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Documenti, 17/2021

L’Europa e le sue radici

Viaggio apostolico in Ungheria e in Slovacchia (12-15 settembre 2021)

Francesco

Nel secondo viaggio internazionale dopo la sospensione a causa della pandemia (il primo è stato in Iraq), e primo dopo l’intervento all’intestino, papa Francesco ha colto l’occasione del 52° Congresso eucaristico internazionale per visitare due paesi dell’Est europeo, l’Ungheria e la Slovacchia, oggi al centro di questioni strategiche per l’Europa perché legate alla memoria e all’attuale situazione politico-culturale.

Nelle visite (tra cui quella al primo ministro ungherese Viktor Orbán) e nei discorsi il papa non è entrato direttamente in questioni politiche, ma ha fortemente insistito sui valori fondamentali del cristianesimo, invocando una Chiesa e una società solidale, accogliente, fraterna, che integra e rispetta i diritti e le libertà di tutti: «Se vogliamo che il fiume del Vangelo raggiunga la vita delle persone, facendo germogliare anche qui in Ungheria una società più fraterna e solidale, abbiamo bisogno che la Chiesa costruisca nuovi ponti di dialogo» (ai vescovi in Ungheria). Francesco ha anche ripreso la definizione di «radici cristiane dell’Europa», cara a Giovanni Paolo II, ma ha sottolineato che vanno intese e interpretate in chiave aperta, senza volgerle secondo un significato ideologico identitario. E incontrando la comunità ebraica a Bratislava ha ribadito la più ferma condanna di ogni forma di antisemitismo.

La Santa Sede risponde agli ebrei

Card. Kurt Koch

Dopo che alcune affermazioni sulla Torah – contenute in una catechesi tenuta da papa Francesco l’11 agosto sulla Lettera ai Galati – avevano provocato da parte del rabbino Rasson Arussi (presidente della Commissione del Gran rabbinato d’Israele per il dialogo con la Santa Sede) una richiesta di chiarimenti, il 3 settembre (pubblicata il 10) è arrivata la risposta del card. Kurt Koch, presidente della Commissione vaticana per i rapporti religiosi con l’ebraismo. La lettera, che pubblichiamo in una nostra traduzione dall’inglese, è stata inviata anche al rabbino David Sandmel, presidente del Comitato ebraico internazionale per le consultazioni interreligiose (New York), che aveva scritto a sua volta al card. Koch una lettera simile a quella del rabbino Arussi (www.christianunity.va).

Ci pentiamo dei peccati contro il pianeta

Appello ai leader della COP26 per il futuro del pianeta

Papa Francesco, patriarca Bartolomeo e arcivescovo Welby

«Questa è la prima volta che noi tre ci sentiamo costretti ad affrontare insieme l’urgenza della sostenibilità ambientale, il suo impatto sulla povertà persistente e l’importanza della cooperazione mondiale. Insieme, a nome delle nostre comunità, facciamo appello al cuore e alla mente di ogni cristiano, di ogni credente e di ogni persona di buona volontà. Preghiamo per i nostri leader che si riuniranno a Glasgow per decidere il futuro del nostro pianeta e dei suoi abitanti». Papa Francesco, il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo e l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, hanno firmato insieme un appello urgente per la sostenibilità ambientale, la lotta alla povertà e la cooperazione internazionale, invitando i leader mondiali, che si riuniranno a Glasgow in novembre per la Conferenza delle parti sul cambiamento climatico (COP26), a fare scelte consapevoli «per il futuro del pianeta e dei suoi abitanti». L’appello è contenuto in Un messaggio congiunto per la protezione del creato, pubblicato il 7 settembre in occasione del Tempo del creato, che si celebra ogni anno dal 1° settembre al 4 ottobre. «Ci pentiamo dei peccati della nostra generazione. Siamo al fianco dei nostri fratelli e sorelle più giovani in tutto il mondo in devota preghiera e azione impegnata, per un futuro che corrisponda sempre più alle promesse di Dio».

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Chiese europee: rinnovare la casa di Dio

CCEE e KEK

Il 26 agosto anche le Chiese cristiane europee hanno pubblicato una dichiarazione congiunta per il Tempo del creato, intitolata Una casa per tutti? Rinnovare l’oikos di Dio (www.ccee.eu), firmata dal card. Angelo Bagnasco, presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (cattoliche) e dal rev. Christian Krieger, presidente della Conferenza delle Chiese europee (evangeliche e ortodosse).

Per una Chiesa sinodale

Documento preparatorio della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi

«La capacità di immaginare un futuro diverso per la Chiesa e per le sue istituzioni all’altezza della missione ricevuta dipende in larga parte dalla scelta di avviare processi di ascolto, dialogo e discernimento comunitario, a cui tutti e ciascuno possano partecipare e contribuire». Ed ha l’obiettivo di favorire un processo di ascolto reale del popolo di Dio e la partecipazione di tutti al processo sinodale la prima fase – quella diocesana – della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi su «Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione». Essa ha preso avvio con la pubblicazione il 7 settembre del Documento preparatorio e del Vademecum per il Sinodo sulla sinodalità (in questo numero a p. 537).

Il Sinodo sulla sinodalità s’inquadra nel programma di papa Francesco di superare il clericalismo riattivando il rapporto tra i pastori e il popolo di Dio per una conversione missionaria di tutta la Chiesa cattolica. Il Documento preparatorio quindi offre la mappa concettuale per comprendere e attuare correttamente la sinodalità nel contesto contemporaneo.

Disponibile per tutti

Vademecum per il Sinodo sulla sinodalità

XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi

Insieme al Documento preparatorio della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi «Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione» (in questo numero a p. 527), la Segreteria generale del Sinodo il 7 settembre ha diffuso anche un Vademecum per il Sinodo sulla sinodalità. Manuale ufficiale per l’ascolto e il discernimento nelle Chiese locali: prima fase (ottobre 2021 – aprile 2022) nelle diocesi e nelle conferenze episcopali in vista dell’Assemblea del Sinodo dei vescovi di ottobre 2023. Come espresso dal titolo, il documento intende aiutare le diocesi a «preparare e riunire il popolo di Dio affinché possa dare voce alla propria esperienza nella sua Chiesa locale», in una consultazione che sia la più ampia, capillare e vera possibile su che cosa significa e come si mette in pratica l’essere una Chiesa sinodale. La fase diocesana (cf. infografica a p. 549) è quella che maggiormente caratterizza il Sinodo sulla sinodalità, applicando per la prima volta le disposizioni introdotte dalla costituzione apostolica Episcopalis communio sul Sinodo dei vescovi (2018; Regno-doc. 17,2018,528). Questo processo «va visto come un’opportunità per promuovere la conversione sinodale e pastorale di ogni Chiesa locale in modo da produrre frutti più abbondanti nella missione».

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Aggiornamento sul cammino sinodale

Presidenza CEI

La 74ª Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana (CEI) ha avviato il cammino sinodale delle Chiese in Italia. Nella sessione straordinaria del Consiglio episcopale permanente, svolta in videoconferenza il 9 luglio 2021, è stato tracciato, alla luce della Carta d’intenti presentata in Assemblea, un primo disegno del cammino, individuando un percorso quadriennale scandito da tre fasi correlate: narrativa, sapienziale e profetica. Intanto la Segreteria generale del Sinodo dei vescovi ha diffuso il 7 settembre il Documento preparatorio e il Vademecum per orientare la XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo (sulla sinodalità; cf. in questo numero a p. 527 e 537).

La Presidenza della CEI, recependo i due documenti, ha inviato una lettera ai vescovi italiani per aggiornare su quanto fatto finora – percorso ancora in evoluzione – in attesa della sessione autunnale del Consiglio episcopale permanente (27-29 settembre 2021) e dell’Assemblea generale straordinaria della CEI (22-25 novembre 2021). In particolare si chiarisce che il percorso del Sinodo universale e di quello nazionale vengono armonizzati, in quanto «nel primo anno (2021-22) faremo nostre le proposte della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi per la XVI Assemblea generale ordinaria».

Francesco: ritornare a messa

Card. Pietro Parolin

In occasione della 71ª Settimana liturgica nazionale (Cremona, 23-26.8.2021), il 23 agosto papa Francesco ha inviato per il tramite del cardinale segretario di stato Pietro Parolin un Messaggio al presidente del Centro di azione liturgica, il vescovo di Castellaneta mons. Claudio Maniago. Nel testo il papa auspica un’azione mirata alla necessità di riportare la messa al centro della fede e della spiritualità, dopo il «digiuno» liturgico causato dalle misure di contrasto alla diffusione del COVID-19 (www.vatican.va).

Voci dalle cattedrali

MILANO Proposta pastorale 2021-2022 Unita, libera e lieta: è la Chiesa immaginata dall’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, nella Proposta pastorale per l’anno 2021-2022 presentata l’8 settembre e intitolata Unita, libera, lieta. La grazia e la responsabilità di essere Chiesa. La nota prende avvio dalla crisi provocata dalla pandemia, e suggerisce alcuni «percorsi...

Un Dio dei vivi

Sulla fede nella risurrezione, la speranza cristiana e la celebrazione delle esequie

Vescovi spagnoli

«In questi ultimi decenni si è vissuta nella nostra società una profonda trasformazione dell’esperienza della morte e del modo di affrontarla. A ciò ha contribuito il pluralismo religioso e culturale che caratterizza il momento storico in cui ci troviamo. La secolarizzazione della vita ha portato alla secolarizzazione nel modo di vivere la morte». Muove da questa prospettiva Un Dio dei vivi, l’istruzione pastorale sulla fede nella risurrezione, la speranza cristiana e la celebrazione delle esequie, che la 116^ Assemblea generale della Conferenza episcopale spagnola ha approvato il 18 novembre 2020. Il documento è articolato secondo il collaudato schema vedere-giudicare-agire, giacché la prima parte descrive la situazione attuale e le sfide pastorali e la seconda ricapitola la fede della Chiesa in tema di escatologia; ma si sofferma soprattutto sul da farsi, distinguendo l’aspetto più generale dell’accompagnamento nel momento della morte e quello specificamente liturgico della celebrazione delle esequie cristiane. Particolare attenzione viene rivolta alla pratica della cremazione, rispetto alla quale si conferma che «non vi sono ragioni dottrinali» per vietarla, pur ribadendo che per i corpi dei defunti la Chiesa «raccomanda insistentemente» la sepoltura.