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Moralia Dialoghi

Introduzione

Introduzione

L’Associazione teologica italiana per lo studio della morale (ATISM) ha conosciuto nella sua storia molti e importanti congressi e convegni, alcuni dei quali hanno lasciato tracce considerevoli nella teologia morale italiana. Nessuno può dire se qualcosa di simile avverrà anche per il XXVI Congresso nazionale tenutosi ad Ariccia, presso la Casa del Divin Maestro, tra il 22 e il 25 agosto scorsi. Quel che si può affermare con certezza, tuttavia, è che quest’ultimo Congresso è stato segnato da caratteristiche uniche e che i suoi lavori influenzeranno la riflessione teologico-morale italiana del futuro.

Un anniversario nella storia, sulle tracce del passato e del presente

La prima caratteristica è particolarmente significativa: questo Congresso è stato il Congresso del 50° dell’Associazione. Infatti, nata a Napoli nel 1966 subito dopo la conclusione del Concilio, l’ATISM è stata la prima associazione teologica italiana generata dal Concilio. Di qui per altro la piena legittimità del titolo scelto: La teologia morale italiana e l’Atism a 50 anni dal Concilio: eredità e futuro.

Di fatto, le vicende del dopoconcilio, della teologia morale italiana e dell’ATISM sono intimamente congiunte come è ben apparso dalle relazioni del primo e secondo giorno che hanno preso in considerazione il succedersi storico di tali vicende (A. Bondolfi, P.D. Guenzi, P. Cognato, P. Carlotti). La profondità e la serietà di una simile congiunzione sono emerse con vivacità nell’incontro con i presidenti emeriti (G. Piana, L. Lorenzetti, F. Compagnoni, S. Bastianel) che nella serata del 23 agosto con i loro ricordi e le loro riflessioni hanno consentito di rivivere momenti, personaggi, gioie e dolori di questi cinquant’anni. Specialmente per i giovani studiosi è stata una preziosa occasione di conoscere direttamente teologi che hanno fatto la storia della morale in Italia.

Era del tutto coerente che successivamente si dedicasse attenzione al complesso stato presente -rispetto al passato- di alcune questioni di dottrina sociale (L. Salutati) così come alla pluriformità della problematica familiare (S.Leone) e ci si chiedesse quali fossero le risorse (A. Fumagalli) e le sfide (G. Del Missier) della teologia morale del futuro.

Un’altra caratteristica rilevante di questo Congresso è stata l’attenzione alla teologia morale su scala europea e mondiale: si è vissuta concretamente la ricca e varia cattolicità della Chiesa e della teologia. La teologia francese (C. Fino), la teologia latino-americana (A.G. Fidalgo), la teologia asiatica (V. Tirimanna) sono passate dinanzi ai partecipanti permettendo scoperte e arricchimenti che porteranno sicuramente frutto. È stata una delle prime volte in Italia – io credo – in cui è emersa la consapevolezza dell’esistenza di una teologia morale specificamente asiatica che sta crescendo e acquistando una sua figura. Si è così rafforzata la percezione – suscitata anche da altre relazioni – che anche il modo italiano di fare teologia morale dovrà assumere sempre più un respiro planetario.

Un anniversario con la storia, sulle tracce del presente e del futuro

Vi è stato anche qualcos’altro che probabilmente rimarrà associato – più di altri aspetti – dal ricordo futuro di questo Congresso. Esso si è dispiegato nell’orizzonte del magistero di papa Francesco. Dalla celebrazione eucaristica della mattina del 23 agosto, presieduta da mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano e importante collaboratore del papa, il quale ha richiamato nella sua omelia alcuni punti dell’Amoris laetitia, alla relazione ultima di Del Missier tutta incentrata sui ripensamenti che l’Amoris laetitia non può non suscitare nella teologia morale dei prossimi anni, il magistero di papa Francesco è stato un fondamentale punto di riferimento -implicito o esplicito che fosse- per tutti i relatori ed è stato ampiamente presente nei dibattiti che sono succeduti alle relazioni.

L’Amoris laetitia è stata anche al centro del brevissimo colloquio che come presidente dell’ATISM, accompagnato da G. De Vecchi, ho avuto con papa Francesco sul sagrato di San Pietro nel corso dell’udienza pubblica del 24 agosto, udienza dominata dall’eco tragica del terremoto. Rispondendo al mio ringraziamento per l’esortazione apostolica il papa ha rinviato al breve articolo pubblicato da Pié-Ninot sull’Osservatore Romano (24 agosto) per sottolineare che si tratta di un magistero da accogliere e attuare.

Al mio rinnovato ringraziamento, ha poi aggiunto alcune parole con le quali indicava che la teologia morale può trovare tutto – evidentemente l’essenziale – nell’Amoris laetitia, anche Tommaso. Ovviamente si è trattato di un scambio assai limitato, appena un paio di minuti, ma il contenuto di esso nell’economia del Congresso ha assunto un valore assai meno limitato. È come se il papa avesse chiesto all’ATISM di far fruttificare il dono dell’Amoris laetitia nella Chiesa in generale e nella teologia morale in particolare.

L’invito mi sembra sia stato accolto, dal momento che è stato deciso in Assemblea di dedicare il Seminario nazionale del 2017 proprio all’Amoris laetitia e al suo significato per la teologia morale.

 

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