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Documenti, 7/2014, 01/04/2014, pag. 249

Un futuro per il mondo arabo. Al Congresso sulla "Pacem in terris" in Vaticano

Fadia Kiwan
Organizzato dal Pontificio consiglio della giustizia e della pace, dal 2 al 4 ottobre scorso si è tenuto un congresso per commemorare i 50 anni dell’enciclica sulla pace di Giovanni XXIII. Suddiviso in tre sezioni, una per giornata, in quella del giorno 3 – dedicata a «Organizzazione internazionale e bene comune universale: attualità del messaggio della Pacem in terris» – ha preso la parola anche Fadia Kiwan, direttore dell’Istituto di scienze politiche dell’Università Saint-Joseph di Beirut su «L���esperienza dell’integrazione nel mondo arabo». Passando in rassegna l’evoluzione storica del Medio Oriente a partire dallo sfaldarsi dell’Impero ottomano fino ai sommovimenti della cosiddetta «primavera araba», Kiwan ha messo in luce una forma di «doppio dilemma» che blocca cristiani e musulmani: per i primi le forme di protettorato che hanno concesso loro uno statuto di minoranza protetta; per i secondi la frequente coincidenza tra stato nazionale e confessionale che ha saldato fede e fedeltà allo stato. Per entrambi, il superamento del dilemma passa attraverso il riconoscimento delle «libertà fondamentali», prima tra tutte «la libertà di coscienza».

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