Documenti, 7/2009, 01/04/2009, pag. 193
Una parola chiarificatrice. Lettera ai vescovi sulla remissione della scomunica vescovi lefebvriani
Benedetto XVI
Il «sommesso gesto di una mano tesa» ha «dato origine a un grande chiasso», trasformandosi «nel contrario di una riconciliazione» (cf. Regno-att. 6,2009,145s). Il 12 marzo la Sala stampa vaticana pubblica una lettera di Benedetto XVI riguardo alla vicenda dei vescovi lefebvriani, al termine di settimane di polemiche sulla remissione della scomunica e le affermazioni ne gazioniste di mons. Williamson (Re gno-doc. 3,2009,69ss; Regno-att. 4,2009,76ss). Il papa ammette la propria disinformazione intorno alle posizioni antisemite di un’ala della Fraternità San Pio X e l’assenza di una chiara spiegazione del provvedimento, dichiarando l’«intenzione di collegare in futuro la Pontificia commissione “Ecclesia Dei”… con la Congregazione per la dot trina della fede». Emerge con forza una sofferenza personale e spirituale: la denuncia, dagli echi paolini, che il «“mordere e divorare” esiste anche oggi nella Chiesa», il nodo dell’ermeneutica conciliare e la riaffermazione della priorità di «rendere Dio presente» in un mondo secolarizzato, candidano questa lettera a divenire un testo chiave del pontificato di Benedetto XVI.
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