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l'Ospite

L'uomo che comunicò la Chiesa di Giovanni Paolo II

«È impossibile pensare a Giovanni Paolo II sotto la sua dimensione pubblica senza incontrare la figura di Navarro Valls. Il papa apprezzava la sua intelligenza e, penso, il suo consiglio. Non era uno “strumento” intelligente, era un collaboratore preziosissimo che trovava sempre le formule giuste».

Così padre Federico Lombardi, ex direttore del Centro Televisivo Vaticano, di Radio Vaticana nonché della Sala Stampa vaticana sotto il pontificato di Benedetto XVI e nei primi tre anni di quello di Francesco, ha ricordato Joaquín Navarro Valls, scomparso lo scorso 5 luglio all’età di ottant’anni. L’ex portavoce personale del papa polacco e predecessore proprio di Lombardi alla guida della comunicazione vaticana, si può considerare una pietra miliare della storia della Chiesa per ciò che riguarda il suo rivolgersi al mondo nella sua missione evangelizzatrice. Valls è stato infatti espressione del pensiero e della comunicazione di quello che può forse essere definito il papa più mediatico della storia della Chiesa, in un periodico storico importante come quello della Guerra Fredda e del crollo del comunismo.

Braccio destro di Wojtyla nel suo ruolo di mediatore politico e diplomatico a livello internazionale, con più di 100 viaggi apostolici (storico quello a Cuba in cui Wojtyla incontrò Castro, al quale donò un piccolo crocifisso) e 127 Paesi visitati oltre all’Italia, Valls ha ripensato la Sala Stampa vaticana e riorganizzato la struttura mediatica della Santa Sede, aprendo le porte della Chiesa al mondo e, viceversa, il mondo alla Chiesa. Medico e giornalista per il quotidiano spagnolo ABC, Valls è stato inoltre il primo direttore laico della Sala Stampa (dal 1984 al 2006), ruolo attualmente ricoperto da un altro laico, Greg Burke, successore di Lombardi da poco più di un anno - dopo le esperienze giornalistiche presso il Time e Fox News - e che in un tweet lo ha definito “La grazia sotto pressione”.

È ancora Lombardi a ricordarne le grandi doti comunicative:

«Valls era un grande professionista, con una notevole capacità di cogliere l’essenza dell’evento, della notizia e di comunicarla. Ha saputo essere un interlocutore attivo, in una forma evidentemente non clericale. Era spigliato, disinvolto, brillante. Fu il primo laico, anche se consacrato, che segnò il passaggio da un’informazione più ecclesiastico-clericale a laico-professionale. Usava il Blackberry, inviava così i comunicati, le informazioni».

Numerario dell'Opus Dei, Valls ha vissuto il celibato facendo voto di castità. Oltre alla grande professionalità, il medico e giornalista spagnolo si è reso celebre nell’ambiente vaticano per la sua umanità e la sua fede, maturata grazie anche al grande carisma di Giovanni Paolo II. E proprio con un pensiero dedicato al papa polacco ala vigilia della sua beatificazione, concludiamo questo breve ricordo di Navarro Valls, che di Wojtyla disse: «Di fronte alla beatificazione di Giovanni Paolo II ho gli stessi sentimenti che ho provato immediatamente dopo la sua morte: un grande senso di ringraziamento a questa persona, a questo papa che aveva detto di sì a Dio in tutta la sua vita». Un sì al quale è sempre seguito quello di Valls, che di fronte alla proposta dell’incarico di portavoce, disse: “Come si fa a dire di no a un papa?!”.

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