l'unità d'Italia

Benedetto XVI, T. card. Bertone
«L’unità d’Italia … ha potuto aver luogo non come artificiosa costruzione politica di identità diverse, ma come naturale sbocco politico di un’identità nazionale forte e radicata, … al cui modellamento il cristianesimo e la Chiesa hanno dato un contributo fondamentale». È la tesi di fondo del messaggio che Benedetto XVI, nel solco dei suoi predecessori (cf. riquadro a p. 195), ha inviato il 16 marzo scorso al presidente della Repubblica Italiana, G. Napolitano (cf. riquadro a p. 197), per la ricorrenza del 150° anniversario dell’unitàd’Italia. Il papa prosegue indicando la «conciliazione» del 1929 (avvenuta «tra le istituzioni, non nel corpo sociale, dove fede e cittadinanza non erano in conflitto»; cf. anche, a p. 197, le parole del card. Bertone nel 140° di Roma capitale), l’apporto dei cattolici all’elaborazione della Costituzione repubblicana e l’Accordo di revisione del Concordato lateranense (1984), che recepisce l’insegnamento del concilio Vaticano II sui rapporti tra Chiesa e comunità politica, come le successive tappe di un processo in cui «la Chiesa e i cattolici» sono rimasti «impegnati in vario modo» a favore «della promozione dell’uomo e del bene del paese»(cf. ampiamente Regno-att. 6,2011,145).
Documenti, 2010-15

Legionari: un cammino di rinnovamento. Nomina di mons. De Paolis come delegato pontificio e decreto

Benedetto XVI, T. card. Bertone
Dopo il comunicato della Santa Sede sulla visita apostolica fra i legionari di Cristo (1.5.2010), in cui emergevano alcune esigenze – la necessità di ridefinire il carisma della Congregazione, di rivedere l’esercizio dell’autorità… – per la condotta del fondatore che «ha causato serie conseguenze nella vita e nella struttura della Legione, tali da chiedere un cammino di profonda revisione» (Regno-att. 10,2010,295), Benedetto XVI ha ritenuto opportuno «seguire da vicino, sostenere e orientare» il cammino del carisma della Congregazione dei legionari di Cristo nominando un suo personale delegato «che testimoni – così scrive – concretamente la mia vicinanza e agisca in mio nome presso quella famiglia religiosa». Si tratta di mons. Velasio De Paolis cs, arcivescovo titolare di Telepte (Tunisia), che il 21 luglio ha presentato al Consiglio generale della congregazione il decreto della Santa Sede che specifica le mansioni del delegato pontificio, collocando gli attuali superiori sotto l’autorità del delegato e sottolineando che il compito principale «è quello di avviare, accompagnare e realizzare la revisione delle costituzioni», a cui «devono collaborare tutti i membri dell’istituto».
Documenti, 2009-9

Nei giorni della Passione. Benedetto XVI, cardd. Bertone e Bagnasco e mons. Molinari per l'Abruzzo

Benedetto XVI, T. card. Bertone, A. card. Bagnasco, G. Molinari
«Dio può sembrare assente, il dolore può apparire una forza bruta e senza senso… eppure è proprio men tre si fa provocatrice la domanda: “ Dov’è il tuo Dio?” (Sal 42,4) che sentiamo emergere dal profondo la certezza dell’intervento amorevole di Dio. Il nostro è un Dio che ha passione per l’uomo; un Dio che soffre con noi e per noi». Il Venerdì santo, nell’omelia delle esequie delle qua si trecento vittime del terremoto che ha devastato l’Abruzzo (5.4.2009), il segretario di stato card. Bertone ricorda il mistero di un Dio che «sceglie il silenzio per accasarsi tra le braccia di chi, soffrendo, si sforza di tenere accesa la fiaccola della speranza». Nella stessa celebrazione mons. Molinari, vescovo del capoluogo abruzzese, invocano la preghiera e la solidarietà verso le popolazioni colpite. Il card. Bagnasco, incontrando gli sfollati (14.4.2009), ringrazia un popolo che «non vuole rassegnarsi, ma con dignità vuole reagire in modo deciso e fiducioso».