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Documenti, 18/2015

Andate controcorrente!

Discorso alla LXVIII Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana

Francesco
Lunedì 18 maggio, nell’Aula nuova del Sinodo, papa Francesco ha aperto i lavori della LXVIII Assemblea della Conferenza episcopale italiana, che si sono svolti in Vaticano dal 18 al 21 maggio sul tema «Verifica della recezione dell’esortazione apostolica Evangelii gaudium». Prima del dibattito con i vescovi, rimasto riservato, il papa ha rivolto all’assemblea un breve discorso sul tema della sensibilità ecclesiale – intesa come l’«appropriarsi degli stessi sentimenti di Cristo, di umiltà, di compassione, di misericordia, di concretezza (...) e di saggezza» –, che ha declinato in alcuni atteggiamenti propri del pastore: «Sconfessare e sconfiggere una diffusa mentalità di corruzione pubblica e privata», difendere i credenti dalle colonizzazioni ideologiche, offrire loro documenti concreti e comprensibili, «rinforzare l’indispensabile ruolo di laici disposti ad assumersi le responsabilità che a loro competono», favorire la collegialità.

Voglia benedirci e incoraggiarci!

Saluto a papa Francesco

Card. Angelo Bagnasco
All’inizio dell’Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana, svoltasi in Vaticano dal 18 al 21 maggio, il cardinale presidente, Angelo Bagnasco, ha rivolto a papa Francesco – invitato ad aprire i lavori dell’Assemblea – il seguente indirizzo di saluto (www.chiesacattolica.it).

Una nuova tappa, uno stile nuovo

Comunicato finale della LXVIII Assemblea generale della CEI (Roma, 18-21.5.2015)

Conferenza episcopale italiana (CEI)
Il filo conduttore dei lavori dell’ultima assemblea generale della CEI – aperta da papa Francesco (cf. in questo numero alle pp. 1ss), e svoltasi in Vaticano dal 18 al 21 maggio – è stata la «verifica di quanto le indicazioni di fondo contenute nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium siano state accolte e orientino il cammino delle Chiese che sono in Italia verso una nuova tappa evangelizzatrice». I vescovi italiani si sono poi confrontati sui contenuti del V Convegno ecclesiale nazionale (Firenze, 9-13.11.2015), sulle iniziative per il Giubileo straordinario della misericordia (che inizierà il prossimo 8 dicembre) e, infine, su «come approfondire il tema decisivo riguardante la vita e la formazione permanente dei presbiteri», offrendo linee e contenuti su cui lavorare in vista dell’Assemblea generale del 2016, che sarà dedicata proprio a tale tematica, ritenendo che sia tempo di «promuovere una vera riforma del clero». L’Assemblea generale ha anche eletto il vicepresidente della CEI per l’area Nord (mons. F.G. Brambilla), i presidenti delle dodici commissioni episcopali, i membri del Consiglio per gli affari economici e i rappresentanti della CEI al Sinodo dei vescovi del prossimo mese di ottobre.

Tutela minori: lo Statuto della commissione

Card. Pietro Parolin, Francesco
Il 21 aprile scorso il cardinale segretario di stato Pietro Parolin ha approvato, per mandato del papa, ad experimentum per tre anni, lo Statuto della Pontificia commissione per la tutela dei minori. La bozza del testo era stata presentata per l’approvazione dal cardinale O’Malley, presidente della medesima Commissione, che è stata istituita ufficialmente da Francesco con il chirografo del 22 marzo 2014 (qui riportato di seguito allo Statuto). L’attività di carattere consultivo affidata all’organismo – si conferma nello Statuto – consiste essenzialmente nel «proporre iniziative al romano pontefice» allo scopo «di promuovere la responsabilità delle Chiese particolari nella protezione di tutti i minori e degli adulti vulnerabili». La struttura della Commissione prevede un massimo diciotto membri, «nominati dal santo padre per un periodo di tre anni, salva riconferma», scelti tra figure «di buona e provata fama, nonché di riconosciuta competenza nei diversi settori che interessano l’attività affidata alla Commissione».

Imitare Romero, ascoltare il grido dei poveri

Omelia nell'anniversario del martirio dell'arcivescovo Oscar Romero

Card. Vincent Nichols
Lo scorso 21 marzo, durante una celebrazione ecumenica nella chiesa di St Martin in the Fields, a Londra, in occasione del 35° anniversario del martirio di Oscar Romero, l’arcivescovo di Westminster, il card. Nichols, ne ha commemorato la figura. Nella sua omelia ha descritto Romero come immagine del buon pastore: «In lui le grida del popolo diventavano preghiera, da lui offerta ogni giorno, più pienamente nella celebrazione eucaristica». Ne ha poi evidenziato la totale dedizione a Cristo nella difesa della dignità calpestata dei poveri: «Molto prima del suo martirio, Romero era già morto a se stesso. (...) Questa è una spiritualità forte, resistente, un radicale dono di sé, come atto di volontà (...). Essere una cosa sola con il cuore e la volontà di Dio manifestati in Gesù». Ha infine esortato a «continuare a riflettere sull’unità alla quale siamo chiamati dalla testimonianza» di Romero, il quale ci mostra «che la strada verso l’unità del popolo cristiano è quella di un ardente desiderio di essere una cosa sola in Cristo, sopra tutto e prima di tutto. (...) E noi dobbiamo desiderare di essere con Cristo là dove egli ama maggiormente essere: con i poveri nel cuore e nel cuore dei poveri».

Romero e il futuro ecumenico

Conferenza nella cattedrale cattolica di St Chad, Birmingham, 12.12.2014

Rowan Williams
«Non considero mons. Romero semplicemente un maestro e un martire che testimonia la giustizia per i poveri, ma un maestro che ha qualcosa di fondamentale, vitale e vivificante da dirci su ciò e su chi noi siamo come Chiesa, come Chiese che cercano di essere unite più pienamente. La domanda che egli ci pone è questa: se noi siamo veramente uniti solo quando siamo più profondamente uniti con Cristo, allora c’è un solo luogo da cui partire nel nostro cammino verso l’unità ed è imparare a essere uniti con il grido, il bisogno e l’agenda di coloro che sono maggiormente a rischio, un solo luogo dove è appropriato andare e condividere questo rischio». Il vescovo anglicano Rowan Williams, che è stato arcivescovo di Canterbury e primate della Chiesa anglicana dal 2002 al 2012, ha offerto un ritratto dell’arcivescovo Oscar Arnulfo Romero che – a partire dalla sua lettura teologica dell’opzione preferenziale per i poveri – proietta la necessità di questa stessa visione sul piano ecumenico (Birmingham, conferenza annuale dell’Archbishop Romero Trust, 12 dicembre 2014). Lo proponiamo nell’imminenza della canonizzazione di mons. Romero nel Salvador, il 23 maggio 2015.