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Documenti, 7/2017, 01/04/2017, pag. 235

Una voce grida nel deserto

Messaggio pastorale

Vescovi cattolici del Sud Sudan

I vescovi cattolici del Sud Sudan chiedono l’aiuto della comunità internazionale per salvare la vita di 5 milioni di persone, minacciate dalla siccità che sta colpendo l’Africa orientale. «Il nostro paese è in preda a una crisi umanitaria: fame, insicurezza e difficoltà economiche. La nostra gente sta lottando per riuscire a sopravvivere. Sebbene ci siano state piogge scarse in molte parti del paese, non vi è dubbio che questa carestia sia opera dell’uomo, legata all’insicurezza e a una cattiva gestione economica». In una lettera pastorale pubblicata il 23 febbraio, intitolata «Una voce grida nel deserto». Messaggio pastorale dei vescovi cattolici del Sud Sudan ai fedeli e al popolo del Sud Sudan, i vescovi denunciano il governo e le forze ribelli per gli attacchi sulla popolazione civile, con l’attuazione di una politica della «terra bruciata» che viola ogni regola del diritto internazionale. Confermando un accenno contenuto nella lettera – «desideriamo informarvi che il santo padre Francesco spera di visitare il Sud Sudan nei prossimi mesi di quest’anno… Richiamerebbe l’attenzione del mondo sulla situazione qui» –, il 26 febbraio il papa ha poi annunciato che si recherà in visita nel paese, mentre il 22 nell’udienza generale aveva esortato a fornire al paese aiuti concreti.

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Correte rischi per la pace!

Messaggio

Vescovi cattolici del Sud Sudan

«Chiunque insiste a combattere una guerra contro cittadini innocenti del Sud Sudan non ha legittimità: dal momento in cui siete in guerra tra di voi avete già perduto la vostra legittimità!». Un appello pressante rivolto alle parti politiche in guerra nel Sud Sudan è stato lanciato dai vescovi cattolici del paese al termine dell’incontro che li ha visti, dal 28 al 30 gennaio scorsi, riuniti a Juba insieme al nunzio apostolico per il Kenya e il Sud Sudan, mons. Balvo. Nel loro messaggio, intitolato «Prendete il largo!», i vescovi sud sudanesi si dicono preoccupati per l’escalation del conflitto scoppiato nel dicembre del 2013 e tuttora in corso. Uno scontro «per il potere e non per il bene del popolo», nato all’interno del partito di governo, il Sudan People’s Liberation Movement, che vede contrapposto l’esercito, fedele al presidente Salva Kiir, e le truppe fedeli all’ex vicepresidente Riek Machar. «Questa guerra è peccato», scrivono i vescovi. «Abbiate il coraggio di prendere il largo, di pensare fuori dagli schemi politici, di fare concessioni inimmaginabili e di correre rischi per la pace».