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Moralia Blog

Etica civile e generazioni: verso il III Forum

I lettori di Moralia conoscono bene la riflessione condotta in questi anni dalla rete di Etica civile (ricordiamo il I Forum padovano nel 2013 e il II a Milano nel 2017). Essa propone adesso una nuova tappa di tale traiettoria.

Si terrà, infatti, a Firenze all’Auditorium di S. Apollonia il prossimo 16-17 novembre il III Forum nazionale su «Verso un patto tra generazioni: un presente giusto per tutti». Sarà un evento aperto, convocato da un’ampia rete di soggetti, a testimoniare la ricca varietà di energie, anche intellettuali, che vi collaborano.

Vi sarà da un lato il confronto con figure di alto profilo, ma anche spazi di partecipazione e di confronto per elaborare proposte.

L’idea è quella di ritrovare nel dialogo una relazione tra le generazioni che sembra spesso spezzarsi in questo tempo di cambiamento veloce e spesso iniquo. La domanda è centrale: come realizzare vita buona entro la città se manca la prospettiva del futuro? Viviamo un tempo così centrato sul presente d lasciare ben poco spazio alle giovani generazioni e alle loro speranze.

Le implicazioni sono a vasto raggio e interessano una grande varietà di tematiche, come evidenziano i materiali disponibili sul sito https://forumeticacivile.com/o sulla pagina Facebook «Forum di Etica civile».

Ma idee e proposte per l’evento fiorentino verranno anche dai diversi eventi preparatori che si stanno tenendo in questi mesi, realizzati dai diversi soggetti promotori del Forum, per un’elaborazione a rete che confluirà poi in un testo condiviso.

La città, fatto e simbolo

Al centro della proposta la figura della città, nel suo significato letterale ma anche in quello più ampio, metaforico.

Essa rimanda a uno spazio di vita condivisa, che contribuisce alla qualità delle esistenze di coloro che vi abitano, ma che contemporaneamente chiede comportamenti coerenti, in grado di custodirne la realtà.

Il rinnovato individualismo della tarda modernità disegna però un ethos talmente centrato sul singolo – o sul gruppo ristretto – da sembrare incapace di pronunciare la parola «noi» in senso ampio e inclusivo.

Invece del «cittadino civile», attento a un bene comune da costruire nel dialogo, ecco l’uomo di parte, diffidente verso la diversità e sprezzante del legame sociale.

La sfida è quella di ritrovare buone ragioni per vivere assieme, in una città globale certo plurale, ma non per questo destinata alla frammentazione e alla contrapposizione.

Abitare una città siffatta non è semplicemente un dato di fatto, ma l’espressione di una scelta, di un «sentirsi parte» che si esprime in forme di cittadinanza attiva, in un’assunzione di responsabilità che si fa corresponsabilità. Si tratta di riprendere in un contesto rinnovato una grande tradizione che attraversa la cultura occidentale – si pensi alla polis greca, alla realtà medievale dei comuni italiani, fino all’utopia di Giorgio La Pira o le esperienze più avanzate di cittadinanza attiva.

L’evento fiorentino del 16-17 novembre giunge in un contesto di sensibile degrado del contesto civile, caratterizzato da una politica spesso urlata e poco lungimirante, incapace di pensare la città nella sua dimensione temporale.

Per questo si parlerà di un patto tra generazioni, a superare quell’indifferenza al futuro che erode la possibilità stessa di vivere assieme. Ecco allora la rilevanza dei temi ambientali (si pensi al mutamento climatico, rilanciato con tanta forza in questi giorni), di quelli del lavoro e dell’economia, della formazione e dell’educazione.

Ecco ancora la positiva tensione tra la dimensione locale e quello spazio europeo che ci collega a un orizzonte globale.

 

*Simone Morandini è coordinatore del progetto «Etica, teologia, filosofia» della Fondazione Lanza e insegna all’Istituto di studi ecumenici San Bernardino di Venezia; è coordinatore del blog Moralia.

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