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Moralia Blog

L’anno che verrà... per una navigazione possibile

«Caro amico, ti scrivo...» così Lucio Dalla nella bella canzone richiamata nel titolo. Un motivo da tenere sullo sfondo, magari riascoltandolo mentre si getta lo sguardo sull’anno che va a cominciare, carico di novità, di preoccupazioni e di speranze, provando a pensarle ed a comunicarle con la scrittura.

 

«Caro amico, ti scrivo...» così Lucio Dalla nella bella canzone richiamata nel titolo. Un motivo da tenere sullo sfondo, magari riascoltandolo mentre si getta lo sguardo sull’anno che va a cominciare, carico di novità, di preoccupazioni e di speranze, provando a pensarle ed a comunicarle con la scrittura.

«...c’è una grossa novità...»

Davvero il 2017 si prospetta come un anno denso di novità, ma esse, più che suscitare attese o mobilitare prospettive attraenti, si presentano piuttosto come difficili da interpretare... Si pensi agli interrogativi sul nuovo corso che prenderanno gli USA con l’inizio della presidenza Trump o ad una realtà italiana segnata da forti elementi di ambivalenza (un degrado civile diffuso cui pure fa fronte una tenace resistenza propositiva).

L’incertezza che caratterizza il futuro dell’ambiente (sapremo dare continuità agli impegni contro il mutamento climatico assunti nel 2015 a Parigi?) si intreccia così con quella sulla realtà di un’economia in trasformazione che fatica a garantire lavori decenti, mentre la lotta contro la corruzione procede troppo lentamente. Gli sciami sismici che continuano a scuotere aree importanti del paese sono come un’icona di una realtà instabile.

Non stupisce allora che il rapporto Censis 2016 fotografi un’Italia disillusa, che affida la propria capacità di futuro alla resistenza di un resto, più che alla consistenza di una ripresa ancora soltanto annunciata. Un’Italia diffidente nei confronti di miracolose paligenesi: abbiamo imparato a nostre spese che la mera “rottamazione” dell’esistente, in assenza di competenza e progettualità, non garantisce di per sé qualità.

La novità, insomma, rischia di essere soprattutto fonte di preoccupazione, per un futuro che non lascia intravvedere segnali promettenti. Non a caso il sondaggio Demos curato da Ilvo Diamanti fotografa una drastica diminuzione di coloro che pensano il nuovo anno migliore del precedente.

«...siccome stai molto lontano, più forte ti scriverò»

Così è spesso la distanza, l’estraneità reciproca ad imporsi come caratteristiche qualificante di un paese sempre più complesso e differenziato, che fatica a pensarsi in forme unitarie. La resistenza nei confronti dei nuovi italiani; la fatica di integrare culture e volti che appaiono differenti; l’insofferenza nei confronti del pensiero diverso dal proprio: solo alcune tra le caratteristiche di un tempo in cui sembra che l’unica possibilità di farsi ascoltare sia il grido,  la parola urlata o l’immagine violenta postata sui social.

E' come se avessimo smarrito il senso del vivere assieme, come se non riuscissimo più a sentirci cittadini di una stessa città, accolti in  essa e per questo disposti ad essere accoglienti.

«...come diventa importante che in quest’istante ci sia anch’io»

Eppure non c’è solo questo: non si può distogliere lo sguardo dalla resilienza di chi pratica la solidarietà, di chi persevera nella cura dell’ambiente, di chi cerca ponti e spazi per il dialogo tra le differenze. C’è qui una responsabilità assunta personalmente nella tenace attenzione per il bene comune, nella resistenza alla volgarità fatta sistema ed al rifiuto dell’altro.

C’è uno sguardo etico che testardamente continua a assumere il volto dell’altro come riferimento per la navigazione: il percorso verso il Forum di Etica Civile promosso da diversi soggetti della società civile (si veda http://www.fondazionelanza.net/eticacivile/) è un segnale importante in tal senso.

Qui si radica anche un’indicazione possibile per navigare questo 2017: la novità che preoccupa non deve necessariamente darsi come fattore di frammentazione; al contrario, proprio la ricerca condivisa di prospettive possibili rivela talvolta potenzialità insperate. Ecco un buon contributo che la ricerca morale può dare ad una buona convivenza civile: la fatica dell’argomentazione, che non si accontenta di facili soluzioni a basso costo, ma che continua a cercare, sempre e di nuovo.

L’esigenza di giustizia non si esaurisce allora nell’indignazione per le troppe situazioni in cui essa è negata, ma si fa motore per costruire orizzonti diversi, per esplorare percorsi inediti; papa Francesco offre stimoli continui per un tale sguardo, duttile, coraggioso e lungimirante, capace di sognare una politica animata dalla nonviolenza.

E' questa pure la prospettiva che guida Moralia anche in questo nuovo anno: offrire spunti e strumenti per un discernimento competente in un tempo difficile, sapendo che anch’esso può essere vissuto in maniera dignitosa ed umana. Così - ancora con Lucio Dalla - «l’anno che sta arrivando tra un anno passerà; io mi sto preparando è questa la novità».

 

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