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Documenti, 19/2011

Porta fidei. Lettera apostolica in forma di motu proprio con la quale si indice l’Anno della fede

Benedetto XVI
La fede come una porta aperta. Per essa l’uomo ha «ingresso nella Chiesa» e accede – per la Parola e i sacramenti – «alla vita di comunione con Dio»; per essa – attraverso la «libera e cosciente» accoglienza dell’uomo – Dio entra nella storia e «plasma tutta l’esistenza umana sulla radicale novità della risurrezione ». Con questa immagine Benedetto XVI, nella lettera dello scor so 11 ottobre, indice l’Anno della fede (11.10.2012-24.11.2013). Ricordate le circostanze cui è legato l’evento (50 anni dall’apertura del Concilio e 30 dalla pubblicazione del Catechismo della Chiesa cattolica), il papa ne sottolinea la necessità nel contesto odierno, dove «i contenuti essenziali che da secoli costituiscono il patrimonio di tutti i credenti hanno bisogno di essere confermati, compresi e approfonditi … al fine di dare testimonianza coerente in condizioni storiche diverse dal passato». In particolare, «per aiutare tutti i credenti in Cristo a rendere più consapevole e a rinvigorire la loro adesione al Vangelo», il Catechismo è strumento «prezioso e indispensabile», in vista della nuova evangelizzazione dell’Occidente che la Chiesa deve affrontare.

Pellegrini della verità, pellegrini della pace. Giornata per la pace e la giustizia nel mondo

Benedetto XVI
«Sappiamo che spesso il terrorismo è motivato religiosamente … I rappresentanti delle religioni convenuti nel 1986 ad Assisi intendevano dire – e noi lo ripetiamo con forza e grande fermez za: questa non è la vera natura della religione». Lo scorso 27 ottobre, 25 anni dopo la comune preghiera per la pace dei leader delle religioni mondiali ad Assisi (Regno-doc. 21,1986,642), Benedetto XVI ha riproposto, con alcune novità, l’incontro indetto da Giovanni Paolo II. In linea col suo predecessore il papa ha chiesto perdono per le colpe commesse dai cristiani: «Sì, nella storia anche in nome della fede cristiana si è fatto ricorso alla violenza. Lo riconosciamo, pieni di vergogna». Con l’invito alla ricerca della vera natura della religione, e con la denuncia della violenza commessa in nome di Dio o per la sua scomparsa dall’orizzonte culturale Benedetto ha concluso le testimonianze per la pace nella basilica di Santa Maria degli Angeli. Tra di esse quella di J. Kristeva, che ha rappresentato tutti i non credenti «che cercano la verità», la cui «lotta interiore e interrogarsi – nelle parole del papa – è un richiamo … a tutti i credenti a purificare la propria fede, affinché il vero Dio diventi accessibile».Le pubblichiamo di seguito.

Pellegrini della verità, pellegrini della pace. L’indifferenza genera violenza

Bartolomeo I, Patriarcato Ecumenico
«Sappiamo che spesso il terrorismo è motivato religiosamente … I rappresentanti delle religioni convenuti nel 1986 ad Assisi intendevano dire – e noi lo ripetiamo con forza e grande fermez za: questa non è la vera natura della religione». Lo scorso 27 ottobre, 25 anni dopo la comune preghiera per la pace dei leader delle religioni mondiali ad Assisi (Regno-doc. 21,1986,642), Benedetto XVI ha riproposto, con alcune novità, l’incontro indetto da Giovanni Paolo II. In linea col suo predecessore il papa ha chiesto perdono per le colpe commesse dai cristiani: «Sì, nella storia anche in nome della fede cristiana si è fatto ricorso alla violenza. Lo riconosciamo, pieni di vergogna». Con l’invito alla ricerca della vera natura della religione, e con la denuncia della violenza commessa in nome di Dio o per la sua scomparsa dall’orizzonte culturale Benedetto ha concluso le testimonianze per la pace nella basilica di Santa Maria degli Angeli. Tra di esse quella di J. Kristeva, che ha rappresentato tutti i non credenti «che cercano la verità», la cui «lotta interiore e interrogarsi – nelle parole del papa – è un richiamo … a tutti i credenti a purificare la propria fede, affinché il vero Dio diventi accessibile».Le pubblichiamo di seguito.

Pellegrini della verità, pellegrini della pace. Non possiamo essere estranei

Rowan Williams, Comunione anglicana
«Sappiamo che spesso il terrorismo è motivato religiosamente … I rappresentanti delle religioni convenuti nel 1986 ad Assisi intendevano dire – e noi lo ripetiamo con forza e grande fermez za: questa non è la vera natura della religione». Lo scorso 27 ottobre, 25 anni dopo la comune preghiera per la pace dei leader delle religioni mondiali ad Assisi (Regno-doc. 21,1986,642), Benedetto XVI ha riproposto, con alcune novità, l’incontro indetto da Giovanni Paolo II. In linea col suo predecessore il papa ha chiesto perdono per le colpe commesse dai cristiani: «Sì, nella storia anche in nome della fede cristiana si è fatto ricorso alla violenza. Lo riconosciamo, pieni di vergogna». Con l’invito alla ricerca della vera natura della religione, e con la denuncia della violenza commessa in nome di Dio o per la sua scomparsa dall’orizzonte culturale Benedetto ha concluso le testimonianze per la pace nella basilica di Santa Maria degli Angeli. Tra di esse quella di J. Kristeva, che ha rappresentato tutti i non credenti «che cercano la verità», la cui «lotta interiore e interrogarsi – nelle parole del papa – è un richiamo … a tutti i credenti a purificare la propria fede, affinché il vero Dio diventi accessibile».Le pubblichiamo di seguito.

Pellegrini della verità, pellegrini della pace. Giustizia, verità, riconciliazione

Norvan Zakarian, Chiesa apostolica armena
«Sappiamo che spesso il terrorismo è motivato religiosamente … I rappresentanti delle religioni convenuti nel 1986 ad Assisi intendevano dire – e noi lo ripetiamo con forza e grande fermez za: questa non è la vera natura della religione». Lo scorso 27 ottobre, 25 anni dopo la comune preghiera per la pace dei leader delle religioni mondiali ad Assisi (Regno-doc. 21,1986,642), Benedetto XVI ha riproposto, con alcune novità, l’incontro indetto da Giovanni Paolo II. In linea col suo predecessore il papa ha chiesto perdono per le colpe commesse dai cristiani: «Sì, nella storia anche in nome della fede cristiana si è fatto ricorso alla violenza. Lo riconosciamo, pieni di vergogna». Con l’invito alla ricerca della vera natura della religione, e con la denuncia della violenza commessa in nome di Dio o per la sua scomparsa dall’orizzonte culturale Benedetto ha concluso le testimonianze per la pace nella basilica di Santa Maria degli Angeli. Tra di esse quella di J. Kristeva, che ha rappresentato tutti i non credenti «che cercano la verità», la cui «lotta interiore e interrogarsi – nelle parole del papa – è un richiamo … a tutti i credenti a purificare la propria fede, affinché il vero Dio diventi accessibile».Le pubblichiamo di seguito.

Pellegrini della verità, pellegrini della pace. Per Gerusalemme e per tutti

Olav Fykse Tveit, Consiglio ecumenico delle Chiese
«Sappiamo che spesso il terrorismo è motivato religiosamente … I rappresentanti delle religioni convenuti nel 1986 ad Assisi intendevano dire – e noi lo ripetiamo con forza e grande fermez za: questa non è la vera natura della religione». Lo scorso 27 ottobre, 25 anni dopo la comune preghiera per la pace dei leader delle religioni mondiali ad Assisi (Regno-doc. 21,1986,642), Benedetto XVI ha riproposto, con alcune novità, l’incontro indetto da Giovanni Paolo II. In linea col suo predecessore il papa ha chiesto perdono per le colpe commesse dai cristiani: «Sì, nella storia anche in nome della fede cristiana si è fatto ricorso alla violenza. Lo riconosciamo, pieni di vergogna». Con l’invito alla ricerca della vera natura della religione, e con la denuncia della violenza commessa in nome di Dio o per la sua scomparsa dall’orizzonte culturale Benedetto ha concluso le testimonianze per la pace nella basilica di Santa Maria degli Angeli. Tra di esse quella di J. Kristeva, che ha rappresentato tutti i non credenti «che cercano la verità», la cui «lotta interiore e interrogarsi – nelle parole del papa – è un richiamo … a tutti i credenti a purificare la propria fede, affinché il vero Dio diventi accessibile».Le pubblichiamo di seguito.

Pellegrini della verità, pellegrini della pace. La visione di Isaia

David Rosen, American Jewish Committee
«Sappiamo che spesso il terrorismo è motivato religiosamente … I rappresentanti delle religioni convenuti nel 1986 ad Assisi intendevano dire – e noi lo ripetiamo con forza e grande fermez za: questa non è la vera natura della religione». Lo scorso 27 ottobre, 25 anni dopo la comune preghiera per la pace dei leader delle religioni mondiali ad Assisi (Regno-doc. 21,1986,642), Benedetto XVI ha riproposto, con alcune novità, l’incontro indetto da Giovanni Paolo II. In linea col suo predecessore il papa ha chiesto perdono per le colpe commesse dai cristiani: «Sì, nella storia anche in nome della fede cristiana si è fatto ricorso alla violenza. Lo riconosciamo, pieni di vergogna». Con l’invito alla ricerca della vera natura della religione, e con la denuncia della violenza commessa in nome di Dio o per la sua scomparsa dall’orizzonte culturale Benedetto ha concluso le testimonianze per la pace nella basilica di Santa Maria degli Angeli. Tra di esse quella di J. Kristeva, che ha rappresentato tutti i non credenti «che cercano la verità», la cui «lotta interiore e interrogarsi – nelle parole del papa – è un richiamo … a tutti i credenti a purificare la propria fede, affinché il vero Dio diventi accessibile».Le pubblichiamo di seguito.

Pellegrini della verità, pellegrini della pace. Dal rispetto per la natura

Wande Abimbola, religione ifu e yoruba
«Sappiamo che spesso il terrorismo è motivato religiosamente … I rappresentanti delle religioni convenuti nel 1986 ad Assisi intendevano dire – e noi lo ripetiamo con forza e grande fermez za: questa non è la vera natura della religione». Lo scorso 27 ottobre, 25 anni dopo la comune preghiera per la pace dei leader delle religioni mondiali ad Assisi (Regno-doc. 21,1986,642), Benedetto XVI ha riproposto, con alcune novità, l’incontro indetto da Giovanni Paolo II. In linea col suo predecessore il papa ha chiesto perdono per le colpe commesse dai cristiani: «Sì, nella storia anche in nome della fede cristiana si è fatto ricorso alla violenza. Lo riconosciamo, pieni di vergogna». Con l’invito alla ricerca della vera natura della religione, e con la denuncia della violenza commessa in nome di Dio o per la sua scomparsa dall’orizzonte culturale Benedetto ha concluso le testimonianze per la pace nella basilica di Santa Maria degli Angeli. Tra di esse quella di J. Kristeva, che ha rappresentato tutti i non credenti «che cercano la verità», la cui «lotta interiore e interrogarsi – nelle parole del papa – è un richiamo … a tutti i credenti a purificare la propria fede, affinché il vero Dio diventi accessibile».Le pubblichiamo di seguito.

Pellegrini della verità, pellegrini della pace. La pace stessa è la via

Acharya Shri Shrivatsa Goswami, religione indù
«Sappiamo che spesso il terrorismo è motivato religiosamente … I rappresentanti delle religioni convenuti nel 1986 ad Assisi intendevano dire – e noi lo ripetiamo con forza e grande fermez za: questa non è la vera natura della religione». Lo scorso 27 ottobre, 25 anni dopo la comune preghiera per la pace dei leader delle religioni mondiali ad Assisi (Regno-doc. 21,1986,642), Benedetto XVI ha riproposto, con alcune novità, l’incontro indetto da Giovanni Paolo II. In linea col suo predecessore il papa ha chiesto perdono per le colpe commesse dai cristiani: «Sì, nella storia anche in nome della fede cristiana si è fatto ricorso alla violenza. Lo riconosciamo, pieni di vergogna». Con l’invito alla ricerca della vera natura della religione, e con la denuncia della violenza commessa in nome di Dio o per la sua scomparsa dall’orizzonte culturale Benedetto ha concluso le testimonianze per la pace nella basilica di Santa Maria degli Angeli. Tra di esse quella di J. Kristeva, che ha rappresentato tutti i non credenti «che cercano la verità», la cui «lotta interiore e interrogarsi – nelle parole del papa – è un richiamo … a tutti i credenti a purificare la propria fede, affinché il vero Dio diventi accessibile».Le pubblichiamo di seguito.

Pellegrini della verità, pellegrini della pace. Non c’è posto per la violenza

Ja-Seung, buddhismo coreano
«Sappiamo che spesso il terrorismo è motivato religiosamente … I rappresentanti delle religioni convenuti nel 1986 ad Assisi intendevano dire – e noi lo ripetiamo con forza e grande fermez za: questa non è la vera natura della religione». Lo scorso 27 ottobre, 25 anni dopo la comune preghiera per la pace dei leader delle religioni mondiali ad Assisi (Regno-doc. 21,1986,642), Benedetto XVI ha riproposto, con alcune novità, l’incontro indetto da Giovanni Paolo II. In linea col suo predecessore il papa ha chiesto perdono per le colpe commesse dai cristiani: «Sì, nella storia anche in nome della fede cristiana si è fatto ricorso alla violenza. Lo riconosciamo, pieni di vergogna». Con l’invito alla ricerca della vera natura della religione, e con la denuncia della violenza commessa in nome di Dio o per la sua scomparsa dall’orizzonte culturale Benedetto ha concluso le testimonianze per la pace nella basilica di Santa Maria degli Angeli. Tra di esse quella di J. Kristeva, che ha rappresentato tutti i non credenti «che cercano la verità», la cui «lotta interiore e interrogarsi – nelle parole del papa – è un richiamo … a tutti i credenti a purificare la propria fede, affinché il vero Dio diventi accessibile».Le pubblichiamo di seguito.

Pellegrini della verità, pellegrini della pace. Al di sopra degli interessi

Kyai Haji Hasyim Muzadi, Conferenza degli studiosi islamici
«Sappiamo che spesso il terrorismo è motivato religiosamente … I rappresentanti delle religioni convenuti nel 1986 ad Assisi intendevano dire – e noi lo ripetiamo con forza e grande fermez za: questa non è la vera natura della religione». Lo scorso 27 ottobre, 25 anni dopo la comune preghiera per la pace dei leader delle religioni mondiali ad Assisi (Regno-doc. 21,1986,642), Benedetto XVI ha riproposto, con alcune novità, l’incontro indetto da Giovanni Paolo II. In linea col suo predecessore il papa ha chiesto perdono per le colpe commesse dai cristiani: «Sì, nella storia anche in nome della fede cristiana si è fatto ricorso alla violenza. Lo riconosciamo, pieni di vergogna». Con l’invito alla ricerca della vera natura della religione, e con la denuncia della violenza commessa in nome di Dio o per la sua scomparsa dall’orizzonte culturale Benedetto ha concluso le testimonianze per la pace nella basilica di Santa Maria degli Angeli. Tra di esse quella di J. Kristeva, che ha rappresentato tutti i non credenti «che cercano la verità», la cui «lotta interiore e interrogarsi – nelle parole del papa – è un richiamo … a tutti i credenti a purificare la propria fede, affinché il vero Dio diventi accessibile».Le pubblichiamo di seguito.

Pellegrini della verità, pellegrini della pace. L’umanesimo come scommessa

J. Kristeva
«Sappiamo che spesso il terrorismo è motivato religiosamente … I rappresentanti delle religioni convenuti nel 1986 ad Assisi intendevano dire – e noi lo ripetiamo con forza e grande fermez za: questa non è la vera natura della religione». Lo scorso 27 ottobre, 25 anni dopo la comune preghiera per la pace dei leader delle religioni mondiali ad Assisi (Regno-doc. 21,1986,642), Benedetto XVI ha riproposto, con alcune novità, l’incontro indetto da Giovanni Paolo II. In linea col suo predecessore il papa ha chiesto perdono per le colpe commesse dai cristiani: «Sì, nella storia anche in nome della fede cristiana si è fatto ricorso alla violenza. Lo riconosciamo, pieni di vergogna». Con l’invito alla ricerca della vera natura della religione, e con la denuncia della violenza commessa in nome di Dio o per la sua scomparsa dall’orizzonte culturale Benedetto ha concluso le testimonianze per la pace nella basilica di Santa Maria degli Angeli. Tra di esse quella di J. Kristeva, che ha rappresentato tutti i non credenti «che cercano la verità», la cui «lotta interiore e interrogarsi – nelle parole del papa – è un richiamo … a tutti i credenti a purificare la propria fede, affinché il vero Dio diventi accessibile».Le pubblichiamo di seguito.

Pellegrini della verità, pellegrini della pace. Affinché Dio diventi accessibile

Benedetto XVI
«Sappiamo che spesso il terrorismo è motivato religiosamente … I rappresentanti delle religioni convenuti nel 1986 ad Assisi intendevano dire – e noi lo ripetiamo con forza e grande fermez za: questa non è la vera natura della religione». Lo scorso 27 ottobre, 25 anni dopo la comune preghiera per la pace dei leader delle religioni mondiali ad Assisi (Regno-doc. 21,1986,642), Benedetto XVI ha riproposto, con alcune novità, l’incontro indetto da Giovanni Paolo II. In linea col suo predecessore il papa ha chiesto perdono per le colpe commesse dai cristiani: «Sì, nella storia anche in nome della fede cristiana si è fatto ricorso alla violenza. Lo riconosciamo, pieni di vergogna». Con l’invito alla ricerca della vera natura della religione, e con la denuncia della violenza commessa in nome di Dio o per la sua scomparsa dall’orizzonte culturale Benedetto ha concluso le testimonianze per la pace nella basilica di Santa Maria degli Angeli. Tra di esse quella di J. Kristeva, che ha rappresentato tutti i non credenti «che cercano la verità», la cui «lotta interiore e interrogarsi – nelle parole del papa – è un richiamo … a tutti i credenti a purificare la propria fede, affinché il vero Dio diventi accessibile».Le pubblichiamo di seguito.

Pellegrini della verità, pellegrini della pace. Il Signore vi dia la pace (Congedo)

Benedetto XVI
«Sappiamo che spesso il terrorismo è motivato religiosamente … I rappresentanti delle religioni convenuti nel 1986 ad Assisi intendevano dire – e noi lo ripetiamo con forza e grande fermez za: questa non è la vera natura della religione». Lo scorso 27 ottobre, 25 anni dopo la comune preghiera per la pace dei leader delle religioni mondiali ad Assisi (Regno-doc. 21,1986,642), Benedetto XVI ha riproposto, con alcune novità, l’incontro indetto da Giovanni Paolo II. In linea col suo predecessore il papa ha chiesto perdono per le colpe commesse dai cristiani: «Sì, nella storia anche in nome della fede cristiana si è fatto ricorso alla violenza. Lo riconosciamo, pieni di vergogna». Con l’invito alla ricerca della vera natura della religione, e con la denuncia della violenza commessa in nome di Dio o per la sua scomparsa dall’orizzonte culturale Benedetto ha concluso le testimonianze per la pace nella basilica di Santa Maria degli Angeli. Tra di esse quella di J. Kristeva, che ha rappresentato tutti i non credenti «che cercano la verità», la cui «lotta interiore e interrogarsi – nelle parole del papa – è un richiamo … a tutti i credenti a purificare la propria fede, affinché il vero Dio diventi accessibile».Le pubblichiamo di seguito.

Al governo irlandese. Risposta della Santa Sede dopo la pubblicazione del Cloyne Report

Santa Sede
«La Santa Sede desidera affermare il proprio orrore (…) per le terribili sofferenze che le vittime delle violenze» sessuali su minori da parte di membri del clero «e le loro famiglie hanno dovuto sopportare nella Chiesa di Gesù Cristo» e ritiene inquietanti le «gravi disfunzioni» di governo avvenute nella diocesi di Cloyne: è su queste due premesse che si apre la Risposta della Santa Sede al governo irlandese, dopo le gravi accuse formulate dal primo ministro a seguito della pubblicazione nel luglio scorso del Cloyne Report (cf. Regno-att. 16,2011,549). Consegnata il 3 settembre, la risposta smentisce che la Santa Sede abbia ostacolato il lavoro della Commissione d’inchiesta e, ancor più, dei vescovi irlandesi, argomentando su tre punti: la collaborazione con le autorità civili – mai negata, anche se tra diritto civile e diritto canonico vi sono opportune distinzioni –; il rapporto tra Santa Sede, conferenze episcopali e ordinario diocesano – quest’ultimo in base al diritto canonico ha una giurisdizione propria –; il ruolo propulsore di Benedetto XVI nel rafforzare le norme e le procedure per tutta la Chiesa cattolica.

Al governo irlandese. Comunicato del 3 settembre 2011

Santa Sede
«La Santa Sede desidera affermare il proprio orrore (…) per le terribili sofferenze che le vittime delle violenze» sessuali su minori da parte di membri del clero «e le loro famiglie hanno dovuto sopportare nella Chiesa di Gesù Cristo» e ritiene inquietanti le «gravi disfunzioni» di governo avvenute nella diocesi di Cloyne: è su queste due premesse che si apre la Risposta della Santa Sede al governo irlandese, dopo le gravi accuse formulate dal primo ministro a seguito della pubblicazione nel luglio scorso del Cloyne Report (cf. Regno-att. 16,2011,549). Consegnata il 3 settembre, la risposta smentisce che la Santa Sede abbia ostacolato il lavoro della Commissione d’inchiesta e, ancor più, dei vescovi irlandesi, argomentando su tre punti: la collaborazione con le autorità civili – mai negata, anche se tra diritto civile e diritto canonico vi sono opportune distinzioni –; il rapporto tra Santa Sede, conferenze episcopali e ordinario diocesano – quest’ultimo in base al diritto canonico ha una giurisdizione propria –; il ruolo propulsore di Benedetto XVI nel rafforzare le norme e le procedure per tutta la Chiesa cattolica.

Al governo irlandese. Antefatti

Santa Sede
«La Santa Sede desidera affermare il proprio orrore (…) per le terribili sofferenze che le vittime delle violenze» sessuali su minori da parte di membri del clero «e le loro famiglie hanno dovuto sopportare nella Chiesa di Gesù Cristo» e ritiene inquietanti le «gravi disfunzioni» di governo avvenute nella diocesi di Cloyne: è su queste due premesse che si apre la Risposta della Santa Sede al governo irlandese, dopo le gravi accuse formulate dal primo ministro a seguito della pubblicazione nel luglio scorso del Cloyne Report (cf. Regno-att. 16,2011,549). Consegnata il 3 settembre, la risposta smentisce che la Santa Sede abbia ostacolato il lavoro della Commissione d’inchiesta e, ancor più, dei vescovi irlandesi, argomentando su tre punti: la collaborazione con le autorità civili – mai negata, anche se tra diritto civile e diritto canonico vi sono opportune distinzioni –; il rapporto tra Santa Sede, conferenze episcopali e ordinario diocesano – quest’ultimo in base al diritto canonico ha una giurisdizione propria –; il ruolo propulsore di Benedetto XVI nel rafforzare le norme e le procedure per tutta la Chiesa cattolica.

Al governo irlandese. Risposta della Santa Sede

Santa Sede
«La Santa Sede desidera affermare il proprio orrore (…) per le terribili sofferenze che le vittime delle violenze» sessuali su minori da parte di membri del clero «e le loro famiglie hanno dovuto sopportare nella Chiesa di Gesù Cristo» e ritiene inquietanti le «gravi disfunzioni» di governo avvenute nella diocesi di Cloyne: è su queste due premesse che si apre la Risposta della Santa Sede al governo irlandese, dopo le gravi accuse formulate dal primo ministro a seguito della pubblicazione nel luglio scorso del Cloyne Report (cf. Regno-att. 16,2011,549). Consegnata il 3 settembre, la risposta smentisce che la Santa Sede abbia ostacolato il lavoro della Commissione d’inchiesta e, ancor più, dei vescovi irlandesi, argomentando su tre punti: la collaborazione con le autorità civili – mai negata, anche se tra diritto civile e diritto canonico vi sono opportune distinzioni –; il rapporto tra Santa Sede, conferenze episcopali e ordinario diocesano – quest’ultimo in base al diritto canonico ha una giurisdizione propria –; il ruolo propulsore di Benedetto XVI nel rafforzare le norme e le procedure per tutta la Chiesa cattolica.

Per una riforma del sistema finanziario internazionale. Nota

Pontificio consiglio della giustizia e della pace
«La Santa Sede come gli indignados: tassare le transazioni finanziarie» (La Stampa); «Serve un’autorità finanziaria mondiale» (Avvenire); «Vaticano molto liberal e anti finanza globale» (Il Foglio). Presentata il 24 ottobre in vista della riunione dei capi di stato e di governo del G20 (Cannes, 3-4 novembre), ma anche nel bel mezzo della crisi finanziaria che ha investito l’Italia, questa nota del Pontificio consiglio della giustizia e della pace, intitolata Per una riforma del sistema finanziario e monetario internazionale nella prospettiva di un’autorità pubblica a competenza universale, ha attratto l’attenzione dell’opinione pubblica italiana in misura maggiore di quanto non accada di solito per questo genere di testi. Il documento analizza l’attuale emergenza economica e finanziaria globale alla luce di alcuni capisaldi della dottrina sociale della Chiesa, in particolare le due encicliche sullo sviluppo umano Populorum progressio di Paolo VI (1967) e Caritas in veritate di Benedetto XVI (2009), al fine di offrire un «contributo che può essere utile per le deliberazioni» del G20, condiviso in «spirito di discernimento» (card. P.K.A. Turkson, presidente del Pontificio consiglio della giustizia e della pace).

Williams e gli idoli dell'alta finanza

R. Williams
Nelle scorse settimane, a Londra, la piazza antistante la cattedrale anglicana di St Paul, adiacente alla City, è stata teatro di una manifestazione di protesta del movimento «Occupy the London Stock Exchange», che lo stesso arcivescovo di Canterbury, R. Williams, ha definito «espressione di una profonda e diffusa esasperazione nei confronti delle istituzioni finanziarie», anche se l’evolversi della vicenda ha finito per contrapporre i manifestanti ai responsabili religiosi della cattedrale. Con un articolo sul Financial Times, l’1 novembre scorso, lo stesso primate anglicano ha tentato di dare a quella manifestazione una prospettiva più concreta, ponendosi nella scia della nota pubblicata dal Pontificio consiglio della giustizia e della pace in vista del G20 di Cannes. Ne riproduciamo la seconda parte.

Crisi del debito: più Europa. E. von Mensbrugghe ai vescovi dell’Unione Europea

E. von Mensbrugghe
«L’integrazione economica e finanziaria ha offerto all’eurozona vantaggi che superano di gran lunga gli svantaggi. Ma le istituzioni che sostengono la moneta comune si sono dimostrate chiaramente inadeguate durante la crisi, evidenziando la necessità di delegare al centro una maggiore sovranità dello stato». Invitato dai vescovi della Commissione degli episcopati della Comunità europea (COMECE) all’Assemblea plenaria che li ha raccolti a Bruxelles dal 26 al 28 ottobre (cf. riquadro a p. 618), il direttore degli Uffici del Fondo monetario internazionale in Europa Emmanuel von Mensbrugghe ha descritto le cause dell’insorgere dell’attuale crisi del debito sovrano che si sta diffondendo in Europa e ha indicato quale sia la via – necessariamente lunga e faticosa – per uscirne: «L’unica strada percorribile per l’Eu ropa oggi è quella di una soluzione globale e consistente, di una soluzione cooperativa, di una soluzione condivisa».

I vescovi cattolici all’Europa

I vescovi della Commissione degli episcopati della Comunità europea (COMECE)
Al termine della loro assemblea plenaria sul tema «La crisi finanziaria e il futuro dell’integrazione europea» (Bruxelles, 26-28 ottobre 2011), i vescovi della Commissione degli episcopati della Comunità europea (COMECE) hanno diffuso una dichiarazione finale dal titolo «Occorre una visione politica europea a lungo termine per superare la crisi»

Rispettare i valori primi. Intervento di apertura al seminario di Todi

A. card. Bagnasco
Oggi, anche in Italia, «una specie di metamorfosi antropologica» mette in gioco «le sorgenti stesse dell’uomo: l’inizio e la fine della vita umana, il suo grembo naturale che è l’uomo e la donna nel matrimonio, la libertà religiosa ed educativa». Ma «senza un reale rispetto di questi valori primi, che costituiscono l’etica della vita, è illusorio pensare a un’eti ca sociale» (n. 5). È sui valori non negoziabili (cf. anche i riquadri alle pp. 622 e 624) il passaggio-chiave dell’intervento che il presidente della CEI card. Bagnasco ha pronunciato, in veste di invitato, in apertura del seminario nazionale «La buona politica per il bene comune», promosso dal Forum delle persone e delle associazioni d’ispirazione cattolica nel mondo del lavoro il 17 ottobre scorso a Todi. La convocazione di tale incontro aveva suscitato un’attesa crescente verso l’avvio di una nuova stagione politica dei cattolici in forma organizzata. Ma il testo del card. Bagnasco ha significato piuttosto una puntualizzazione dei limiti stessi dell’iniziativa e della linea che i vescovi intendono seguire di fronte al passaggio politico in atto. Cf. ampiamente Regno-att. 18,2011,578.

Francia: per quale società votare?

Il Consiglio permanente della Conferenza dei vescovi della Francia
Seguendo una prassi ormai consolidata, alla vigilia della campagna elettorale per le elezioni presidenziali il Consiglio permanente della Conferenza dei vescovi della Francia (CEF) ha pubblicato, lo scorso 3 ottobre, un breve documento per orientare i cristiani nella lettura dei programmi in vista della scelta del loro candidato (www.eglise.catholique.fr; nostra traduzione dal francese). Al testo sono allegati alcuni «elementi di discernimento», qui omessi; cf. Regno-att. 18,2011,582.

«Voi dunque pregate così» / 4. Gruppo di Dombes

Gruppo di Dombes
«Il Padre nostro obbliga le Chiese alla comunione»: è un elemento fondamentale dell’identità cristiana, ma oggi è contraddetto in radice dalla situazione di Chiese separate e non disposte a riconoscersi reciprocamente. Dopo aver istruito la questione esaminando la storia delle Chiese e la testimonianza biblica, nell’ultima parte del volume «Voi dun que pregate così» (Mt 6,9). Il Padre nostro, itinerario per la conversione delle Chiese il Gruppo ecu menico di Dombes prospetta i passi che sono ora necessari alle confessioni cristiane per realizzare l’invito alla conversione e alla riconciliazione contenuto nella preghiera del Padre nostro: mettere il sigillo sui risultati raggiunti, con nuove dichiarazioni ufficiali impegnative e con gesti concreti che traducano la recezione comunitaria e istituzionale delle acquisizioni ecumeniche.