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Documenti, 19/2019, 01/11/2019, pag. 631

Forti nella fede

Mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti - Vasto

«Siamo in un tempo in cui la fede dei credenti e la loro perseveranza nella fedeltà al Signore sono particolarmente messe alla prova». Con la lettera pastorale per l’anno 2019-2020 intitolata Forti nella fede. La gioia del Signore è la nostra forza, prosegue la riflessione di mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti - Vasto, sulle virtù cardinali: prudenza, giustizia, fortezza e temperanza, «gli abiti spirituali che ci dispongono a vivere l’incontro col Dio venuto a noi in Gesù Cristo». Dopo la temperanza, oggetto della lettera pastorale dell’anno scorso (Regno-doc. 21,2018,699), è la volta della fortezza, la virtù che «si fonda sulla certezza che il sostegno di chi crede viene dall’alto… e che il Signore ha vinto le potenze del male e soccorre sempre chi confida in lui, facendogli vincere ogni buona battaglia e superare ogni possibile prova e tristezza».

Questa riflessione, sottolinea l’arcivescovo, è necessaria soprattutto oggi, perché «nel contesto di un mondo che sfida la Chiesa sulla sua credibilità, e dunque sulla fedeltà a ciò che annuncia, la fortezza dei credenti appare una virtù fondamentale per vivere e testimoniare il Vangelo».

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Documenti, 2019-5

La liturgia e la bellezza di Dio

Mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti - Vasto

La liturgia è «il luogo in cui la Trinità entra nelle umili storie dell’esistenza umana e queste possono essere accolte nel mistero d’amore delle relazioni divine». È dedicato alla liturgia il Messaggio dell’arcivescovo di Chieti - Vasto, il teologo mons. Bruno Forte, per la Quaresima e la Pasqua di quest’anno, porta il titolo La liturgia e la bellezza di Dio ed è stato pubblicato nel febbraio 2019.

Mons. Bruno Forte, che torna spesso sul tema della «bellezza di Dio» e della «via pulchritudinis» (il messaggio per la Quaresima 2018 era sui giovani e la bellezza di Dio; cf. anche Regno-doc. 3,2005,81), propone una riflessione sulla preghiera di lode cantata a conclusione del canone eucaristico, perché «è nella preghiera liturgica che l’incontro del tempo e dell’Eterno, compiutosi nell’incarnazione del Figlio di Dio, viene reso presente per illuminare e trasformare la vita dei credenti e della Chiesa tutta». È la liturgia che «apre alla fantasia dell’Eterno e rende docili e sensibili alla profezia» e che «alimenta la vita conforme al Vangelo», «perché la visibilità della sequela di Gesù nel mondo non è anzitutto la liturgia, ma una comunità che viva la comunione e il servizio».