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Documenti, 9/2011, 01/05/2011, pag. 275

Anche noi siamo stati migranti. Vescovi lombardi e siciliani

I vescovi lombardi
L’emozione che ha suscitato «l’ondata di richiedenti asilo e di migranti, che dalle coste del Nord Africa cercano approdo in Italia e che negli ultimi tempi si è fatta impetuosa sotto la spinta di conflitti locali e di rivolgimenti sociali e politici» dev’essere affrontata con «responsabilità», affermano i vescovi lombardi nel comunicato finale del loro incontro tenutosi il 12 e 13 aprile scorso a Villa Cagnola di Gazzada (Varese). L’emigrazione fa parte della «vicenda di ogni popolo e della storia umana: tutti siamo stati migranti». Per questo occorre innanzitutto conoscere le cifre reali del fenomeno senza allarmismi; poi occorre affiancare all’accoglienza l’applicazione di opportuni strumenti giuridici per non considerare, sull’onda emotiva, l’immigrazione come un problema d’ordine pubblico, fanno eco i vescovi siciliani, le cui diocesi sono in prima linea nella gestione degli sbarchi (cf. box qui a p. 276). Infine, ai «nuovi arrivati» che si stabiliscono sul territorio occorre concedere «di poter esprimere comunitariamente il proprio culto. Rispondendo a questa fondamentale esigenza dell’uomo si realizzano con di zioni di stabilità sociale e serena convivenza civile».

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Documenti, 2009-21

La sfida della fede: il primo annuncio. Una riflessione dei vescovi delle diocesi lombarde

I vescovi lombardi
«Sogniamo una Chiesa che sia uno spazio di serenità e fiducia, di accoglienza e prossimità, di buone relazioni e di cammini che costruiscano identità forti e figure di credenti appassionati e disinteressati», che diano testimonianza «di una fede libera e liberante. Così forte da spendersi in questo tempo di “passioni tristi”». Ecco il de siderio che spinge i vescovi lombardi a proporre queste riflessioni sul primo annuncio, «cioè l’incontro vitale con il Signore risorto che è il centro della nostra fede». Il testo, dal titolo La sfida della fede: il primo annuncio e reso noto lo scorso 21 settembre, è indirizzato a tutte le comunità cristiane lombarde, «che devono ridiventare luogo di generazione alla fede», e si sviluppa in tre parti: la prima presenta alcune situazioni che possono diventare «soglie» per accedere o accedere di nuovo alla fede, come la nascita di un figlio o la decisione per una coppia di vivere insieme ecc.; la seconda racconta, sotto forma di lectio, l’«incontro vivo» fra il cieco nato e Gesù di Nazaret (Gv 9,1-41), mentre la terza sollecita i fedeli affinché siano «più consapevoli della loro missione di essere testimoni del primo annuncio».
Documenti, 2006-9

Un di più di responsabilità

Riflessioni pastorali dei vescovi lombardi dopo le elezioni 2006
Letteralmente una richiesta di maggiore responsabilità al ceto politico: è il contenuto di questa riflessione pastorale che i vescovi della Lombardia propongono dopo le elezioni politiche del 9 e 10 aprile 2006. La salvaguardia della comunione ecclesiale di fronte «alle forte tensioni» e a «qualche divisione» emersa nel confronto politico pre e post elettorale; e l’affievolimento della ricerca di ciò che unisce sono le preoccupazioni principali. Dicono i vescovi: «Dobbiamo sentirci impegnati a promuovere una azione educativa… capace di aiutare tutti alla comune condivisione dei medesimi principi ispirati alla retta ragione e al Vangelo e, insieme, al rispetto delle posizioni e delle scelte pratiche di ciascuno». C’è infatti qualcosa di più profondo che già unisce e che deve ancor più unire il paese: «è la necessità e la volontà di trovare soluzioni ai problemi che agitano la vita delle persone e della nazione e che tutti sentono come urgenti».