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Documenti, 13/2017, 01/07/2017, pag. 405

La Santa Sede contro la tratta

Mons. B. Auza, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite

Mons. Bernardito Auza

È un fenomeno in crescita: 21 milioni le persone coinvolte nel 2010, probabilmente 36 milioni nel 2016. Riguarda soprattutto donne e bambini, e in genere coloro che le guerre, le persecuzioni e i disastri ambientali hanno reso vulnerabili. La comunità internazionale si è impegnata a combatterlo, e la Santa Sede a dare a tale lotta il massimo supporto. È la tratta di esseri umani, forma di schiavitù moderna di cui mons. Bernardito Auza ha parlato con passione e competenza alla Fordham University di New York, il 23 febbraio. Lo fa in veste di osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, ma anche di membro del «Gruppo Santa Marta», che su impulso di papa Francesco ha riunito alti rappresentanti della Chiesa cattolica e funzionari degli organismi inquirenti internazionali per combattere questa piaga.

La «forte e incessante denuncia di questo cancro sociale» operata da Francesco viene ampiamente richiamata in questa lezione. Si tratta, egli ha detto, di un crimine contro l’umanità, alimentato da «cause economiche, ambientali, politiche ed etiche»; dunque è giunto il momento di agire, attraverso la mobilitazione «degli stati, delle organizzazioni intergovernative, delle imprese, delle organizzazioni della società civile e di ciascuna persona». Compresi naturalmente i leader religiosi, con i quali, ricorda mons. Auza, Francesco ha promosso nel 2014 una Dichiarazione congiunta contro la schiavitù moderna.

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