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Documenti, 38/2015, 30/12/2015, pag. 33

Preti e laici nella celebrazione eucaristica

Conferenza dei vescovi svizzeri
Nella celebrazione eucaristica «una commistione dei ruoli di prete, diacono, agente pastorale laico, che qua e là si constata, non si giustifica né dal punto di vista biblico né da quello della teologia sacramentale». La lettera, pubblicata il 2 settembre dalla Conferenza dei vescovi svizzeri circa La colla-borazione tra presbiteri, diaconi e operatori pastorali nell’ambito della celebrazione eucaristica, esprime anzitutto gratitudine per «i preziosi servizi che in ogni settore della vita ecclesiale sono offerti da laici e in particolare da laiche». E tuttavia riconosce che la Chiesa vive uno sviluppo nelle forme del ministero che «implica alcune difficoltà», emergenti «nelle diverse diocesi con modalità differenziate, (…) più chiaramente dove forze laiche sono impiegate in modo stabile nella pastorale, con un contratto di lavoro». Una nuova collaborazione tra preti e laici, auspicata dal Concilio, non è in discussione; ma essa deve essere «rispettosa dei vari ministeri» e va dunque «imparata e applicata». Dall’odierna «difficoltà nella delimitazione delle competenze e nella precisazione della propria identità» scaturisce dunque un rinnovato impegno a rivedere e precisare i ruoli, così da evitare «una confusione che “clericalizza” numerosi laici e “laicizza” numerosi preti».

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Leggi anche

Documenti, 2015-21

Un rapporto in risposta ai Lineamenta

In preparazione al Sinodo di ottobre 2015

Conferenza dei vescovi svizzeri
In preparazione al Sinodo di ottobre, la Chiesa cattolica svizzera ha coinvolto i fedeli in dibattiti e consultazioni di gruppo, attraverso la mediazione della Segreteria della Commissione pastorale, a dimostrazione del profondo interesse che riscuotono i temi della coppia, del matrimonio e della famiglia. Nonostante non ci sia unanimità su tutti i punti, nel rapporto «emergono grandi affinità e tendenze generali», a partire da una costatazione previa: «Il Sinodo dei vescovi e i fedeli in Svizzera continuano a condurre un “dialogo tra sordi”». «Mentre i Lineamenta – continua il testo – muovendosi all’interno della dottrina della Chiesa, partono da un’ininterrotta continuità della tipologia e dell’ideale di famiglia, i fedeli partono nelle loro considerazioni dalle sfaccettate esperienze familiari che hanno vissuto». In tale prospettiva, il rapporto vuole descrivere nel modo più preciso possibile il punto di vista della maggioranza dei cattolici svizzeri, per i quali il cardine dal quale partire è «l’esperienza relazionale, sessuale, matrimoniale e familiare fatta nella propria vita o nella vita delle persone vicine».
Documenti, 2014-7

Consultazione sulla pastorale della famiglia

Conferenza dei vescovi svizzeri
Oltre 23.000 risposte sono pervenute in Svizzera alla sollecitazione offerta dal questionario allegato al Documento preparatorio della III Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei vescovi, che si terrà in ottobre sul tema «Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione»: un numero elevato in rapporto alla consistenza di questa Chiesa, che conta otto diocesi e tre milioni e mezzo di battezzati. La Conferenza dei vescovi svizzeri (cattolici) è stata tra quelle che hanno scelto di rendere nota una sintesi delle risposte, pubblicando il 4 febbraio un comunicato stampa elaborato dall’Istituto svizzero di sociologia pastorale e intitolato Consultazione sulla pastorale di coppia, del matrimonio e della famiglia della Chiesa cattolica – Risultati. Anche in Svizzera, come in Germania (cf. Regno-doc. 5,2014,162 e 173) e in Austria (in questo numero a p. 241), «se si confrontano [le] critiche nei confronti della Chiesa con il desiderio fondamentale di vivere una relazione, un matrimonio e una famiglia che abbiano anche una dimensione ecclesiale e religiosa, si constata la necessità urgente di riconsiderare lo statuto della dottrina della Chiesa sulla famiglia nella Chiesa e la pastorale».
Documenti, 2009-5

Assoluzione generale e confessione intividuale. Decreto e nota pastorale Conferenza vescovi svizzeri

K. Koch, F. Gmur, Conferenza dei vescovi svizzeri
«Le celebrazioni penitenziali collettive devono concludersi, secondo le norme del rituale, o con la confessione e l’assoluzione individuali o con una semplice domanda di perdono di forma deprecativa (sotto forma di preghiera)… L’assoluzione generale non può pertanto essere concessa se non in caso di “pericolo imminente di morte” (CIC can. 961 § 1, 1°)». Con un apposito decreto – «Revisioni delle norme particolari del Codice di diritto canonico (serie VI). Decreto riguardante il can. 961 del CIC» – la Conferenza dei vescovi svizzeri riduce le celebrazioni penitenziali con assoluzione generale. Il documento, pubblicato il 1° gennaio, armonizza la prassi penitenziale dei cattolici svizzeri a quella prevista dal Codice di diritto canonico (CIC) e dal motu proprio Misericordia Dei del 2002. Si conclude così un percorso di sperimentazione iniziato nel 1974; già nella nota pastorale Impulsi per rinnovare la confessione individuale nel quadro della pastorale del perdono (6.12.2007) i vescovi riconoscevano la necessità di rinnovare la consuetudine pastorale della confessione individuale, limitando l’uso dell’assoluzione generale (cf. Regno-att. 4,2009,91).