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Documenti, 30/2015

Libertà, giustizia, riconciliazione

Interventi e omelie nel viaggio apostolico a Cuba

Francesco
«Possiamo dire che il viaggio del papa a Cuba è stato un successo», commentava Radio vaticana il giorno della partenza di papa Francesco dall’isola. Certamente è stato grande l’entusiasmo ed evidente il sentimento di vicinanza al papa vissuto dai cubani nei giorni del viaggio (19-22.9.2015). La gente «lo voleva ringraziare per quanto ha fatto per far uscire il paese dall’isolamento. Il timore che le sue parole fossero in qualche modo strumentalizzate c’era ma il pontefice ha lanciato un messaggio chiaro: uscire dalle “conventicole”». Diversi i temi forti toccati nelle sue omelie e discorsi: dal rischio di «usare i concittadini» all’imperativo di servire «le persone e non le idee»; dall’auspicata «rivoluzione della tenerezza» alle modalità di vivere la fede cattolica a Cuba, con la sua anima fortemente mariana. Un viaggio nel quale il papa ha inteso incoraggiare il cammino di «un popolo che ha delle ferite, come ogni popolo, ma che (...) cammina con speranza, perché la sua vocazione è di grandezza».

Rimanete nel mio amore

All'incontro mondiale per giovani consacrati

Mons. José Rodriguez Carballo
«Siate forti, siate fedeli, svegliate il mondo!». Con questa esortazione nella veglia di preghiera celebrata in Piazza S. Pietro lo scorso 15 settembre, mons. José Rodríguez Carballo, segretario della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, ha aperto l’Incontro mondiale dei giovani consacrati e consacrate organizzato dal dicastero vaticano in occasione dell’Anno della vita consacrata. «Non ci sono vocazioni speciali – ha sottolineato mons. Carballo – ci sono vocazioni specifiche». E la vocazione alla vita consacrata è una chiamata specifica per la quale «verrà chiesto di rompere con il passato e di condividere tutto con Gesù: il suo stile di vita, il suo cammino, la sua missione e la sua sorte». Tre i momenti che hanno scandito la riflessione, caratterizzati ciascuno da un’esortazione ai giovani consacrati: «Non siate vittime della pigrizia che vi porta a scegliere il cammino più comodo e facile»; «rimanete! Non abbiate paura»; «portate frutto, risvegliate il mondo!». Pubblichiamo il testo dell’intervento insieme al messaggio finale consegnato al termine del Convegno dedicato ai formatori alla vita consacrata dello scorso mese di aprile (cf. riquadro a p. 13).

Priorità per il servizio dei formatori

Card. Joao Braz de Aviz
Dodici «priorità» per i formatori degli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica: è l’elenco redatto dal prefetto della competente Congregazione vaticana, card. João Braz de Aviz, unito al messaggio finale che è stato consegnato ai partecipanti al precedente Congresso internazionale, dedicato alla formazione, tenuto a Roma in aprile (7-11.4.2014). Pubblichiamo qui il testo del messaggio finale e l’elenco delle dodici «priorità» (www.vatican.va).

Fuori la 'ndrangheta dalle processioni

Regolamento diocesano per le processioni

Vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea
«Le processioni religiose si svolgano con ordine e serietà (...). L’itinerario ed eventuali soste devono essere preventivamente stabiliti dal parroco e dal consiglio pastorale e comunicati ai fedeli». A seguito delle vicende che nel luglio 2014 avevano richiamato l’attenzione sulla presenza della ‘ndrangheta nella gestione delle processioni religiose, lo scorso 1° marzo è entrato in vigore, per tre anni ad experimentum, il Regolamento diocesano per le processioni approvato dal vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, mons. Luigi Renzo, il 12 febbraio. Evidente sia il richiamo ai fondamenti («ogni processione (...); deve costituire nella festa un momento importante, vissuto spiritualmente con intensità, preparato da congrua catechesi e preghiera»), sia il desiderio di valorizzare e difendere la religiosità popolare da infiltrazioni perverse e scandalose: «I portatori delle statue siano prevalentemente fedeli che vivono con assiduità la vita della parrocchia o della confraternita, di cui eventualmente si è parte. (...) Non sono ammessi a questo compito persone aderenti ad associazioni condannate dalla Chiesa, che siano sotto processo in corso per associazione mafiosa o che siano incorse in condanna per mafia, senza prima aver dato segni pubblici di pentimento e di ravvedimento».

Basta sangue per le strade di Napoli!

Card. Crescenzio Sepe
Il 19 settembre, festa di san Gennaro, a poche ore dall’ultimo omicidio di matrice camorristica, il vescovo di Napoli, mons. Sepe, ha dedicato parte della sua omelia alla piaga della criminalità organizzata che affligge la città. Sepe non ha dimenticato nemmeno il dramma delle migrazioni forzate, riservando un passaggio anche all’emergenza dei profughi e alla gestione della loro accoglienza (www.chiesadinapoli.it).

La vita e il ministero dei presbiteri

Consiglio presbiterale della diocesi di Bologna
S’intitola «Presbiterio bolognese e nuova tappa evangelizzatrice» il documento presentato e consegnato al termine dell’ultima Tre giorni del clero di Bologna (14-16.9.2015). Collocandosi nell’ottica della «nuova tappa evangelizzatrice indicata da papa Francesco nella esortazione apostolica Evangelii gaudium», il documento, frutto di un lungo lavoro, si articola in sei capitoli, che toccano aspetti come la «spiritualità diocesana», la dimensione affettiva del presbitero, la cura delle relazioni (nel presbiterio e con i laici) e la ridefinizione del volto delle parrocchie «in uscita missionaria». Il testo – in corso d’opera «inviato a tutti i presbiteri, esaminato da loro, e poi discusso in assemblea plenaria il 30 aprile» – integra ogni capitolo con una «sintesi degli interventi» apportati sui temi specifici dai sacerdoti (singoli o gruppi). Dal lavoro, scrivono gli estensori, «è emersa la coscienza pungente di limiti, inadeguatezza, ferite proprie e altrui e del sistema nel suo insieme, e non sono stati fatti sconti; ma insieme a questo la consapevolezza che di questa povertà il Signore si può servire e si sta servendo per aprire nuove strade al Vangelo. A condizione di camminare insieme: nessuno può fare da solo!».

Un processo inevitabilmente lento e ponderato

Card. Carlo Caffarra
Sabato 12 settembre, l’arcivescovo di Bologna, card. Carlo Caffarra, ha diramato un comunicato stampa nel quale esprime le prime considerazioni in merito all’accoglienza dei profughi in diocesi in seguito all’appello di papa Francesco durante l’Angelus di domenica 6 settembre (cf. Regno-doc. 29,2015,3). Pubblichiamo il testo integrale del comunicato (www.chiesadibologna.it).