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Documenti, 9/2012, 01/05/2012, pag. 257

Obbedienza, insegnamento, zelo. Omelia alla messa crismale del Giovedì santo

Benedetto XVI
«La disobbedienza è una via per rinnovare la Chiesa?». Pronunciata da Benedetto XVI lo scorso 5 aprile, Giovedì santo, in San Pietro, durante la messa crismale, la domanda è rimbalzata tra i preti di tutto il mondo, soprattutto in quei territori (il papa parla di «un paese europeo», certamente l’Austria) dove si sono segnalate negli ultimi mesi diverse iniziative, non solo di sacerdoti, miranti, dice Benedetto XVI, ad «affrontare la lentezza delle istituzioni con mezzi drastici per aprire vie nuove – per riportare la Chiesa all’altezza dell’oggi» (cf. Regno-att. 8,2012,242). Insieme alla disobbedienza, l’omelia richiama i sacerdoti a due altre parole-chiave della rinnovazione delle loro promesse: l’insegnamento, da rinvigorire in particolare nel prossimo Anno della fede, e lo zelo per le anime, inteso come preoccupazione per la salvezza «dell’uomo intero… in corpo e anima». Al fatto che tra gli oggetti della disobbedienza attuale il papa indichi la decisione definitiva del magistero circa l’ordinazione delle donne molti osservatori hanno collegato le parole che egli ha pronunciato il 9 aprile successivo, sul «legame speciale» delle donne con il Signore risorto (cf. riquadro a p. 258).

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Documenti, 2023-3

Joseph Ratzinger: il mio testamento spirituale

Joseph Ratzinger / Benedetto XVI

Il 31 dicembre 2022, giorno della morte di Joseph Ratzinger (Benedetto XVI), la Sala stampa della Santa Sede ha diffuso il testamento spirituale del papa emerito, datato 29 agosto 2006 (www.vatican.va) .

 

Documenti, 2022-5

La mia sincera domanda di perdono

Lettera del papa emerito circa il rapporto sugli abusi nell’arcidiocesi di Monaco e Frisinga; Analisi dei fatti

Benedetto XVI

La risposta agli addebiti contenuti nel Rapporto di Monaco (Regno-doc. 3,2022,85) nei confronti del papa emerito, riferiti al suo episcopato (1977-1982), ha seguito due linee. Un’Analisi dei fatti di taglio giuridico, esposta da un collegio difensivo composto da tre canonisti (Mückl, Pree, Korta) e da un avvocato (Brennecke). E quella, firmata di persona da Joseph Ratzinger, che andasse al cuore delle ferite delle vittime, colpite anche da una catena di responsabilità che spesso le ha messe sotto silenzio. Quindi, chiedendo perdono. Con una lettera, firmata l’8 febbraio, egli ha offerto un vero atto di confessione. «In ogni messa – afferma Benedetto – preghiamo il Dio vivente pubblicamente di perdonare la nostra colpa, la nostra grande e grandissima colpa. È chiaro che la parola “grandissima” non si riferisce allo stesso modo a ogni giorno, a ogni singolo giorno. Ma ogni giorno mi domanda se anche oggi io non debba parlare di grandissima colpa». Il testo ripercorre le tappe di una vita da pontefice che è stata profondamente segnata dalla lotta alla «sporcizia» nella Chiesa: «In tutti i miei incontri (…) con le vittime di abusi sessuali da parte di sacerdoti, ho guardato negli occhi le conseguenze di una grandissima colpa e ho imparato a capire che noi stessi veniamo trascinati in questa grandissima colpa quando la trascuriamo o quando non l’affrontiamo con la necessaria decisione e responsabilità, come troppo spesso è accaduto e accade».

 

Documenti, 2019-9

La Chiesa e lo scandalo degli abusi sessuali

Joseph Ratzinger / Benedetto XVI

Nel pieno della crisi del 2018-2019 legata alle violenze sessuali commesse da chierici e religiosi su minori, mentre papa Francesco ideava e convocava il vertice con i presidenti di tutte le conferenze episcopali (21-24.2.2019; Regno-doc. 5,2019,133; Regno-att. 6,2019,131), anche il card. Joseph Ratzinger ha «messo insieme degli appunti con i quali fornire qualche indicazione che potesse essere di aiuto in questo momento difficile». Questi «appunti», originariamente stesi per la rivista del clero bavarese Klerusblatt, sono stati pubblicati l’11 aprile in diverse lingue (in italiano dal Corriere della sera e dall’agenzia Acistampa) con il titolo La Chiesa e lo scandalo degli abusi sessuali.

Il testo è composto di tre parti: nella prima il papa emerito, come afferma egli stesso nell’introduzione, tenta «molto brevemente di delineare in generale il contesto sociale della questione»; poi esamina le «conseguenze di questa situazione nella formazione e nella vita dei sacerdoti»; e infine sviluppa «alcune prospettive per una giusta risposta da parte della Chiesa». La radice del problema degli abusi, individuata da papa Francesco nel clericalismo radicato nella Chiesa, è invece additata dal card. Ratzinger nella liberazione sessuale nata dalla rivoluzione del 1968.