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Il presepio: mirabile segno, meraviglioso scambio

Pochi giorni fa, a Greccio, papa Francesco ha firmato una lettera apostolica dal titolo Admirabile signum sul significato e il valore del presepe. Tre suggerimenti e un augurio.

Pochi giorni fa, a Greccio, papa Francesco ha firmato una lettera apostolica dal titolo Admirabile signum sul significato e il valore del presepe. La lettera è ricca di spunti di riflessione e meditazione. Propongo tre suggerimenti.

Primo suggerimento: al numero uno scrive Papa Francesco: «Si impara da bambini: quando papà e mamma, insieme ai nonni, trasmettono questa gioiosa abitudine, che racchiude in sé una ricca spiritualità popolare»”. Ecco allora come questo passaggio ci ricorda che la nostra è una fede che passa dai volti, passa dalle attenzioni, dalla cura… non è una fede astratta. E in questo nostro cammino la vita morale, è, in qualche modo, la «forma» della vita di fede.

Secondo suggerimento: al numero 6 scrive papa Francesco: «Spesso i bambini – ma anche gli adulti! – amano aggiungere al presepe altre statuine che sembrano non avere alcuna relazione con i racconti evangelici». Questo passaggio mi ha fatto ricordare san Gregorio Armeno, il quartiere napoletano dei presepi, dove, accanto a presepi storici, artistici, costosi… troviamo anche statuine più quotidiane, meno preziose, più ordinarie.

Ogni anno a san Gregorio Armeno viene proposta anche qualche statuina nuova, che rappresenta il vissuto dell’anno, la cronaca… Ad esempio, è appena stata aggiunta la statuina di Rino Gattuso, appena nominato allenatore del Napoli. Lungi dall’essere blasfema, questa commistione di personaggi ci invita a ricordare che non c’è situazione umana, non c’è piega della storia, non c’è vissuto che non possa avere lo sguardo rivolto alla culla. E quindi ci ricorda un importante atteggiamento: il discernimento necessario in ogni giorno e luogo del nostro vivere.

Terzo suggerimento: la lettera è a firma di papa Francesco, che ha scelto proprio il nome di san Francesco (colui che, come narrano le cronache, ha voluto il presepe per «vedere con gli occhi del corpo») e che è Jorge Bergoglio, un gesuita, ovvero un uomo abituato alla «composizione di luogo» nel suo percorso spirituale.

La composizione di luogo ci invita a mettere tutta la nostra persona a servizio della fede: l’immaginazione, la memoria, la fantasia, i sensi… Insomma: è un invito a ricomporre la nostra umanità e a viverla (farla vivere) in modo quanto più integrale possibile.

Dati questi tre suggerimenti, credo che sia importante fare un passaggio: dall’admirabile signum all’admirabile commercium (espressione che traggo dalla Tradizione, da Leone Magno in particolare).

Il «commercium» non sono le lucine di questi giorni, le carte colorate, i fiocchi e i biglietti. L’admirabile commercium è il meraviglioso scambio che Dio ci offre: lui assume la nostra umanità per darci la possibilità di vivere la vita divina.

Allora, a nome della redazione di Moralia, auguro ai nostri lettori un admirabile commercium non legato a un giorno solo sul calendario, ma profondamente radicato in tutti i giorni.

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